Vivere il vangelo con Francesco D'Assisi
-Temi e figure della nascente fraternità minoritica
(Teologia spirituale)EAN 9788810541470
Wies?aw Block, polacco, frate minore cappuccino della Provincia di Varsavia, professore aggiunto di Spiritualità francescana sistematica presso l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum di Roma, presenta al pubblico il libro: Vivere il vangelo con Francesco d’Assisi. Temi e figure della fraternità minoritica. Questo volume esce come 29-ma opera nella collana «Teologia Spirituale» dell’Istituto menzionata sopra. Come accenna l’Autore nell’Introduzione, la sua ricerca riguardante «l’esperienza spirituale dei primi frati, vissuti accanto al Santo d’Assisi, s’inserisce nel progetto, molto più ampio ed esteso, e in atto già da alcuni decenni, di rivedere e descrivere in modo sistematico tutta la spiritualità francescana» (p. 13). La descrizione dell’esperienza spirituale e mistica dei primi frati, ossia della nascente fraternità minoritica, incontra varie difficoltà metodologiche (cf. pp. 9-12). Tra di esse sta il fatto che i frati delle prime generazioni (almeno la maggior parte di loro) non hanno lasciato scritti – la loro esperienza dev’essere ricavata dalle fonti secondarie. L’altra difficoltà nasce dal fatto che questi frati non hanno dedicato molte energie alla rifl essione sulla vita spirituale, l’hanno semplicemente vissuta. Un’ulteriore complicazione è che la moltitudine dei frati, vissuti accanto a san Francesco, rende impossibile lo studio di tutte le singole esperienze. L’Autore sceglie dunque di presentare nella prima parte del libro il modo di pregare della fraternità nascente e di descrivere nella seconda parte la vita spirituale di solo alcuni frati delle prime generazioni – di cui possediamo o i testi scritti o testimonianze degli agiografi. La prima parte del volume, «I primi passi del percorso spirituale della nascente fraternità minoritica» (pp. 17-100) è composta da due capitoli. Il primo, «I primi frati di Francesco» (pp. 19-45), è dedicato all’analisi di quei passi nelle fonti che riportano le notizie circa la composizione del primo gruppo dei frati. Insieme con l’Autore leggiamo i loro nomi, rendendoci conto delle difficoltà nel pronunciarsi con precisione sulla composizione del gruppo. Emerge invece con più chiarezza «l’assoluta spontaneità dell’adesione dei primi fratelli» (p. 35) e il passaggio dalla fraternitas iuvenes alla fraternitas minoritica. Poi l’Autore dedica alcune pagine a raccontare la crescita numerica della fraternità: da un gruppo di dodici a una schiera di 5000 mila frati. Il secondo capitolo della prima parte s’intitola «Elementi caratteristici della vita di preghiera dei primi frati» (pp. 47-100). Ciò che in maggior misura caratterizzava la vita delle prime comunità era un equilibrio tra vita apostolica e vita contemplativa, la novità del modo di scegliere i luoghi dove abitare (ma da qui nascono anche i problemi nell’ambito della formazione); la semplicità della vita di preghiera (che consisteva all’inizio nel recitare Pater Noster e l’antifona Adoramus, o nella semplice adorazione della croce); l’amore per l’Eucarestia e la riverenza per i sacerdoti, etc. L’ultima parte di quel capitolo è dedicata agli studi nell’Ordine – si parla dei primi centri universitari dell’Ordine, dell’entrata nell’Ordine di persone dotte e istruite. La seconda parte del libro in questione, «La spiritualità di coloro che hanno conosciuto Francesco d’Assisi» (pp. 101-343), è dedicata alla descrizione dell’esperienza spirituale dei singoli frati delle prime generazioni. La domanda di fondo che guida la rifl essione è la seguente: come (se affatto) i seguaci di Francesco hanno accolto il suo insegnamento e come l’hanno messo in pratica nella loro vita. L’Autore analizza i dati raccolti dagli scritti di quei frati o dalle fonti secondarie in cui appaiono le loro figure. Il primo frate che incontriamo in questa parte del libro è Bernardo di Quintavalle, modello di conversione e di totale adesione alla vita evangelica (pp. 103-134). Il secondo è frate Leone, chiamato da san Francesco frate Pecorella. Le fonti svelano soprattutto la sua missione di ricordare, di narrare, di conservare la memoria degli inizi della vita evangelica di Francesco (pp. 135- 166). Il terzo capitolo s’intitola «Cesario da Spira – l’irripetibile amicizia con Francesco» (pp. 167-184) e presenta le vicende di quel frate tedesco, esperto in Sacra Scrittura, cui è stato richiesto da Francesco di partecipare alla redazione della Regola. Le pagine seguenti (pp. 185-211) raccontano la figura di frate Egidio d’Assisi. Frate Egidio, laico, senza preparazione accademica, viene delineato dalle fonti come «un uomo saggio, che attraverso un linguaggio spontaneo e semplice riuscì a trasmettere agli altri la sua esperienza del Signore» (p. 209). Il quinto capitolo (pp. 213-247) descrive la storia e i tratti della spiritualità del frate agiografo, Tommaso da Celano, a cui Arnold di Sarrant attribuisce il titolo di «evangelista francescano» (insieme a frate Leone, frate Giuliano da Spira e Bonaventura). Il sesto frate presentato nel libro è fra Rizzerio da Muccia, autore di uno dei primi trattati spirituali minoritici: Qualiter anima, in cui ha racchiuso tutto ciò che ha imparato da Francesco («Rizzerio da Muccia: ‘la pace perfetta dell’anima’», pp. 249-255). Seguono le pagine dedicate dall’Autore a Simone da Collazzone, esempio delle virtù minoritiche (pp. 257-266). Poi vediamo fra Giordano da Giano, autore della Cronaca, che viene presentato, grazie all’analisi della sua opera, come un uomo sincero con se stesso, cosciente dei suoi sbagli ma anche riconoscente al Signore per avergli dato numerose occasioni di crescere e proseguire nella vita spirituale (pp. 267-296). La penultima figura raccontata da p. Wies?aw Block è quella di fra Giovanni da Pian del Carpine (pp. 297-325), «il primo europeo, il primo cristiano e il primo minore» ad essere missionario, ambasciatore del Papa e… spia nelle lontane terre dell’Asia – allora impero dei mongoli. La lettura delle pagine dedicate a quel frate, autore della Historia mongalorum quos nos tartaros appellamus, mostra che è stato possibile conciliare lo stile di vita minoritico con una missione così difficile, delicata ed importante. L’ultimo, decimo capitolo della seconda parte del libro s’intitola: «Antonio di Padova, iniziatore della scuola francescana e dottore evangelico» (pp. 327-343). La vita di quel santo frate testimonia la possibilità di «simbiosi tra l’agostinismo intellettuale e spirituale e il francescanesimo» (p. 343). Segue poi la conclusione (pp. 345-350), la bibliografia (pp. 351-370) e l’indice dei nomi. Nell’introduzione l’Autore sottolineava che il suo libro è destinato specialmente agli studenti della spiritualità francescana dell’Istituto in cui l’Autore lavora. Da qui nasceva ad esempio la scelta di usare il linguaggio semplice, di citare in abbondanza le fonti storiche nella loro traduzione italiana. Questi sono i fattori che rendono il libro accessibile anche per un pubblico più ampio, che certamente trarrà profitto dalla lettura di queste pagine, da cui emergono la bellezza e l’attualità della spiritualità vissuta e proposta da san Francesco e poi ripresa e personalizzata dai suoi primi compagni.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. III-IV/2013
(www.seraphicum.com)
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Mario Melandri il 31 agosto 2017 alle 14:54 ha scritto:
La grande originalità e ricchezza della figura religiosa del Santo di Assisi si esprime anche nei singoli caratteri umani e spirituali dei suoi primi compagni. Anche loro uomini di sorprendente disponibilità a cambiare profondamente la loro vita.