Federico Faggin è il padre del microprocessore e di altre invenzioni che hanno rivoluzionato la tecnologia e il mondo in cui viviamo. Con questo libro stravolge ancora una volta il nostro modo di vedere i computer, la vita e noi stessi. Dopo anni di studi e ricerche avanzate ha concluso che c'è qualcosa di irriducibile nell'essere umano, qualcosa per cui nessuna macchina potrà mai sostituirci completamente. "Per anni ho inutilmente cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che, invariabilmente, i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o altre conseguenze fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti, che sono qualitativamente diversi... È la coscienza che capisce la situazione e che fa la differenza tra un robot e un essere umano... In una macchina non c'è nessuna 'pausa di riflessione' tra i simboli e l'azione, perché il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio esistono solo nella coscienza di un sé, ma non in un meccanismo." Il pioniere della rivoluzione informatica arriva così a mettere radicalmente in discussione la teoria che ci descrive come macchine biologiche analoghe ai computer e che tralascia di considerare tutti quegli aspetti che non rispettano i paradigmi meccanicisti e riduzionisti: "Se ci lasciamo convincere da chi ci dice che siamo soltanto il nostro corpo mortale, finiremo col pensare che tutto ciò che esiste abbia origine solo nel mondo fisico. Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa e il colore arancione?". Finiremmo col pensare che i computer, e chi li governa, valgano più di noi. "Irriducibile" è un saggio capace di tenere assieme rigore scientifico, visionarietà tecnologica e afflato spirituale, che suggerisce una irrinunciabile e inedita fisica del mondo interiore. Cristallino nelle sue parti divulgative (meccanica quantistica, coscienza, teoria dell'informazione...), illuminante nelle nuove connessioni che propone e, infine, esaltante nell'idea che promuove di come essere davvero, profondamente, umani. Chi è davvero Federico Faggin? Come è riuscito a diventare un’icona della Silicon Valley? Ce lo racconta lui stesso in questo libro a tratti autobiografico e a tratti prettamente scientifico. Considerato lo Steve Jobs italiano, Faggin è nato a Vicenza, ma ha fatto un lungo percorso dovuto al successo delle sue invenzioni, dal microprocessore al touchscreen, con cui ha contribuito a plasmare il presente che tutti conosciamo. Dall’infanzia sino ai primi lavori nell’adolescenza vediamo questo eroe dell’informatica alle prese con amici e nemici, con successi e cambiamenti e, soprattutto, con la consapevolezza che sono stati gli ostacoli a renderlo forte. Lo studio scientifico l’ha sempre accompagnato e in tutte le fasi della sua esistenza la parola chiave è stata sempre il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Faggin definisce la sua vita in quattro vite, ognuna in cui è potuto rinascere e aprirsi finalmente al mistero e quindi all’invenzione pura e semplice. Nel suo ultimo libro lo scienziato vicentino ci offre così la possibilità di conoscere e di diventare noi stessi fautori del processo di innovazione.