C'era una volta in Italia

Il decennio successivo al '68 italiano fu un periodo di grandi mutamenti e profonde contraddizioni. Negli anni '70 l'Italia attraversò una fase di trasformazione sociale, politica e culturale, spinta da un desiderio di cambiamento radicale. Rimangono impressi nella memoria collettiva le conquiste civili, come le leggi su aborto e divorzio e la riforma dei manicomi, oltre alla crescita del Partito Comunista. Accanto a questo progresso, però, si sviluppò una spirale di violenza che caratterizzò gli "anni di piombo": attentati, sequestri e tentativi di colpo di stato colpirono il paese, insieme al terrore diffuso da bande come la Banda della Magliana, la P2 e le mafie, compresa la nascente 'ndrangheta. Questo periodo fu segnato da perdite tragiche, come quelle di Pier Paolo Pasolini, Peppino Impastato e Aldo Moro, lasciando l'Italia in un clima di crescente incertezza. Furono anni difficili che videro scarseggiare il lavoro e crescere la disoccupazione ma, nonostante tutto, la società italiana continuò a mobilitarsi con speranza, affiancando figure emblematiche come Berlinguer, Pannella e Dario Fo. Gli anni '70 furono anche un'epoca di grande fermento culturale, con musica, cinema e arti visive che esplosero, definendo l'identità di una generazione grazie a talenti come Rino Gaetano, Lucio Dalla, De Gregori, Fellini e Raffaella Carrà. "Cèera una volta in Italia" è il racconto di un decennio di contraddizioni: un'Italia mai uguale a se stessa, ma viva di sogni, lotte e contrasti che ne segneranno per sempre l'anima.