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Descrizione
Il comandamento che più degli altri ha subito profonde trasformazioni nel corso dei secoli. Dalle radici bibliche al diritto canonico, alla legislazione civile, la storia del furto in Occidente, e i suoi legami con la nozione di ricchezza e proprietà. Che cosa significa non rubare nell'era della rivoluzione finanziaria che ha modificato la natura stessa della ricchezza, e dove il confine tra lecito e illecito si fa sempre più opaco?
Paolo Prodi è professore emerito di Storia moderna nell'Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato "Il sacramento del potere" (1992), "Introduzione allo studio della storia moderna" (1999), "Una storia della giustizia" (2000), "Il sovrano pontefice" (II ed. 2006) e "Settimo non rubare" (2009). Guido Rossi è professore emerito di Diritto commerciale nell'Università Bocconi di Milano. E' stato presidente della Consob e senatore della Repubblica. Tra le sue pubblicazioni: "Capitalismo opaco" (Laterza, 2005) e, con Adelphi, "Il conflitto epidemico" (2003), "Il gioco delle regole" (2006), "Il mercato d'azzardo" (2008), "Possibilità economiche per i nostri nipoti?" (2009).
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Nella serie dedicata a una rilettura dei dieci comandamenti nell’orizzonte dell’attualità – sono già usciti nel 2010 Io sono il Signore Dio tuo (M. Cacciari, P. Coda), Onora il padre e la madre (G. Laras e C. Saraceno), Santificare la festa (M. Donà, S. Levi Della Torre), Non desiderare la roba e la donna d’altri (G. Ravasi, A. Tagliapietra), mentre è d’imminente pubblicazione Non commettere adulterio (E. Cantarella, P. Ricca) – viene qui esaminato da uno storico e da un giurista di vaglia il comandamento che più degli altri ha subito trasformazioni nel corso dei secoli, in relazione alla diversa valutazione del mercato e ai differenti equilibri tra potere sacrale, potere politico e potere economico. Con l’aprirsi di prospettive ancora nuove, oggi, e tali da richiedere una ridefinizione del significato del comandamento.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 2
(http://www.ilregno.it)
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carloesistere, cocchicarlo@alice.it il 12 dicembre 2010 alle 15:50 ha scritto:
Visti e subiti i momenti che attraversiamo,per i quali è sempre più difficile per noi pensionati amanti della lettura e dell'unica COSTITUZIONE (BIBLIBA)attuabile,per riequilibrare questo"MONDACCIO" e facendo capire alle future generazioni,di attuare una svolta decisiva ,per il loro modo di ESISTERE,credo che sia opportuno far conoscere l'utilità di questa pubblicazione,che reputo,come sopra descritto ,una bella AUTOSTRADA a 10 CORSIE ,in cui ogni itinerario sarebbe sgombro da cattiverie e tristezze varie. Desidero pertanto,di essere edotto e illustrato per come ricevere tutti i volumi pubblicati ;Tesori questi da tramandare ai miei 8 nipoti .Congratulazioni per la scelta degli argomrnti BIBLIBI Bravi!!! Un cordiale saluto e un Buon Natale e FESTE seguenti,Carlo Cocchi
CARLO COCCHI, cocchicarlo@alice.it il 29 dicembre 2010 alle 10:43 ha scritto:
Da piccolo,anch'io RUBAVO,rubavo le susine,le ciliege,i fichi,le mele le pere,le pesche le mandorle le nocciole,le sorbe,le fragole l'uva ,insomma rubavo tutti i frutti che la campagna del tempo offriva con il ritornellar delle stagioni.:Oggi i miei nipotini,non possono rubare più ,nella mia campagna sono restati solo i vigneti e gli uliveti,raro il canto del gallo e il coccodè delle galline.Oggi il rubare è chiuso nelle quattro mura di un supermercato,cioè è diventata una "professione "Si ruba di tutto e si ruba a tutti Si ruba ,con tutto ciò che viene offerto al POVERO CONSUMATORE,diventato anche lui una MERCE " Merce è il cibo,merce è l'acqua,,insomma se tutto è mercificato,sta a significare che qualcuno scommette sul profitto,ma questi profitti sono LECITI'?????? Bella Domanda attendo risposta,Solo che i miei nipotini non "Ruberanno più al contadino,ma saranno derubati con il contadino stesso,Buone feste.Carlo Cocchi (Blogg.CARLOESISTERE) EMAIL Cocchicarlo@alice.it