«Miei signori, figli e fratelli»
-Francescanesimo e sacerdozio
(Teologia spirituale)EAN 9788810541388
Chi è il francescano sacerdote, oggi? È la domanda che attraversa le pagine di questa stimolante ricerca. L’A., ministro provinciale dei Cappuccini di Bari, nonché docente stabile di teologia sistematica nella Facoltà Teologica Pugliese, cerca di intravedere la ricchezza della coniugazione dei voti religiosi con il ministero ordinato, nella peculiarità carismatica dell’esperienza francescana ultrasecolare con il ministero presbiterale nella complessità dottrinale che si è sviluppata nell’ultimo cinquantennio, tra continuità storica ed innovazione postconciliare. La riflessione storico-teologica di ampio respiro e gli approfondimenti puntuali rispondono ai fenomeni in corso, all’interno degli ordini religiosi derivati da Francesco di assisi. Si tratta della sua attualizzazione, considerati “i segni dei tempi e dei luoghi” come indicato dalla Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita religiosa (il decretum de accomodata renovatione), approvato dal Concilio Vaticano II, il 28 ottobre 1965. Seguendo lo stesso A., i primi due capitoli riconsiderano la condizione dell’unica fraternità francescana in cui “l’intreccio tra sacerdozio e vita religiosa” (11-21) fu una realtà esistente fin dalle origini (25-55). La rilettura storicamente puntuale della presenza dei preti tra i primi seguaci di Francesco e della considerazione che egli ebbe nei loro confronti, è davvero illuminante della loro presenza nella fraternitas minoritica: una dimensione accanto a quella dei soli religiosi che animava l’unica fraternità. Come diceva Francesco: “in essi vedo il Figlio di Dio” (49-54), in particolar modo per il loro rapporto con la celebrazione eucaristica, la remissione dei peccati e la predicazione della Parola divina. E questo riguardava tanto quelli che erano suoi discepoli di vita, quanto tutti i preti della Chiesa. La trasformazione “clericale” dei francescani iniziò ben presto, ma il fenomeno dei francescani sacerdoti si accentuò progressivamente nei secc. XV-XVI e crebbe nei secoli seguenti fino al secolo XX (55-68). Di conseguenza nella comunità francescana si delinearono tre tipi: i frati sacerdoti abilitati alla predicazione, i frati sacerdoti con il solo compito di celebrare la messa, i frati laici, “con differenti statuti giuridici e tre differenti percorsi formativi” (63). La recezione del Vaticano II è studiata nel quinto capitolo (169-192), partendo dal pronunciamento di Pio XII sull’ordine sacro, nel 1947, l’A. sottolinea che la riflessione conciliare circa il contenuto del ministero sacerdotale “rimette al primo posto la predicazione del Vangelo” (75) e successivamente analizza i passaggi significativi degli ultimi interventi magisteri ali, per concludere che ancora scarsa è stata la considerazione teologica sull’identità del frate sacerdote in genere e nelle famiglie francescane in modo specifico, per una serie di ragioni interne ad esse e per altre provenienti dal contesto ecclesiale generale di quei decenni postconciliari. Sono interessanti le annotazioni nella storia della recezione del Vaticano II che rilevano efficacemente quella “transizione epocale” come la qualifica Giuseppe Alberigo, che quell’evento ha originato in ogni ambito del mondo cattolico. L’apprezzabile contributo alla definizione del francescano sacerdote è nel quinto capitolo (93-133). L’A. sinteticamente la indica nell’essere egli “ministro di Cristo fratello e servo” e individua essere il suo “sacerdozio nutrito di francescanesimo”. I tratti di questa identità o i valori tipicamente francescani che alimentano “ministero presbiterale” sono i seguenti. Il primato del dono ricevuto e del ministero vede il francescano rispettoso di Dio, puro e umile, con una personalità espressiva di umanità “fratello tra i fratelli, fratello per i fratelli”, dentro la comunità francescana e nella Chiesa locale in cui opera con il ministero ordinato. In lui “la stola e il grembiule” sono i segni della configurazione a Cristo in quanto capo e pastore della Chiesa. La predicazione del Vangelo diventa autorevole quanto più preceduta dall’ascolto della Parola. La celebrazione liturgica nella sua ampia accezione, centrata in quella eucaristica, diventa per lui luogo dello stupore e della relazione”. Il suo ministero di creare comunione ha il canale privilegiato della misericordia che nella riconciliazione dei peccatori trova momenti di massima esaltazione. Il prete francescano, frate minore, diventa “itinerante verso le periferie” nel significato più diverso, da quello antropologico e sociologico a quello religioso delle devozioni popolari. Da ultimo, per l’A. “tali tratti della identità del frate minore sacerdote esige di essere scolpita attraverso un itinerario formativo attento a coniugare le esigenze generali fornite dalla Chiesa nella formazione dei presbiteri con lo specifico francescano” (126-132). Tra le tante considerazioni circa gli ambiti irrinunciabili come il ruolo della fraternità, le esperienze pastorali, meritano una particolare attenzione quelle riguardanti la formazione culturale, cioè “lo studio in conformità alla tradizione teologica francescana” (126-130). Su di esso l’A. richiama l’attenzione con prospettive stimolanti. Chiudono questa parte “propositiva” o “progettuale” le rapide considerazioni circa la condizione del frate francescano che rimane diacono e di quello chiamato all’episcopato (130-132). Le considerazioni storiche e teologiche, culturali pastorali dell’A. sono compiute alla luce dell’insegnamento e dei comportamenti di S. Francesco e della evoluzione del francescanesimo nel corso dei secoli. Esse rappresentano un modo di recepire la grande lezione del Concilio Vaticano II. Inoltre, la comprensione della storia francescana, costruita sul riferimento alle fonti,consente di “osare” nuove stagioni rinnovatrici. L’A., in conclusione, auspica ulteriori approfondimenti degli elementi offerti, “affinché tali carismi illuminino pienamente l’esercizio del ministero sacerdotale e trovino nella Chiesa e nella comunità degli uomini espressione piena e autentica” (133). È il desiderio di chi ha letto con attenzione ed auspica negli anni del terzo millennio cristiano la fioritura del ceppo francescano, a ottocento anni dalla sua impiantazione in Italia, in Europa e nei cinque continenti.
Tratto dalla Rivista di Scienze Religiose di Brindisi "Parola e Storia" n.2-2010
-
6,00 €→ 5,70 € -
9,00 €→ 8,55 € -
25,00 €→ 23,75 €
-
-
-
24,60 €→ 19,68 € -
-
-
concilio vaticano II, francescanesimo, mistica, teologia spirituale, spiritualità francescana, ministero presbiterale, Vocazioni sacerdotali, Francesco d'Assisi (santo)