EAN 9788810558485
A causa di una scommessa tra Dio e Satana, un uomo baciato dalla fortuna vede la sua esistenza lacerata all'improvviso dalla disgrazia. Perde i figli e i beni, si ammala, precipita in una grande desolazione, ma alla fine la sua determinazione e la sua fede lo ristabiliranno nella situazione di partenza. Nell'apparente linearità della trama, il libro biblico di Giobbe - che ha profondamente attratto Goethe e Melville, Jung e Roth, Kierkegaard e Kafka - tratteggia una figura molto distante dall'uomo paziente per antonomasia, come vorrebbe una lunga, proverbiale tradizione. Al contrario, delinea uno dei ritratti più compiuti di tutte le afflizioni possibili prodotti dalla letteratura del mondo antico. Con il suo dolore e il suo lamento Giobbe non elabora un'etica del dolore in quanto tale, una riflessione morale sul soffrire e sulle cause della sofferenza, ma parla del vero volto di Dio contro i fantasmi della teologia tradizionale, convinta che il dolore assolva a una funzione purificatrice.
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Umberto Masperi il 8 aprile 2024 alle 10:09 ha scritto:
Il dolore,soprattutto in certe circostanze,è sempre stato una realtà sconvolgente per l’uomo,in ogni tempo e in ogni civiltà.In tutte le sue forme porta alla possibilità di una risposta di ribellione.E’ significativa l’espressione:’GRIDO’ di dolore,anche se ci sono casi in cui ci si chiude in se stessi,mentre nella sofferenza escono suoni quasi non più umani,lamenti,sussulti di pianto-
In qualche caso poi si è portati a coinvolgere Dio,quasi fosse responsabile o perlomeno insensibile a quel grido.
* Un giorno,mentre uscivo,quasi come un automa, dal reparto di rianimazione dove era ricoverata una persona cara in coma da tempo,una signora vicina,con le lacrime,con tono risentito mormorava---:’Dicono che l’inferno è nell’altra vita;no! è quaggiu’. Dante nella prima cantica in quell’incontro,nella sofferenza della pena inflitta al dannato, ci mostra la sofferenza sulla sofferenza con le famose parole: Tu vuo’ ch’io rinovelli/disperato dolor che ‘l cor mi preme/ già pur pensando,pria ch’io ne favelli.../...parlare e lagrimar vedrai insieme’.
** Famoso nella Bibbia è il libro di Giobbe nel quale l’uomo giusto è colto da continue disgrazie che si accumulano,dopo una vita felice. Giobbe deve confrontarsi con tre amici che, invece di consolarlo,rispondono con il ricorso alla teologia; ad es. il primo rimanda al peccato dell’uomo,cui deve far seguito il castigo. Il card.Ravasi con questo libretto ci aiuta nella lettura del ‘libro di Giobbe’,difficile e sconcertante,anche con riferimenti a pensatori de nostri tempi,che se ne sono interessati. Lo svolgimento della ‘trama’ è complessa,quasi incomprensibile senza una guida,se manca un’adeguata spiegazione. Invece di una ribellione contro Dio (.... che mi colpì nelle parole di quella donna)impariamo un nuovo modo di ‘vedere’ Dio,un capovolgimento che solo la fede rende possibile.
LETTURA IMPEGNATIVA,ma necessaria di fronte al ‘mistero’ della nostra esistenza.I nostri vecchi dicevano:’bisogna aver la pazienza di Giobbe’,esprimendo,in certe circostanze,una forma di saggia rassegnazione;qui con l’aiuto che il biblista Ravasi offre,siamo invece portati a pensare: ‘ Ci serve una ‘conquista’ di Dio come,alla fine, ci fu in Giobbe.
Platone scrisse: ‘kalepà tà kalà’ ( difficili,faticose,sono le cose belle)-
Questo studio di mons.Ravasi lo conferma.