Cento Temi di vita consacrata. Storia e Teologia, Spiritualità e Diritto
(Problemi di vita religiosa)EAN 9788810506936
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DETTAGLI DI «Cento Temi di vita consacrata. Storia e Teologia, Spiritualità e Diritto»
Tipo
Libro
Titolo
Cento Temi di vita consacrata. Storia e Teologia, Spiritualità e Diritto
Autore
Maccise Camilo
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810506936
Pagine
408
Data
gennaio 2007
Peso
442 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Profondità
1,2 cm
Collana
Problemi di vita religiosa
COMMENTI DEI LETTORI A «Cento Temi di vita consacrata. Storia e Teologia, Spiritualità e Diritto»
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Recensione di Lorenzo Prezzi della rivista Il Regno
Cento temi di vita consacrata si presenta alla prima lettura come un piccolo e prezioso manuale della vita religiosa, una «summula» di competente sapienza su un mondo di molte identità e sfaccettature. Ma in questo caso il contenuto non è frutto d’indagine, seppur accurata, sulla sterminata bibliografia in merito, quanto piuttosto dell’esperienza diretta dell’autore. L’autore è Camilo Maccise, un nome non ignoto al lettore de Il Regno. Nato nel 1937 a Toluca in Messico è carmelitano scalzo dal 1954 e prete dal 1962. Fra gli anni ottanta e novanta la sua responsabilità di provinciale, di consigliere generale e di padre generale della sua congregazione lo proiettano al centro del sofferto rinnovamento della vita religiosa. In particolare per tutti gli anni novanta ricopre ruoli centrali (consigliere e presidente) dell’Unione dei superiori generali (USG). Organizza il lavoro dell’USG, decine di plenarie con tutti i superiori maggiori, il grande convegno internazionale del 1993 (cf. Regno-att. 22,1993,649), l’apporto dei religiosi al sinodo sulla vita consacrata e la ricezione dell’esortazione apostolica postsinodale Vita consecrata. È stato testimone privilegiato dei molti elementi di rinnovamento, del contestuale crescere di forme nuove di vita consacrata e dei punti critici maggiori (dalla spaccatura delle carmelitane alle difficoltà sperimentate dai gesuiti, dai paolini e da altre famiglie religiose oltre che dall’insieme dei religiosi latinoamericani). Il volume si presenta come una serie di schede (esattamente 100 come dice il titolo) su tutti gli aspetti della vita consacrata, organizzati in dieci parti: storia della vita consacrata; fondamenti biblico-teologici della vita consacrata; la consacrazione; consacrazione e voti; la comunione nella vita consacrata; la missione della vita consacrata; la formazione per la vita consacrata; la spiritualità della vita consacrata; la vita consacrata e i suoi aspetti giuridici; le sfide attuali per la vita consacrata. La prima impressione è la capacità di controllare e dipanare la straordinaria matassa dell’insieme della vita consacrata. Basta dare un’occhiata alla parte storica per avvedersene: dal primo eremita (Paolo di Tebe) alle forme cenobitiche di Pacomio e Basilio, dalla regola di Agostino a quella di Benedetto, dalla nascita degli ordini mendicanti nel XIII secolo ai chierici regolari del XVI secolo, dagli istituti missionari a quelli secolari, dalle società di vita apostolica alle nuove forme di vita consacrata. Ma anche le indicazioni precise ed essenziali relativamente al diritto proprio mostrano una larga esperienza e conoscenza dirette: erezione e soppressione, il governo, l’ammissione dei candidati, l’apostolato, la separazione dall’istituto, le conferenze dei superiori maggiori ecc. Se un timbro e una tonalità prevalenti sono da indicare, punterei l’attenzione sul Vaticano II. Il Concilio e la sua successiva ricezione sono costantemente evocati e ripetutamente illustrati nella loro decisiva dimensione di comprensione e rinnovamento per la vita consacrata. Dalla precedente collocazione della vita religiosa nell’ambito dei «consigli» e dello stato di perfezione, di contro ai «precetti» dei cristiani comuni il cui orizzonte è la salvezza, si passa a considerare la comune chiamata alla santità, entro cui la vita religiosa è «un modo, una forma particolare di tendere a quello che è un obbligo e un impegno di tutti i discepoli di Cristo» (48). La dottrina conciliare sulla vita religiosa si colloca dentro lo straordinario approfondimento ecclesiale, liturgico e storico operato dall’assemblea episcopale. Nei confronti della vita religiosa c’è «un riferimento maggiore alla Scrittura e si tiene conto delle lezioni derivanti dalla vita pratica e delle nuove sfide che il cambiamento dei tempi presenta, nonché dei mutamenti socio-culturali ed ecclesiali che comporta» (70). Né il calo numerico dei religiosi e delle religiose, né le numerose difficoltà legate al rinnovamento, né il superficiale ma esteso pregiudizio a sfavore della vita religiosa smuovono l’autore dall’amore ai testi e alle intuizioni conciliari. In essi si manifesta appieno la ragione di sempre della vita religiosa come sequela: «Sebbene in principio si facesse solo un voto di consacrazione a Dio e soltanto a partire dal XII secolo si sia articolato questo voto nei tre attuali, la vita religiosa fin dai suoi inizi interpretò le tre richieste per seguire Cristo in maniera particolare: la relativizzazione dei vincoli familiari venne tradotta nella consacrazione alla castità; la relativizzazione dei beni fu concretizzata nella povertà e il portare la croce fu espresso nell’obbedienza» (51). L’attenzione e il sostegno alla vita religiosa femminile e la crescente centralità della vita comune per tutta l’esperienza religiosa rappresentano altri due punti caratterizzanti il volume. Le donne costituiscono la grande maggioranza della vita consacrata e non sempre, sia nella vita monastica che in quella apostolica, la loro identità e il loro genio sono stati riconosciuti e valorizzati. «Non possiamo certamente negare che, a partire dal Vaticano II, le donne consacrate hanno incominciato anche a dire una parola dalla loro prospettiva femminile nel campo della teologia della vita consacrata (…), (anche se) continua a predominare la riflessione teologica maschile anche in quello che riguarda la vita religiosa femminile, specialmente quella contemplativa, privando così la teologia di una ricca gamma di punti di vista validi non solo per la vita religiosa femminile, ma anche per quella maschile » (364). La centralità della vita comunitaria ha trovato espressione autorevole nel documento della Congregazione per gli istituti di vita consacrata, La vita fraterna in comunità del 1994. Tanto da diventare un punto fermo per il futuro: «Bisogna formare le nuove generazioni al senso comunitario e fraterno. Bisogna introdurle dentro il dinamismo pratico dell’edificazione di una comunità, senza che per questo si chiudano dentro il proprio gruppo» (185). «Di fronte alla sua crisi di riduzione, la vita consacrata s’interroga sul proprio futuro, sulla sua nuova identità e missione. L’epoca in cui viviamo è caratterizzata da disincanto, crisi e sconcerto, ansia davanti al futuro, senso di oscurità» (386): il futuro della vita consacrata sarà a caro prezzo. Essa deve assumere consapevolmente la percezione dell’«esilio» e del «resto», la disponibilità alla «gratuità» del proprio esistere e alla prova della «notte oscura» della fede. Ma è nel fondo di un’esperienza in cui il tramonto sembra prevalere sulle albe che prende vigore la profezia, la disponibilità ad aprire nuovi fronti per l’evangelizzazione, a produrre «rifondazioni» credibili e serie, a rinnovare il proprio ed essenziale dono alla Chiesa: la spiritualità carismatica. E cioè: «Un’identificazione con Gesù Cristo in uno stile alternativo di vita fraterna, un’atteggiamento permanente di esodo e conversione, un ascolto personale e comunitario della parola di Dio, un’esperienza rinnovata del mistero dell’incarnazione senza dicotomie, la libertà fiduciosa o parresia» (308).
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 2
(http://www.ilregno.it)
Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 2
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