Gesù Cristo salvezza di tutti
(Nuovi saggi teologici) [Libro in brossura]EAN 9788810405925
Per esplicitare fin dal primo momento l’intimo legame tra la persona di Gesù e la salvezza da lui offerta, il titolo del libro parla di Gesù Cristo come salvezza dell’uomo e non semplicemente come suo salvatore. Egli infatti non ha portato dei beni, per quanto grandi, che siano estranei alla sua persona. E l’influsso salvifico di Gesù e del suo Spirito non conosce frontiere, se non la possibilità, tremenda, che si apre a ogni essere umano, di dire «no». La mediazione universale di Gesù e la rilevanza della cristologia per la dottrina della creazione dell’uomo sono i temi fondamentali che l’a. affronta da diversi punti di vista nei contributi confluiti nel vol.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 20 del 2009
(http://www.ilregno.it)
Il breve volume del gesuita L.F. Ladaria, attuale Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, riunisce alcuni articoli pubblicati tra il 2003 e il 2006, avente come tema la questione della salvezza di Gesù Cristo e la sua dimensione universale. I punti di riferimento della riflessione soteriologica di Ladaria sono: la Sacra Scrittura, in particolare il Nuovo Testamento, i Padri della Chiesa, i due concili antichi di Calcedonia (451) e di Costantinopoli III (691) e il concilio Vaticano II.
Il testo è suddiviso in cinque capitoli. Nel primo capitolo Cristo «perfetto uomo» e «uomo perfetto», l’autore precisa - riprendendo la famosa definizione di Karl Rahner - che la perfezione e l’autonomia dell’umano crescono direttamente con la dipendenza radicale da Dio. La condizione filiale di Gesù Cristo manifesta la perfezione della sua umanità. Cristologia e antropologia sono due aspetti della stessa incarnazione. Il Verbo è l’immagine del Padre e l’uomo è creato ad immagine del Verbum incarnandum. «Vocazione in Cristo e autonomia creaturale dell’uomo crescono pertanto nella stessa proporzione e non si possono assolutamente contrapporre» (25). Se da un lato la cristologia costituisce il paradigma dell’antropologia e non viceversa, la cristologia presuppone un’antropologia (cf 25- 26).
In questo primo capitolo Ladaria avrebbe potuto maggiormente precisare cosa voglia veramente affermare quando scrive che Gesù non ha una libertà umana «distinta» dalla divina (cf 13). Nella nota 17, dopo aver citato Kasper e Sesbou é, precisa che del Verbo non si può predicare una libertà umana poiché alla persona e non alla natura è attribuita la libertà, a differenza della volontà che viene invece predicata della natura. In Gesù Cristo, quindi, vi sono due volontà (divina e umana) e una sola libertà, appunto quella divina: «per questo la libertà è una sola» (13, nota 17). Benché l’autore precisi che la libertà divina si è umanizzata in Gesù ed è esercitata umanamente, rimane questo un punto poco chiaro nell’argomentazione di Ladaria, anche perché ci si può chiedere: in Dio-trinità vi sono tre distinte libertà o una sola libertà divina che diversamente è appropriata da ogni persona divina? Nel secondo capitolo «L’antropologia cristiana come proposta di un nuovo umanesimo » l’autore si rifà ai dati dell’antropologia biblica e li interpreta alla luce dei testi del Concilio Vaticano II, in particolar modo Gaudium et Spes (n° 22). Nel terzo capitolo Ladaria mette a fuoco come Dio ha realizzato la salvezza dell’umanità.
Al centro della riflessione viene messo in risalto il testo della lettera agli Ebrei (5,7-10), in cui si sottolinea che il Figlio di Dio ha imparato dalle cose che patì. È un capitolo centrale nell’argomentazione di Ladaria, dove emerge l’essenzialità dell’umano come via della salvezza. L’autore esplicitamente afferma che in quanto uomo Cristo è stato salvato in tutto, eccetto che dal peccato, per divenire salvatore nostro. «Cristo può essere il salvatore perché nella sua umanità ha sperimentato e ha ricevuto la salvezza da Dio; in una parola, è stato salvato» (69). Nella sua umanità, dunque, il Verbo di Dio è stato salvato. La differenza tra l’umanità di Gesù e la nostra, tra il nostro essere stati salvati e il suo essere stato salvato, consiste nel fatto che Gesù non è stato salvato dal peccato, che non ha potuto commettere, e noi invece siamo stati salvati anche dal peccato e che questa salvezza ci è stata comunicata dal Salvatore salvato. «Dato il legame col corpo, lo stesso che è il salvatore di tutta l’umanità è il salvato, perché non esiste senza il legame col corpo. Cristo, che è salvatore in quanto capo, è anche salvato in quanto capo unito indissolubilmente al corpo» (76).
Un inscindibile legame sussiste tra l’umanità di Cristo e la nostra. La pienezza di Cristo come capo del corpo viene comunicata al corpo che è la Chiesa. Sia la pienezza di Cristo come capo che la salvezza nostra, in quanto Suo corpo, «fatte le debite distinzioni, sono una e la stessa cosa» (76). Sia il capo che il corpo partecipano di quella stessa umanità che è stata assunta dal Verbo di Dio. Questa umanità è mediazione permanente del nostro incontro con Dio che non viene meno una volta avvenuta la nostra riconciliazione con Dio. «Il capo e il corpo formano un solo Cristo. Adesso non si può più pensare a Gesù indipendentemente dalla sua Chiesa e da tutta l’umanità che quella abbraccia intenzionalmente» (124). Il quarto e il quinto capitolo sono dedicati all’incarnazione di Dio e alla teologia cristiana delle religioni. Il n° 22 della Gaudium et Spes guida le riflessioni di Ladaria: «Il Figlio di Dio si è unito in certo modo (quodammodo) ad ogni uomo». Attraverso l’assunzione della natura umana il Verbo che è Figlio di Dio si unisce a ogni uomo, comunicandogli la sua figliolanza.
Rifiutando qualsiasi forma di economia parallela o dello Spirito o del Verbo eterno non incarnato il nostro autore mette al centro del dialogo con le altre religioni l’unicità della mediazione di Gesù Cristo che non esclude ma include ovvero rende possibile mediazioni partecipate, come afferma la Redemptoris missio al n° 5. Da questa breve presentazione non si può non constatare che il testo di Ladaria costituisce un gioiello di soteriologia: ricco di spunti e di prospettive per la riflessione teologica.
Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 1/2012
(www.rassegnaditeologia.it)
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59,00 €→ 56,05 € -
18,00 €→ 17,10 €
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Dott. Mauro Catenazzi il 14 dicembre 2017 alle 16:32 ha scritto:
Nell'anno giubilare 2000 il documento pontificio Dominus Jesus ha scatenato i sostenitori delle due opposte fazioni teologiche in ordine al problema della salvezza. Da una parte coloro che, fedeli all'adagio patristico "nulla salus extra ecclesiam", sostengono l'assoluta necessità per tutti gli uomini e per la loro salvezza eterna di aderire alla chiesa cattolica entrando nell'unico ovile di Cristo dalla porta principale mediante il Battesimo e l'incorporazione ontologica al Corpo Mistico di Cristo; dall'altra coloro che sostengono il primato dell'appartenenza spirituale alla Chiesa, ancorché non incorporati ad essa in modo esteriore, dando così un'interpretazione "estensiva" dell'effettiva possibilità di salvezza per gli uomini. Nel volume si ripropone la "pretesa Cristiana" dell'unicità ed universalità di Gesù in ordine alla salvezza dell'uomo, superando però gli antagonismi della fazioni teologiche per arrivare a fornire uno sguardo più profondo ed integrato della problematica.
marta Fedel il 8 luglio 2019 alle 16:29 ha scritto:
Testo molto ben strutturato ed esaustivo sull'argomento. Comprensibile anche dagli studenti come me.
Molto ricco di citazioni e note esplicative.
Maria Cristina Lorenzini il 28 aprile 2022 alle 15:12 ha scritto:
Ottimo spunto di riflessione