Salvezza ed ecumene. Il recente dibattito sulla dottrina della giustificazione per fede in Germania (1997-1999)
(Scienze religiose)EAN 9788810403822
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Tipo
Libro
Titolo
Salvezza ed ecumene. Il recente dibattito sulla dottrina della giustificazione per fede in Germania (1997-1999)
Autore
Carletto Sergio
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810403822
Pagine
320
Data
gennaio 2003
Peso
366 grammi
Altezza
21 cm
Larghezza
14 cm
Collana
Scienze religiose
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Recensioni di riviste specialistiche su «Salvezza ed ecumene. Il recente dibattito sulla dottrina della giustificazione per fede in Germania (1997-1999)»
Recensione di Luigi Sartori della rivista Studia Patavina
Ecco un lavoro puntualissimo e profondo su un evento di estrema importanza per l’unione, o meglio riconciliazione, tra chiesa cattolica e chiesa luterana. Il documento approvato ad Augsburg il 31 ottobre 1999 (ma con un…‘consenso differenziato’!) su una questione che ci ha diviso da secoli - il tema che da Lutero in poi si qualifica col termine biblico (oggi non immediatamente e per tutti comprensibile) di ‘giustificazione’ - è diventato notissimo e studiato anche in Italia da molti gruppi ecumenici; ma gli stessi nostri fratelli evangelici si sono riferiti principalmente al testo in quanto tale. Carletto, invece, ci rende informati sugli aspri dibattiti e scontri dialettici teologici che hanno contrassegnato la vicenda della stesura e dell’approvazione del documento da parte luterana (tre anni cruciali, un vero evento originalissimo!, 1997-1999). Il volume, però, non è una mera rassegna storiografica; è uno studio di autentica teologia (ma ringraziamo l’Autore che ci ha provveduto un’Appendice (II: pp. 261-277) che offre una ‘breve cronologia ragionata degli eventi principali’ della vicenda). L’Autore entra per così dire nel dibattito; prende parte alla discussione; approfitta per esprimere sue impressioni e suoi giudizi; richiama contesti; suggerisce passi per il futuro. Sì, la sua prospettiva è ‘storicistica’ nel senso positivo del termine; non si limita a indicare, quasi per notarile equilibrio esegetico, i valori e i limiti del documento; ma tiene aperto il cammino. Mi viene alla mente l’interpretazione che di recente è stata data della ‘Charta ecumenica per l’Europa’, proprio dai suoi redattori: ‘Più che un documento, essa intende essere la sollecitazione ad un ‘processo’’. Il testo sulla Giustificazione è molto più lungo e riflessivo che non la Charta. Ma l’interpretazione che ne dà Carletto mi porta a considerare ogni documento ecumenico come soltanto un passo; non basta l’ermeneutica teologica; occorre affidarsi alla coerenza della vita delle chiese che lo devono far proprio. Del resto la teologia stessa che anima lo studio di Carletto vive in tale orizzonte. Dal suo studio risalta l’influenza, in positivo ma anche in negativo, delle tradizioni ‘confessionali’: gli accordi ecumenici si presentano spesso, anche agli occhi di teologi raffinati, come aggressione o almeno pericolo di perdita della propria ’identità’. Ma l’A. fa molto bene a scuotere anche la chiesa cattolica; forse i luterani di Germania, più che pensare al testo, pongono davanti ai loro occhi l’agire concreto di Roma (anche durante il Giubileo!), che sembra a loro ancora troppo impermeabile alle logiche conseguenze di prassi che dovrebbero conseguire dalla riscoperta di una dottrina biblica che pone in assoluto primo piano l’iniziativa di Dio e della grazia, e che impone di confessare davvero i propri peccati (anche della chiesa! anche attuali!). Inoltre l’A., in qualche pagina (avremmo gradito più spazio), accenna al problema del linguaggio per rapporto alla cultura attuale: infatti il termine ‘giustificazione’ non dice quasi niente oggi! eppure la Bibbia e la tradizione offrono molte altre prospettive che possono portare alla stessa verità, e forse con migliore aggancio con la modernità. Forse la teologia protestante tedesca dovrebbe superare un po’ l’ostinarsi a fare del tema originario della sua nascita con Lutero il ‘primo principio di tutto’; fin quasi ad oscurare (paradosso!) lo stesso Vangelo e Gesù Cristo stesso! (L’A. ha preferito mostrare il coraggio di una salutare critica verso la chiesa cattolica; io – ecumenicamente – avrei segnalato con sincerità anche ai fratelli luterani gli imperativi adeguati per loro, domani; non è che egli non lo faccia, ma solo per accenni e non con la sottolineatura radicale che io amerei.). Comunque resto ammirato della sua competenza e della saggezza di penetrazione teologico-storica. Grande aiuto alla causa ecumenica! Un grazie di cuore.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Recensione di Luigi Sartori della rivista Studia Patavina
Ecco un lavoro puntualissimo e profondo su un evento di estrema importanza per l’unione, o meglio riconciliazione, tra chiesa cattolica e chiesa luterana. Il documento approvato ad Augsburg il 31 ottobre 1999 (ma con un…‘consenso differenziato’!) su una questione che ci ha diviso da secoli – il tema che da Lutero in poi si qualifica col termine biblico (oggi non immediatamente e per tutti comprensibile) di ‘giustificazione’ - è diventato notissimo e studiato anche in Italia da molti gruppi ecumenici; ma gli stessi nostri fratelli evangelici si sono riferiti principalmente al testo in quanto tale. Carletto, invece, ci rende informati sugli aspri dibattiti e scontri dialettici teologici che hanno contrassegnato la vicenda della stesura e dell’approvazione del documento da parte luterana (tre anni cruciali, un vero evento originalissimo!, 1997-1999). Il volume, però, non è una mera rassegna storiografica; è uno studio di autentica teologia (ma ringraziamo l’Autore che ci ha provveduto un’Appendice (II: pp. 261-277) che offre una ‘breve cronologia ragionata degli eventi principali’ della vicenda). L’Autore entra per così dire nel dibattito; prende parte alla discussione; approfitta per esprimere sue impressioni e suoi giudizi; richiama contesti; suggerisce passi per il futuro. Sì, la sua prospettiva è ‘storicistica’ nel senso positivo del termine; non si limita a indicare, quasi per notarile equilibrio esegetico, i valori e i limiti del documento; ma tiene aperto il cammino. Mi viene alla mente l’interpretazione che di recente è stata data della ‘Charta ecumenica per l’Europa’, proprio dai suoi redattori: ‘Più che un documento, essa intende essere la sollecitazione ad un ‘processo’’. Il testo sulla Giustificazione è molto più lungo e riflessivo che non la Charta. Ma l’interpretazione che ne dà Carletto mi porta a considerare ogni documento ecumenico come soltanto un passo; non basta l’ermeneutica teologica; occorre affidarsi alla coerenza della vita delle chiese che lo devono far proprio. Del resto la teologia stessa che anima lo studio di Carletto vive in tale orizzonte. Dal suo studio risalta l’influenza, in positivo ma anche in negativo, delle tradizioni ‘confessionali’: gli accordi ecumenici si presentano spesso, anche agli occhi di teologi raffinati, come aggressione o almeno pericolo di perdita della propria ’identità’. Ma l’A. fa molto bene a scuotere anche la chiesa cattolica; forse i luterani di Germania, più che pensare al testo, pongono davanti ai loro occhi l’agire concreto di Roma (anche durante il Giubileo!), che sembra a loro ancora troppo impermeabile alle logiche conseguenze di prassi che dovrebbero conseguire dalla riscoperta di una dottrina biblica che pone in assoluto primo piano l’iniziativa di Dio e della grazia, e che impone di confessare davvero i propri peccati (anche della chiesa! anche attuali!). Inoltre l’A., in qualche pagina (avremmo gradito più spazio), accenna al problema del linguaggio per rapporto alla cultura attuale: infatti il termine ‘giustificazione’ non dice quasi niente oggi! eppure la Bibbia e la tradizione offrono molte altre prospettive che possono portare alla stessa verità, e forse con migliore aggancio con la modernità. Forse la teologia protestante tedesca dovrebbe superare un po’ l’ostinarsi a fare del tema originario della sua nascita con Lutero il ‘primo principio di tutto’; fin quasi ad oscurare (paradosso!) lo stesso Vangelo e Gesù Cristo stesso! (L’A. ha preferito mostrare il coraggio di una salutare critica verso la chiesa cattolica; io – ecumenicamente – avrei segnalato con sincerità anche ai fratelli luterani gli imperativi adeguati per loro, domani; non è che egli non lo faccia, ma solo per accenni e non con la sottolineatura radicale che io amerei.). Comunque resto ammirato della sua competenza e della saggezza di penetrazione teologico-storica. Grande aiuto alla causa ecumenica! Un grazie di cuore.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2004, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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