Viviamo in un'epoca dominata dallo scetticismo. Dai complottisti ai no-vax, dall'antiscientismo al relativismo piú paradossale, sembra che l'imperativo sia non credere a niente, temere sempre di essere ingannati da qualcuno. L'esposizione ai social, poi, amplifica il senso di smarrimento e ansia che questo scetticismo generalizzato semina in noi. O forse la salvezza arriverà proprio dallo scetticismo, da un altro tipo di scetticismo? Raccontando l'affascinante storia dei primi filosofi scettici, di Pirrone e dei suoi allievi, del viaggio in India al seguito di Alessandro e dell'incontro con la saggezza dei brahmani, Antonio Sgobba scrive un sorprendente manuale di sopravvivenza al presente. La storia della filosofia cambia dopo un viaggio. O meglio: dopo una spedizione. Terzo secolo avanti Cristo: nel mondo greco tutto ruota attorno ad Alessandro Magno. A lui si legarono due filosofi che influenzeranno la storia del pensiero dei millenni successivi. Di uno sappiamo praticamente tutto: Aristotele fu l'istitutore del giovane imperatore e ci ha lasciato un vasto corpus di opere che studiamo da piú di due millenni. Dell'altro ci ricordiamo forse meno spesso: ad accompagnare Alessandro, per un breve periodo, ci fu anche Pirrone, filosofo di una ventina d'anni piú giovane di Aristotele. Dai due pensatori discesero due modelli filosofici contrapposti che si confrontarono nei secoli successivi e che ancora si confrontano: il dogmatico e lo scettico. Raccontando l'affascinante storia di Pirrone e dei suoi allievi, del viaggio in India e dell'incontro con la saggezza dei brahmani, Antonio Sgobba scrive un sorprendente manuale di sopravvivenza al presente. Sí, perché ripercorrere il pensiero scettico, il fiume pirroniano che attraversa, a volte sotterraneo, a volte in superficie, tutto il pensiero occidentale, permette di intessere un piccolo manuale per cambiare la vita di ogni giorno: dall'ansia («l'ansia è la malattia, la sospensione del giudizio è la cura, il pirroniano è il medico»), alla politica («Una politica che ammette di non conoscere la verità forse non è una cattiva idea data la condizione di ignoranza in cui spesso ci ritroviamo ad agire»), dalla salute alla tolleranza che non sfocia in un paralizzante relativismo.