Teilhard de Chardin ripercorre con questi scritti il dibattito sull’evoluzionismo che ha attraversato la prima metà del xx secolo. Sostenendolo con argomentazioni scientifiche estremamente competenti. Fin dal 1926 scrive: «l’evoluzionismo scientifico non è semplicemente un’ipotesi a uso degli zoologi, ma una chiave di cui ciascuno si serve per penetrare, in qualsivoglia compartimento del Passato, la chiave del Reale universale». Ogni essere è frutto di una gestazione che l’ha preceduto: «Parzialmente, in modo infinitesimale, senza nulla perdere del valore individuale, ogni elemento è coestensivo alla storia, alla realtà del Tutto». Tuttavia «l’Evoluzione non è ‘creatrice’… ma è, per la nostra esperienza nel Tempo e nello Spazio, l’espressione della Creazione». Di una creazione definita da Teilhard un «lungo gesto» che anima e regge il Divenire. Un Divenire che attuandosi attraverso la legge di complessità-coscienza sospinge la Materia, attraverso stadi successivi, a caricarsi di libertà e di Spirito. «Lo Spirito e la Materia, comunemente considerati due universi antagonisti incomprensibilmente associati, diventano così come due poli riuniti da un flusso lungo il quale gli elementi, per ontologicamente diversi l’uno dall’altro che li si ritenga, sono soggetti a non poter comparire se non in una zona, ossia in un ordine determinato». E sarà infine sorprendente intuire con Teilhard come la visione evoluzionistica del mondo, lungi dall’orientare al materialismo, sia una possibile «scuola di una migliore spiritualità e di alta moralità».
PIERRE TEILHARD DE CHARDIN, gesuita e paleontologo, nato a Sarcenat (Clermont-Ferrand) nel 1881, morto a New York nel 1955. Uomo di fede che non ha mai rinunciato alla ragione, forte della sua competenza scientifica, riflettendo in modo sistematico sulla storia evolutiva del mondo e sul messaggio cristiano ha tentato di pensare, in un’unica sintesi, il posto dell’Uomo nella Natura e il senso del Cristo cosmico. Visto con sospetto dalla Chiesa per le sue idee giudicate eccessivamente innovatrici nei primi decenni del xx secolo, fu allontanato da Parigi dove lavorava e insegnava, e trasferito in Cina; lì, continuando la sua attività di ricercatore di fama mondiale, scoprì, tra l’altro, i resti del Sinantropo. Sempre dedito ad attività scientifiche, concluse la sua avventurosa vita a New York. Le sue opere sono costituite da undici volumi di memorie scientifiche, tredici volumi di saggi, numerose raccolte di corrispondenza, il Journal, le Notes de retraites, le Notes de lecture. Jaca Book ha iniziato a riproporre con nuove traduzioni le opere di Teilhard de Chardin con Il posto dell’Uomo nella Natura, L’avvenire dell’Uomo (entrambi 2011) e La visione del passato (2016). Assai ricca è la bibliografia di opere che continuano a essere pubblicate sulla sua figura e sul suo pensiero.