Scrutare gli orizzonti

Il volume, che si apre con un’introduzione del Curatore, preside dell’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, presenta gli atti della giornata di studio omonima tenutasi presso lo stesso Ateneo il 20 aprile 2015, in occasione della pubblicazione della lettera della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica dal titolo: Scrutate. Ai consacrati e alle consacrate sui segni di Dio, dell’8 febbraio 2014.

Il convegno ha visto tra l’altro la partecipazione e il saluto da parte di mons. José Rodriguez Carballo che, in quanto segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, è il secondo firmatario del documento stesso, e di Sr. Mary Melone, Rettore della PUA.

Gli interventi riportati nel volume sono anzitutto quello di Rosanna Virgili, dal titolo «Dio stese una nuvola come un tappeto (Sal 105,39). Le uscite del popolo di Dio sulle tracce dei profeti (lettura di Es 40,33-38; 1Re 17-19)» (pp. 19-34). L’esodo e il ciclo del profeta Elia sono contraddistinti dalla presenza di una nuvola, che discretamente, senza forzature, da un lato indica la Presenza, ma invita anche all’adesione in vista di un cammino ulteriore, nella fiducia e nell’abbandono, per un’uscita, per un andare verso la terra promessa dell’incontro. Questa nube è così metafora del cammino a cui è chiamata la vita religiosa oggi: un cammino di uscita al di fuori delle proprie sicurezze stantie per andare incontro alla novitas del Vangelo nella fiducia e nell’abbandono in Dio, appunto.

Troviamo poi un interessante intervento di mons. Paolo Martinelli, già preside proprio dell’Istituto di spiritualità della PUA, che riprende più esplicitamente il tema del convegno stesso: Scrutare gli orizzonti della vita consacrata (pp. 35-581 58). Il testo offre una profonda e attraente teologia della vita religiosa inserita al cuore della vita della Chiesa, a servizio e allo stesso tempo in un rapporto di mutuo arricchimento nei confronti delle altre vocazioni presenti all’interno del tessuto ecclesiale. «Obbedienza responsabile, povertà come modalità redenta di rapporto con le cose, verginità come generazione di vita più forte della morte sapranno mostrare la bellezza persuasiva dell’incontro con Cristo oggi. Ci sembra questa la testimonianza che ci si attende dai consacrati e dalle consacrate all’inizio del terzo millennio» (p. 57).

Il volume è inoltre arricchito di altri due interventi più brevi: La mistica dell’incontro, di Maria Gabriella Bortot (pp. 59-67) e Nel segno del piccolo di Amando Trujillo Cano (pp. 69-78). Il primo affronta in particolare la questione della vocazione decisiva a vivere delle relazioni vere ed evangeliche all’interno della vita religiosa, mentre il secondo offre una rilettura di ciò che può significare, in concreto, provare ad accogliere la chiave di lettura proposta dalla lettera Scrutate al n. 16: Nel segno del piccolo. Invita così a recuperare uno sguardo, una mentalità e una prassi del “piccolo” nella vita di ogni giorno e nel servizio pastorale-missionario.

Il volume termina con l’intervento di sintesi di Domenico Paoletti (pp. 79-83) che, tirando le fila della riflessione fatta, propone tre attenzioni per continuare la riflessione e il cammino di rinnovamento personale e comunitario: imparare a vivere una sana conflittualità tra fedeltà e rinnovamento; recuperare l’orizzonte escatologico della vita consacrata; crescere nella capacità di accogliere e valorizzare la bellezza dei carismi presenti all’interno della vita consacrata (cf 82-83).

Il testo riporta così una riflessione approfondita e gustosa sulle sfide più urgenti che la vita consacrata è chiamata ad affrontare oggi, in particolare il costante invito a un’adesione sempre più appassionata e allo stesso tempo più contestualizzata nell’oggi al Vangelo di Cristo, con l’unica forza che viene dal suo amore tenace e rispettoso: caritas Chirsti urget nos. Solo questo ci può aprire gli occhi per scoprire «quei ‘piccoli segni’ della ‘presenza nascosta’ di Dio, interpretati con quella fede profetica che ci permette di ‘intuire l’oltre’» (p. 71).

Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. III-IV/2016
(http://www.seraphicum.com)