La nostra gloria: dire il Mistero
-Un progetto teologico cristocentrico Opuscoli, 13
(Già e non ancora)EAN 9788816304635
Raccogliendo alcuni materiali d’insegnamento, l’a. riflette sulla teologia come narrazione di Dio svolta da Gesù Cristo, individua la sistematica che in essa si configura, e ipotizza le connessioni e gli snodi da cui si avviano i distinti trattati di teologia. Fra i temi dei cc.: la rivelazione, l’umanità di Gesù, l’unico Dio, l’uomo in grazia, i sacramenti, il mistero dell’iniquità, i novissimi.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 14
(http://www.ilregno.it)
Il titolo di questo libretto corrisponde esattamente al suo contenuto. Con questo “schizzo” o “abbozzo” teologico l’Autore si è proposto di offrire un saggio di reimpostazione cristocentrica dei vari contenuti del mistero cristiano, che, come rileva con insistenza, è mistero cristico in quanto è incentrato in Gesù Cristo. Egli da anni sta stimolando la riflessione teologica a porre con chiarezza alla base, al centro e al vertice di tutta la rivelazione e riflessione teologica l’evento Gesù Cristo, ideato eternamente da Dio Trinità, snodatosi nella storia in un dato tempo, ma portatore di salvezza e di senso per l’intero genere umano e il cosmo stesso. Nelle due parti in cui articola il discorso e nei vari capitoli ove espone le tematiche teologiche fondamentali opera una “reductio” cristocentrica perspicace, stringente, che tuttavia non si riduce ad un cristomonismo integristico: Gesù Cristo è la chiave di tutta la realtà voluta da Dio Trinità; egli però non risucchia né l’uomo né il mondo, bensì dona loro pienezza di consistenza, di senso, di speranza, di vita. Nella prima parte Biffi mostra con chiarezza che la rivelazione ha per oggetto il mistero cristiano, in sostanza Gesù Cristo Verbo di Dio fatto carne, vissuto nella storia, morto e risorto, che la teologia deve mirare a rendere fruibile in forma riflessa sul piano antropologico; si tratta di una rivelazione/comunicazione del tutto gratuita (soprannaturale), distinta da quella che ha luogo attraverso la creazione (naturale), alla quale però dona “interezza”, riconoscibile e assimilabile solo con la fede quale atto vitale pluridimensionale del credente che la accoglie (cf. pp. 17-52). Nella seconda parte l’Autore si concentra sul contenuto della rivelazione, rilevando che essa è evento che coinvolge l’uomo come interlocutore ed ha come punto di riferimento l’umanità di Gesù quale condiscendenza, “confidenza” di Dio (Trinità) nei riguardi dell’umanità ideata e voluta da Lui nella sua eternità (predestinazione eterna) pur se si è realizzata nel tempo. Il dato biblico però, rileva Biffi, ci presenta e obbliga ad accogliere il Figlio di Dio fatto uomo crocifisso e risorto, quindi nella concretezza della sua umanità inserita nella nostra storia di sofferenza e di peccato ma vincitrice di essi con la risurrezione e glorificazione (cf. pp. 81ss). Questo Gesù, espressione della misericordia di Dio che nel suo insondabile mistero ha scelto un mondo ove si facesse esperienza della fragilità e del peccato ma ancora “prima” e di più del suo amore misericordioso redentore attraverso l’offerta d’amore del suo Figlio sulla croce: nel capitolo intitolato “Il mistero dell’iniquità” (cf. pp. 109-114), si legge: «Gesù va compreso come il Redentore dall’origine; egli è stato scelto sovranamente, perché alla Trinità la sua umanità crocifissa e glorificata, la sua regalità “dal Legno” è apparsa incondizionatamente come il Bene, come il Modello assoluto e la Ragione della creazione dell’umanità e di tutto il mondo, esemplati su di lui. Il mondo viene chiamato all’essere nel Crocifisso risorto, che è la causa del mondo, e nel quale vediamo che il peccato si scioglie e non gli spetta l’ultima parola» (p. 113). Dando un saggio di rilettura cristica e cristologica dell’intero mistero cristiano, l’Autore in brevi tratti mostra che la teologia cristiana, partendo da Gesù Cristo, può e deve articolare il discorso su Dio come Trinità di Padre, Figlio e Spirito Santo; delineare il volto proprio del Dio cristiano, che è quello del Dio uno e unico che è distante da quello dell’islam e non coincide del tutto con quello dell’ebraismo (cf. pp. 87-94); deve elaborare un’antropologia cristiana radicata e modellata su Gesù Cristo in quanto egli è l’epifania e la parabola dell’umanità voluta da Dio, ossia della creatura chiamata per grazia alla partecipazione della sua filiazione divina, vero fine e senso primo e ultimo dell’esistenza umana (cf. pp. 95ss). Con brevi pennellate inoltre egli richiama la fondazione cristica e cristologica dei sacramenti quali misteri del Crocifisso Glorioso in atto nel corso del tempo (cf. pp. 103ss), nella Chiesa, suo Corpo lungo tutto il percorso della storia (cf. pp. 105ss), dell’escatologia, dei novissimi, conseguentemente visti come estensione beatificante della gloria dell’umanità del Figlio di Dio a coloro che si sono conformati a Lui nella loro vita terrena e tragica privazione di essa in coloro che hanno rifiutato volontariamente e sino all’ultimo l’appello di Dio a conformarsi al loro Fratello Primogenito (cf. pp. 115ss). Come si vede, abbiamo a che fare con un tentativo e un breve saggio di impostazione dell’intera teologia cristiana in una prospettiva unitaria e coerente, quella cristocentrica. L’Autore procede per cenni, suggerisce connessioni, stimola a deduzioni, con la mano sempre ferma al timone cristocentrico, opzione teologica che supporta e permea tutto il suo discorso e, come abbiamo già rilevato, non si riduce ad una sterile proposta cristomonistica. Ciò risulta dal fatto che riconosce a più riprese il valore della natura, della creazione, della ragione, della filosofia razionale, dell’antropologia filosofica, delle religioni del mondo, pur sostenendo che la loro piena e autentica verità è apparsa e deve confluire nel mistero di Cristo, che ne costituisce il senso profondo, nascosto, ultimo e ne costituisce la realizzazione meglio riuscita. «L’umanità stessa del Figlio di Dio è la Rivelazione; e ogni uomo derivatamene è, in quella e con quella umanità, rivelazione; ne è parte o irraggiamento ed estensione.[…] Per cui l’uomo può avere la conoscenza di sé, solo se si comprende in essa; egli trova in essa la propria identità e sa chi sia solo comprendendosi in Gesù Cristo il Primogenito che definisce i termini reali dell’umanità» (p. 63); «L’umanità di Gesù è la ragione dell’essere della Rivelazione e dell’essere dell’uomo, è la ragione e la sostanza della confidenza di Dio. Dal profilo dell’umanità di Gesù, si capisce tutta la realtà, si comprendono tutte le cose» (p. 74). Ci si deve augurare che queste dense riflessioni contribuiscano a ricollocare sempre più al centro la figura e la funzione di Gesù Cristo sia nella riflessione teologica che nella coscienza cristiana.
Tratto dalla rivista Lateranum n. 2/2009
(http://www.pul.it)
-
-
9,50 €→ 9,02 € -
-
-
-
-
-
20,00 €→ 19,00 € -
15,00 €→ 14,25 € -
14,00 €→ 13,30 € -
12,00 €→ 11,40 € -
16,00 €→ 15,20 € -
12,00 €→ 11,40 € -
14,00 €→ 13,30 €
-
6,00 €→ 5,70 € -
-
-
-
-
-
25,00 €→ 20,00 € -
-
18,00 €→ 11,70 €