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Descrizione
Nel pensiero morale cattolico il soggetto risponde dei suoi atti in quanto sono volontari. Il peccato involontario, pertanto, non è imputabile moralmente al soggetto, non può essere oggetto di penitenza e non necessita di perdono. Involontario è anche il male causato da coscienza invincibilmente erronea, che pure è norma di condotta. Tale dottrina, che ancora domina il pensiero teologico-morale cattolico, ha suscitato negli ultimi anni molto disagio e difficoltà varie. Non casualmente l'allora card. Ratzinger e papa Giovanni Paolo II hanno espresso dubbi su di essa, giacché sembra togliere consistenza e tragicità al male provocato dall'uomo. Una rilettura integrale della questione è resa possibile dalla tradizione teologica delle Chiese ortodosse, che hanno conservato la nozione di peccato involontario, un peccato del quale costantemente si chiede penitenzialmente perdono a Dio nelle celebrazioni liturgiche e sacramentali. Segno della debolezza originaria dei figli di Adamo, il peccato involontario costituisce pur sempre un male addossabile all'uomo e al suo agire. L'autore analizza le fonti e i concetti che sostengono la posizione della tradizione ortodossa, così come appaiono nella liturgia, nella letteratura patristica e nella teologia ortodossa contemporanea. Nella conclusione, esprime la convinzione che tale tradizione può aiutare a ritrovare la percezione adeguata della serietà del male, di ogni male, anche di quello del quale l'uomo è causa pur non facendolo oggetto del suo volere.
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DETTAGLI DI «I limiti dell'innocenza»
Tipo
Libro
Titolo
I limiti dell'innocenza - Il peccato involontario nel pensiero cattolico e nella tradizione orientale
Autore
Petrà Basilio
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810406113
Pagine
200
Data
marzo 2011
Peso
278 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Profondità
1,4 cm
Collana
Etica teologica oggi
Recensioni di riviste specialistiche su «I limiti dell'innocenza»
Nella morale cattolica il soggetto risponde dei propri atti in quanto volontari. Il peccato involontario, pertanto, non è imputabile moralmente al soggetto e non necessita di perdono. Involontario è anche il male causato da coscienza invincibilmente erronea, che pure è norma di condotta.Tale dottrina, ha suscitato negli ultimi anni molto disagio. Una rilettura integrale della questione è resa possibile dalla tradizione teologica delle Chiese ortodosse, che hanno conservato la nozione di peccato involontario, un peccato del quale costantemente si chiede penitenzialmente perdono a Dio nelle celebrazioni liturgiche. L’a. analizza le fonti e i concetti che sostengono la posizione ortodossa, così come appaiono nella liturgia, nella letteratura patristica e nella teologia contemporanea. Nella conclusione, esprime la convinzione che tale tradizione può aiutare a ritrovare la percezione adeguata della serietà del male, di ogni male, anche di quello del quale l’uomo è causa pur non facendolo oggetto del suo volere.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 6
(http://www.ilregno.it)
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