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Descrizione
Il pensiero di Gianni Vattimo ha accompagnato, indagandolo nella maniera più radicale, il passaggio dalla modernità alla postmodernità. Partendo dai presupposti filosofici di questo cambiamento, ritrovati soprattutto in Nietzsche e Heidegger, ne ha anticipato le conseguenze, che investono la società, la politica, l'economia, la religione, le arti e la comunicazione, ma soprattutto il nostro rapporto con la realtà. "La fine della modernità", saggio-manifesto pubblicato originariamente nel 1985, esplora per la prima volta in maniera unitaria il concetto di postmoderno, uno stile che ha abbandonato gli ideali dominanti della modernità: quello di progresso e di superamento critico; e nelle arti la poetica e la pratica dell'avanguardia. Attraverso l'esame di alcuni aspetti del pensiero contemporaneo (l'ermeneutica, il pragmatismo, le varie tendenze nichilistiche), Vattimo delinea così le caratteristiche fondamentali di una cultura postmoderna.
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Un piccolo classico degli ultimi decenni che viene di nuovo riproposto. Il saggio segna una tratto particolarmente delicato della speculazione filosofica di Vattimo proprio in quanto tratta del passaggio dalla modernità alla postmodernità. Muovendo da Nietzsche e da Heidegger il vol., pubblicato la prima volta nel 1985, esplora in maniera sistematica che cosa si debba intendere per postmoderno: un approccio che trova la sua novità nell’abbandono nella modernità dell’idea di progresso e di progresso critico, e nelle arti della poetica e della pratica dell’avanguardia. Un esame che non ha perso nulla dell’originalità iniziale per capire la cultura postmoderna.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 22
(http://www.ilregno.it)
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