Cristo il figlio di Dio fatto uomo. L'incarnazione del Verbo nel pensiero cristologico di J. H. Newman

Il Cardinale John Henry Newman (1801-1890), è conosciuto per la sua intensa esperienza umana di credente e studioso, per la sua raffinata e semplice retorica, al servizio di una robusta e sicura dottrina; è noto per i suoi studi patristici, per la riflessione condotta sulla Rivelazione e sul mistero della Chiesa; per il contributo al pensiero cristiano sul rapporto fede-ragione e sull'educazione universitaria; è noto, inoltre, per l'originale vena di poeta e scrittore. Poco conosciuta è, invece, la sua riflessione cristologica, dovuta sostanzialmente al carattere occasionale delle sue opere teologiche.
L'Autore del presente saggio si è proposto di colmare una lacuna: è infatti possibile rintracciare nell'opera del cardinale inglese una trama cristologica chiara, che ha al suo centro il mistero dell'Incarnazione, cuore del Credo cristiano.
L'Incarnazione si è rivelata per Newman l'arma migliore per combattere il razionalismo che, infiltratesi nella prassi ecclesiale e nella teologia del tempo, operava una netta separazione tra la storia umana e Dio, relegandolo in un «limbo teistico asettico». Per il Cardinale, invece, la fede cristiana ha la pretesa di interpretare la storia umana nella sua totalità, proprio perché confessa in Gesù, l'Incarnato, la vicinanza di Dio all'uomo. La confessione di questa verità centrale permette al credente di parlare correttamente dell'uomo e di Dio: solo nel Verbo incarnato l'uomo può ritrovare se stesso, perché incontra l'Origine, il Senso del suo essere nel mondo.