Processo a Gesù. È ancora ragionevole credere nella divinità di Gesù?
(Credere oggi) [Libro in brossura]EAN 9788801038897
Gesù di Nazareth non cessa di essere al centro dell'attenzione di ogni uomo in ogni epoca. In quella nostra poi, così controversa e «fluida» ormai nei suoi fondamenti culturali, anche l'editoria si premura - in verità qualche volta senza troppo discernimento - di dare alle stampe sedicenti «indagini» su Cristo circa la sua origine, la sua storicità e quant'altro.
In effetti c'è una società «interessata» a conoscere quanto più possibile la figura di Gesù, solo che l'esito non è dei migliori: più che alla persona e alla vicenda di Gesù di Nazaret si concentra l'attenzione e si pone la critica - peraltro aspra e pregiudiziale - alla storia delle diverse interpretazioni con particolare acribia verso quelle «cattoliche». Cosa resta? Nulla: sfugge la comprensione oggettiva dell'identità di Gesù, la sua vicenda storica e il suo messaggio evangelico, spesso anche la certezza della stessa storicità. Una puntuale recensione di questi scritti fa emergere, in sintesi, due conclusioni: a) il messaggio evangelico non interessa poi molto nella sua integrità e integralità, ma «affascina» solo per alcuni aspetti maggiormente consoni con lo «spirito» dei tempi e la vaga coscienza perbenista politically correct o teo-con o new age; b) la visione tradizionale del cristianesimo, soprattutto nella sua versione cattolica, è messa radicalmente in discussione, nelle persone più preparate, mentre è in gran parte ignorata (ignota?) dai più.
Di fronte a questo panorama si pone con puntualità e coraggio il libro di G. Savagnone, già membro del Comitato nazionale di bioetica e ora in forza al forum dei vescovi italiani sul progetto culturale. Si è già fatto conoscere per un altro bel saggio cristologico (Il dio della differenza. Indagine su Gesù, 1998) e ancor più con Dibattito sulla laicità. Alla ricerca di una identità (2006). Il confronto è sempre con coloro che attraverso scritti, conferenze e un'attiva esposizione mediatica non perdono occasione per contestare e, infine, negare vuoi la divinità di Gesù Cristo, vuoi addirittura la stessa storicità della sua persona. Si va da Dan Brown (Il codice da Vinci) a C. Augias e M. Pesce (Inchiesta su Gesù), da M. Onfray (Trattato di ateologia) a P. Odifreddi (Perché non possiamo essere cristiani). Le riflessioni di Savagnone si snodano con pacatezza ma puntigliosa precisione; evita quel piglio sarcastico - e infine inevitabilmente vile - che contraddistingue la produzione sopracitata, per mantenere equilibrio e soprattutto costante e chiara argomentazione. E qui trova ragione il titolo: Processo a Gesù. Perché in effetti quello che è in corso pare proprio un «processo»... a Gesù; e fin qui niente di nuovo o di preoccupante finché il confronto è con la forza sconvolgente dell'evento Cristo e del suo messaggio; diventa più inquietante e infine fazioso e intollerante se la «condanna capitale» (Odifreddi) è puntualmente rivolta al cristianesimo. Di fronte a quest'ultimo intento «processuale» larghe fasce della Chiesa si lasciano prendere dalla «sindrome della fortezza assediata (individui o gruppi che si arroccano nel proprio ruolo e tendono a vedere gli altri come nemici) - che peraltro ha già fatto perdere la «battaglia della modernità» - adottando gli illusori e sterili armamentari dell'apologetica di contrapposizione. Non è il caso dello scritto di Savagnone. Egli costruisce invece quella che potremmo chiamare un'apologetica «dialogica» e lungo tutti i cinque capitoli del testo «rilegge» con scrupolosità, precisione e diligenza tutti i dati «processuali» impostando risposte informate alla corretta argomentazione e all'accurata dimostrazione storico-critica del profilo genuino specifico di Gesù Cristo e della sua irriducibile singolarità di vero uomo e vero Dio.
La domanda posta come sottotitolo: È ancora ragionevole credere nella divinità di Cristo?, è la domanda di sempre, è la domanda che sta a fondamento della fede della Chiesa e di ogni cristiano. Le risposte? Non sono solo da ricercare sul piano della pura fede, ma anche - afferma Savagnone e con lui il vero credente di ogni tempo - sul versante della ragione se «risposte» vogliono essere veramente e pienamente umane. Lo continua ad affermare (e scrivere) senza sosta anche papa Benedetto XVI: «Perciò oggi questo personaggio, dopo duemila anni ancora misterioso, è di nuovo al centro della nostra attenzione e appare anche a noi, come ai suoi contemporanei, un enigma, sì, ma anche qualcuno che forse potrebbe davvero darci una buona notizia» (p. 28).
È un libro molto scorrevole nonostante l'argomento non certo immediatamente accessibile nelle sue pieghe ermeneutiche e contenutistiche. Un bel libro consigliabile a tutti, anche se frequentando dibattiti e «saggiando» la qualità di certa pubblicistica corrente sul tema si resta perplessi circa la possibilità d'intenderne fino in fondo e di valorizzarne il contenuto. Saprà ricavarne guadagno il lettore con una buona preparazione di base, interessato ad apprendere misura e serenità nella discussione facendo chiarezza e confermandosi nella fede dentro l'alveo della tradizione.
D. P.
(RL 2008)
Esaminando le accuse mosse all’«imputato-Gesù» che emergono dai libri di C. Augias e M. Pesce Inchiesta su Gesù, di D. Brown Il codice da Vinci e di P. Odifreddi Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), l’a. si propone di stabilire se si può ancora credere nella divinità di Cristo senza cadere nell’illusione o nel fondamentalismo. L’intento è di dimostrare l’inconsistenza delle accuse non tanto rispetto alla fede, piuttosto sul piano della documentazione storica e della riflessione critica.
Tratto dalla rivista Il Regno n. 16/2008
(http://www.ilregno.it)
Gesù di Nazareth non cessa di essere al centro dell'attenzione di ogni uomo in ogni epoca. In quella nostra poi, così controversa e fluida ormai nei suoi fondamenti culturali, non passa anno che qualche editore dia alle stampe il risultato di sedicenti «indagini» volte a chiarirne origine, fisionomia, storicità e quant'altro. Il risultato è che si palesa sempre più una società interessata a conoscere quanto più possibile la figura di Gesù, ma anche non più in grado di interpretarne l'identità, la sua vicenda storica e il suo messaggio evangelico.
Sono evidenti e facili due constatazioni generali: a) il messaggio evangelico non interessa poi molto nella sua integrità e integralità, ma «affascina» solo per alcuni aspetti maggiormente consoni con lo «spirito» dei tempi e la vaga coscienza perbenista politically correct o teo-con o new age; b) la visione tradizionale del cristianesimo, soprattutto nella sua versione cattolica, è messa radicalmente in discussione, nelle persone più preparate, mentre è in gran parte ignorata (ignota?) dai più. Che cosa resta? Ben poco se consideriamo che anche la certezza della storicità di Gesù Nazareno è negata o messa in dubbio. Di fronte a questo panorama si pone con puntualità e coraggio il libro di G. Savagnone, già membro del Comitato nazionale di bioetica e ora in forza al forum dei vescovi italiani sul progetto culturale. Si è già fatto conoscere per un altro bel saggio cristologico (Il Dio della differenza. Indagine su Gesù, 1998) e ancor più con Dibattito sulla laicità. Alla ricerca di una identità (2006).
Il confronto è sempre con coloro che attraverso scritti, conferenze e un'attiva esposizione mediatica non perdono occasione per contestare e, infine, negare vuoi la divinità di Gesù Cristo, vuoi addirittura la stessa storicità della sua persona. Si va da Dan Brown (Il Codice da Vinci) a C. Augias e M. Pesce (Inchiesta su Gesù), da M. Onfray (Trattato di ateologia) a P. Odifreddi (Perché non possiamo essere cristiana). Le riflessioni di Savagnone si snodano con pacatezza ma puntigliosa precisione; evita quel piglio sarcastico — e infine inevitabilmente vile — che contraddistingue la produzione sopraccitata, per mantenere equilibrio e soprattutto costante e chiara argomentazione. E qui trova ragione il titolo: Processo a Gesù.
Perché in effetti quello che è in corso pare proprio un «processo» a Gesù; e fin qui niente di nuovo o di preoccupante, finché il confronto è con la forza sconvolgente dell'evento Cristo e del suo messaggio; diventa più inquietante e infine fazioso e intollerante se la «condanna capitale» (Odifreddi) è puntualmente rivolta al cristianesimo. Di fronte a quest'ultimo intento «processuale» larghe fasce della Chiesa si lasciano prendere dalla «sindrome della fortezza assediata (individui o gruppi che si arroccano nel proprio ruolo e tendono a vedere gli altri come nemici) — che peraltro ha già fatto perdere la «battaglia della modernità» — adottando gli illusori e sterili armamentari dell'apologetica di contrapposizione. Non è il caso dello scritto di Savagnone.
Egli costruisce invece quella che potremmo chiamare un'apologetica dialogica e lungo tutti i cinque capitoli del testo «rilegge» con scrupolosità, precisione e diligenza tutti i dati «processuali», impostando risposte informate alla corretta argomentazione e all'accurata dimostrazione storico-critica del profilo genuino specifico di Gesù Cristo e della sua irriducibile singolarità di vero uomo e vero Dio. La domanda posta come sottotitolo: E ancora ragionevole credere nella divinità di Cristo?, è la domanda di sempre, è la domanda che sta a fondamento della fede della chiesa e di ogni cristiano. Le risposte? Non sono solo da ricercare sul piano della pura fede, ma anche — afferma Savagnone e con lui il vero credente di ogni tempo — sul versante della ragione se «risposte» vogliono essere veramente e pienamente umane. Lo continua ad affermare (e scrivere) senza sosta anche papa Benedetto XVI: «Perciò oggi que sto personaggio, dopo duemila anni ancora misterioso, è di nuovo al centro della nostra attenzione e appare anche a noi, come ai suoi contemporanei, un enigma, sì, ma anche qualcuno che forse potrebbe davvero darci una buona notizia» (p. 28). E un libro molto scorrevole, nonostante l'argomento non certo immediatamente accessibile nelle sue pieghe ermeneutiche e contenutistiche.
Un bel libro consigliabile a tutti, anche se, a fronte dei dibattiti e della qualità di certa pubblicistica odierna su questo tema, non tutti avranno la possibilità d'intenderne fino in fondo e di valorizzarne il contenuto. Saprà ricavarne guadagno il lettore con una buona preparazione di base, interessato ad apprendere misura e serenità nella discussione, facendo chiarezza e confermandosi nella fede dentro l'alveo della tradizione.
Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n.3 del 2008
(www.credereoggi.it)
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