Il profumo dell'amore
-Un percorso di cristologia affettiva
(Teologia viva)EAN 9788810409923
Vincenzo Battaglia, OFM, è professore di cristologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Dopo averci fatto “gustare” l’opera Cristologia e contemplazione, in tre volumi (EDB, Bologna 1997-2011), ci presenta, con il presente saggio, l’ultimo frutto della sua ricerca intenta all’elaborazione di un «progetto teologico e formativo, incentrato sul rapporto tra cristologia e contemplazione» (p. 7). Come lo stesso A. afferma nell’introduzione, tale progetto, sul quale sta lavorando da molti anni, lo ha condotto «a sviluppare progressivamente la riflessione sulla sensibilità e sull’affettività nella vita di fede» (p. 7). Questo spiega il titolo del saggio e ne introduce il contenuto.
Il tema è sviluppato sulla base di un’accurata analisi di due episodi evangelici, in cui Gesù viene unto/profumato da alcune donne con unguento odoroso. Luca narra di una peccatrice, da non confondere con Maria Maddalena, che cosparge di profumo i piedi di Gesù, nella casa di un fariseo (Lc 7,36-50). Marco, Matteo e Giovanni, invece, raccontano l’unzione avvenuta a Betania (Mc 14,3-9; Mt 26,6-13; Gv 12,1-8); per Marco e Matteo la donna protagonista è anonima e versa il profumo sul capo di Gesù; per Giovanni si tratta di Maria, la sorella di Marta e Lazzaro, e l’unzione riguarda i piedi. La motivazione della scelta del tema è la seguente: «I due racconti di unzione/profumazione sono gli unici in cui Gesù si lascia “toccare” a lungo da qualcuno, e a farlo sono proprio alcune donne, le quali stabiliscono con lui un rapporto di fede e di amore» (p. 9).
Il saggio è suddiviso in due parti. Nella prima, intitolata “I racconti evangelici” e a cui vengono dedicati i primi due capitoli, l’A. svolge una diligente analisi delle due narrazioni evangeliche, ricorrendo a vari studi di esegesi e di teologia biblica (utilizzando soprattutto il metodo narrativo). Analizzando il passo di Luca, tra i diversi spunti che emergono, viene osservato che amore e fede vanno di pari passo, nel senso che «l’amore è quel modo di “sentire” affettivo verso Gesù che, mettendo in relazione con lui, non può non comportare la fede» (pp. 30-31). Inoltre, la dichiarazione conclusiva fatta da Gesù che la fede ha salvato la donna «significa che l’amore da lei mostrato verso Gesù è, nel suo caso, la forma sensibile, anche corporea, assunta dalla sua fede» (p. 31). Riguardo all’unzione a Betania, colpisce immediatamente la quantità esorbitante del profumo versato, nonché il suo preziosissimo valore. Come nota l’A., la donna anonima e Maria testimoniano che, nel loro cuore, Gesù occupa uno spazio tanto grande quanto è la generosità dimostrata nei suoi confronti; «per le due donne l’amore per e verso Gesù non ha prezzo!» (p. 44). Nella seconda parte, di quattro capitoli e intitolata “Percorsi di storia dell’interpretazione e modelli di vita cristiana”, l’A. ricostruisce la storia dell’interpretazione dei due episodi evangelici, dai Padri della Chiesa al XX secolo, attraverso opere selezionate che appartengono per la maggior parte all’attività esegetica e omiletica, senza comunque tralasciare alcuni importanti testi della letteratura spirituale e mistica, compresi alcuni commenti al Cantico dei cantici (spesso richiamato dagli autori citati). Inizia, quindi, con la presentazione di alcuni dei principali apporti sul tema da parte dei Padri della Chiesa, da Origene a Gregorio Magno, nel terzo capitolo; il quarto e il quinto capitolo sono riservati al periodo medievale, trattato secondo due distinti filoni: quello monastico, cistercense e domenicano (quarto capitolo), e quello francescano (quinto capitolo); il sesto ed ultimo capitolo, infine, è dedicato ad altre letture che spaziano in un periodo compreso tra il XIII e il XX secolo e che si chiude con Romano Guardini. Ci troviamo di fronte ad una ricchissima e preziosissima rassegna analitica di contributi sul tema, che denota, tra l’altro, l’indiscussa competenza dell’A.
Nell’epoca patristica, osserva l’A., si registra presto la tendenza a sovrapporre e incrociare i due racconti evangelici, fino ad arrivare, con Gregorio Magno, a sintetizzare in un’unica figura femminile, Maria Maddalena, le donne protagoniste dei due episodi. I Padri aiutano a delineare sia i sentimenti delle donne che entrano in relazione con Gesù, sia il comportamento e l’insegnamento di Gesù. In sintesi: «Contrizione, distacco definitivo dal peccato, devozione, amore colmo di fervore che purifica, cancella e lava tutti i peccati, fede ardente nella divinità e nell’umanità del Figlio di Dio: sono questi gli atteggiamenti interiori giustamente riconosciuti alle donne, sono queste le virtù proposte alla Chiesa e ai singoli fedeli, è questo il buon profumo che deve riempire il mondo intero» (p. 61). Nel medioevo si insisterà ancora di più nel concentrare tutto in un’unica figura femminile, Maria Maddalena, «che diventa modello di un modo di vivere profondamente rinnovato da una conversione sincera e definitiva, sfociata nell’unione amorosa con il Signore Gesù» (p. 97). I sentimenti e le virtù proposti ruotano attorno al trinomio compunzione/contrizione, devozione e amore, considerati come «gli unguenti profumati con cui la Chiesa, come ogni discepolo e discepola, ungono il Signore Gesù, il quale, a sua volta, suscita, con il suo profumo, un ardente desiderio di sé cui non si può, non si deve resistere» (p. 97). Nell’ultimo capitolo, vengono offerti ulteriori spunti di riflessioni attraverso voci ed esperienze appartenenti a periodi storici ed ambienti ecclesiali diversi – tra cui esponenti della mistica medievale inglese, alcune seguaci di Chiara d’Assisi, Teresa di Liesieux, ecc. – ma che hanno un denominatore comune: l’esercizio della contemplazione. Il percorso di cristologia affettiva, offertoci dall’A., si conclude con la sottolineatura del primato della vita interiore sull’attività esteriore, in quanto è la prima che sostiene, alimenta e compenetra la seconda (p. 187). Per usare le parole di R. Guardini, «l’esteriore sarà reale nella misura in cui sarà giustificato dall’interiore. Ciò che non sussiste anche dentro cadrà. Entrerà nella nuova ed eterna creazione solo quanto è sostenuto dall’interno ed è vero» (GUARDTNT, Il Signore, 260, citato a p. 187).
Come emerge anche dalla nostra semplice sintesi della struttura e dei contenuti del saggio, sembra chiaro e ben delineato il rapporto tra cristologia e contemplazione, nonché la posizione dell’A. al riguardo, come si evince specialmente dalle ultime battute dell’ultimo capitolo, appena richiamate. Un progetto, quindi, a nostro avviso ben riuscito, attraverso la rivisitazione e la valorizzazione dei sensi corporei e spirituali, che traccia un percorso di cristologia affettiva molto valido e originale. Difatti è un tema, quello della sensibilità affettiva, che, pur essendo fondamentale nella vita concreta di ogni uomo e donna, si incontra di rado nei manuali e nei saggi teologici dell’epoca contemporanea. Va dunque recuperato e valorizzato perché, a nostro avviso, può contribuire molto, tra l’altro e in un orizzonte più ampio, nel rendere la teologia sempre più “sapienziale” e meno razionale/speculativa.
L’A., nella conclusione, esplicita la sua intenzione di non proporre una sintesi completa delle letture presentate, da cui già emerge chiaramente «la validità dell’insegnamento offerto da uomini e donne che, per primi, hanno assaporato il profumo inebriante dell’Amore» (p. 189). Una scelta assolutamente plausibile, anche se, a nostro avviso, il lettore, specialmente se “non addetto ai lavori”, potrebbe aspettarsela. Tuttavia, ci auguriamo che il progetto teologico e formativo del professor Battaglia non termini qui, ma continui ad offrirci qualche altro delizioso frutto, dove poter riprendere e approfondire ulteriormente questi temi, magari con anche qualche richiamo in più sull’azione dello Spirito Santo – che per ovvie ragioni non rientra nel tema del presente saggio, per cui può esservi richiamata solo nell’introduzione e nella conclusione. Difatti, in un percorso di cristologia affettiva, lo Spirito Santo gioca un ruolo fondamentale, in quanto, come lo stesso A. afferma, non solo l’intimità amorosa con il Signore è vissuta nello Spirito Santo (pp. 190-191), ma «la sensibilità affettiva del cristiano viene modellata progressivamente dallo Spirito Santo per essere conformata a quella del Signore Gesù» (p. 7). Va comunque sottolineato che su ciò il Nostro ha già scritto molto, ad esempio, nell’opera Cristologia e contemplazione, già menzionata all’inizio.
In conclusione, il saggio è molto ricco e ben documentato, rispondendo ai criteri di scientificità, e al contempo sintetico, scorrevole e di facile lettura. È, quindi, da considerarsi molto utile per i teologi, ma anche accessibile e apprezzabile da tutti. Può essere oggetto di studio, ma anche di meditazione personale, in quanto diverse pagine e molte citazioni sono davvero profonde, belle ed edificanti. Mettere insieme questi due aspetti, a nostro avviso, è un compito tanto arduo quanto necessario ed efficace per lavori del genere e, a nostro giudizio, il professor Battaglia ci è riuscito egregiamente, mostrando abilità nella scrittura, profonda conoscenza del tema e lasciando intravedere, dietro lo scritto, una vita spirituale ricca e matura, come lo dimostra la sua bella preghiera conclusiva che, al pari di alcune testimonianze riportate nel saggio, effonde anch’essa il buon profumo dell’Amore.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n. I-II/2018
(http://www.seraphicum.com)
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