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Descrizione
Vie d'uscita dallo stallo del capitalismo: Esempi dall'America latina e un messaggio per il mondo intero
Ci troviamo in una fase di emergenza in cui sono sempre più grandi i fenomeni di distruzione ad opera del capitale di ogni forma di legame con la natura, con l'uomo e le compatibilità sociali. La realtà che ci circonda è oggi caratterizzata da una serie di conflitti economici e politici, nascosti dietro il paravento di motivi etnici e religiosi che, a dispetto della cosiddetta uguaglianza che si sarebbe dovuta originare dalla globalizzazione, riproducono in realtà una ripartizione del mondo tra i maggiori e più potenti paesi capitalistici.
Il problema sempre più grave dell'impatto fra modo di produzione-distribuzione e natura-ambiente è il risultato di una società ormai asservita alle ragioni del capitalismo nella sua fase più aggressiva. Oggi ancor più di ieri, a causa delle regole di una competizione globale sempre più sfrenata, non si considera la natura se non per la sua possibilità di divenire oggetto di scambio, merce misurabile attraverso il denaro.
La sete di giustizia sociale e la capacità di costruire nuove forme di democrazia partecipativa stanno dando l'impulso alla maggior parte dei governi dei paesi dell'America Latina per avviare un nuovo percorso dove al centro della scena politica si collocano i lavoratori, la natura e il popolo indigeno. La maggioranza silenziosa da secoli sottoposta a condizioni di sfruttamento inumane diventa ora soggetto dirigente dei processi di trasformazione politica e socio-economica.
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«È proprio da Nuestra América che si evidenzia l’urgenza e lo spazio politico per un’adeguata battaglia culturale e politica di massa sul terreno del superamento del modo di produzione capitalistico». Il libro, che raccoglie i contributi di numerosi studiosi sudamericani, afferma l’insostenibilità del modello capitalistico in quanto basato su un’insanabile contraddizione fra capitale e natura. Di fronte al rischio del collasso globale, l’unica alternativa è adottare un modello del tutto diverso, un «socialismo del XXI secolo», un’«economia socio-ecologica politica» di cui l’America Latina, nell’asse Cuba-Venezuela-Bolivia, sarebbe laboratorio.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 10
(http://www.ilregno.it)
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