Guidasti come un gregge il tuo popolo (Sal 77,21)

L’immagine usata dall’autore, nella conclusione generale del volume «come un marinaio che percorre le immensità delle acque… getta l’ancora ora in questo e ora in quel porto…» si addice bene al contenuto del testo che propone una sintesi dei contenuti della Teologia pastorale a mo’ di manuale scolastico. Non in tutti i «porti» teologico-pastorali c’è l’approdo, non tutte le insenature e le baie sono esplorate: l’ancora è gettata in quelle storicamente più significative. Fuor di metafora, questo testo consegna alcuni elementi della riflessione teologico-pastorale degli ultimi decenni, utili a una navigazione allettante per coloro che non hanno dimestichezza con il mare magnum della Teologia in genere e il mare nostrum della Teologia pastorale in specie.

Ciò che caratterizza la ricerca è la prospettiva storica, come evidenziato anche dal sottotitolo di copertina. Non una rassegna dei percorsi e delle vicende storiche legate alla Teologia pastorale come disciplina o come riflessione sulla prassi della chiesa ma la «portata storica della prassi ecclesiale, dell’essere la Chiesa sacramento nella storia: una visione che accoglie la sfida della storia e rifugge da un inveterato schema che tende a diffidare da essa». La prospettiva si evidenzia nei contenuti dei quattro corposi capitoli. Partendo dalla questione terminologica, l’autore sgombra il campo dalle variegate semantiche che si celano dietro l’uso del termine «pastorale, per approdare alla determinazione del Vaticano II e alla felice per quanto inevasa espressione «segni dei tempi». Una inversione di rotta temporale la si effettua nel secondo capitolo che offre un esame attento e approfondito del significato dell’allegoria biblica del «pastore» e dei temi ad essa collegati.

La prospettiva cristologica fa da timone alla prospettiva che intende l’opera della chiesa come mediazione per l’uomo contemporaneo ponendolo di fronte all’unico mistero svelato in Gesú Cristo. È il vissuto cristiano, preso in esame nella terza parte del volume, ad essere luogo teologico in cui si attualizza l’incontro tra Dio e l’uomo. La storia umana è vista come storia della salvezza nella quale opera la forza rinnovatrice dello Spirito, anche in prospettiva futura. La barca di Pietro attraversa le correnti culturali e storiche additando attraverso la sua azione, compresa in un dinamismo complessivo, la rotta per approdi di significato rassicuranti.

Solo nel quarto capitolo si giunge al porto della disciplina Teologia pastorale vera e propria, accostata secondo l’oggetto di indagine e il metodo proposto in ambito italiano dal noto teologo Mario Midali. Sulla rotte più significative del pensiero teologico-pastorale europeo si perviene a vasti orizzonti di riletture, schemi interpretativi e modelli di azione noti ai cultori della disciplina, dal 1800 al Vaticano II, da Sailer a Rahner, dalla manualistica alle nuove tendenze. Meno spazio viene riservato alla fondazione della disciplina che ancora oggi fatica a trovare considerazione nell’ambito teologico e ai nodi concettuali che la caratterizzano, quali il rapporto teoria-prassi e il dialogo con le discipline antropologiche. L’autore stesso è cosciente dei limiti della propria ricerca, di non aver percorso tutte «le immensità della acque», per riprendere l’immagine iniziale, ma di aver navigato in quelle più consone alle proprie conoscenze e sensibilità.

L’interesse lo ha catalizzato sulle problematiche fondamentali, le interconnessioni con altre discipline teologiche e sociali, privilegiando schemi interpretativi generali e segmenti storici, tendenze culturali e modelli generali. Il risultato è uno strumento di lavoro e di informazione per coloro che intendono accostarsi sinteticamente ma efficacemente alla Teologia pastorale e ad alcuni suoi contenuti. L’opera è corredata da una ricca documentazione bibliografica di quarantadue pagine utile per successive ricerche e riflessioni su prospettive particolari. Gli studenti di un corso base possono trovare in questo lavoro un buon mezzo di navigazione e rotte già tracciate.

Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 2/2011
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)