Trattato sul Dio cristiano. Dall'esperienza del sacro alla rivelazione della Trinità
(Corso di studi teologici) [Libro in brossura]EAN 9788801028232
Con l’esperienza e la competenza che lo caratterizzano nell’insegnamento della dogmatica, V. Croce, sacerdote astigiano, presenta in veste nuova, alquanto ampliata e aggiornata, un manuale di dottrina trinitaria (cf. il precedente agile volumetto Il Padre di Gesú Dio di tutti, Piemme, Casale Monferrato [Al] 1989), che va ad affiancare analoghi, pregevoli tentativi nell’ambito dell’escatologia, della teologia dell’azione liturgica e dei sacramenti e – piú recentemente, ma riprendendo anche in questo caso lavori precedenti – della cristologia.
Il sottotitolo del presente volume (Dall’esperienza del sacro alla rivelazione della Trinità) evidenzia il taglio che si intende offrire all’esposizione della dottrina teologica sul Dio cristiano. La domanda su Dio viene infatti collocata fin da subito entro il contesto attuale, segnato da due direttrici solo apparentemente opposte: da un lato, l’assenza di Dio, intesa non tanto come ateismo teorico, bensí come perdita di rilevanza pubblica della pratica religiosa; d’altro lato, la persistenza della religiosità, specialmente a un livello individuale e interiore. Tale interrogazione viene affrontata cercando di enucleare le ragioni che sostengono la fede cristiana, in riferimento soprattutto ai contenuti da essa esibiti: come la fede nel Dio di Gesú Cristo può e deve rendere ragione dell’esperienza del sacro testé delineata? L’esposizione sviluppa in successione quattro tappe fondamentali. La presentazione iniziale del «fenomeno religioso» (cap. 1) si sofferma sulla natura e la struttura dell’esperienza religiosa e sulla critica moderna della religione, senza tralasciare i rischi piú o meno latenti di «monoteismo ideologico e politeismo pratico» di molti cristiani di oggi.
A seguire, il confronto con la filosofia («Dio al tribunale della ragione?»: capp. 2-3) recensisce brevemente la storia della quaestio de Deo e riafferma la possibilità/necessità di «pensare Dio» al di là dello scoglio della negazione atea. Con la terza parte («Il Dio di Abramo»: capp. 4-8) si passa a istruire metodologicamente e ad articolare contenutisticamente la rivelazione di Dio (Creatore e Alleato) nella storia, ripercorrendo il cammino religioso d’Israele. La quarta e ultima parte, che da sola occupa quasi i due terzi dell’intero volume, permette finalmente l’approdo alla rivelazione del volto trinitario di Dio («Il Dio di Gesú Cristo»: capp. 9-15): ai tre capitoli dedicati rispettivamente al Padre onnipotente, al Figlio unigenito e allo Spirito vivificante (quest’ultimo di gran lunga il piú ampio e, per certi versi, nonostante alcune ridondanze, il piú interessante e originale), segue una rilettura trinitaria analitica del NT, mentre l’ultima sezione compendia i punti salienti dello sviluppo dogmatico e della riflessione teologica sull’unico Dio in tre persone, dall’epoca patristica fino al Vaticano II.
A fronte di un apparato critico ridotto all’essenziale, da sottolineare, in appendice, la proposta di una bibliografia ragionata, in riferimento a ciascun nucleo tematico affrontato. Il testo si presenta molto informato e ricco di rimandi sia alla storia del pensiero filosofico- teologico, sia all’attualità della questione di Dio e all’esperienza a essa inerente. Pure il dato scritturistico è affrontato con chiarezza e competenza, senza pesantezze e inutili tecnicismi. I libri del Nuovo Testamento, in particolare, sono percorsi analiticamente senza forzare l’interpretazione dei singoli passi, ma piuttosto mettendo in evidenza la struttura trinitaria della testimonianza biblica e, pertanto, la dinamica trinitaria della storia della salvezza ivi narrata. Il linguaggio è generalmente piano e scorrevole, pur senza sacrificare mai (o quasi mai) la precisione e una per lo meno tendenziale completezza dell’esposizione. Quest’ultima, tuttavia, risulta complessivamente un po’ frammentata (i quattro passaggi fondamentali enunciati nell’introduzione non paiono riuscire a coordinare in modo organico e del tutto convincente l’intero trattato) e contrassegnata talvolta da un andamento «circolare», che comporta qua e là ripetizioni evitabili (cf. ad esempio pp. 78 e 139; 132 e 302; 252s. e 260- 264).
Ciò è del resto facilmente comprensibile alla luce della preoccupazione didattica del testo in questione, il quale, in virtú della pratica pluridecennale di insegnamento dell’autore, si presta soprattutto ad accompagnare le lezioni e lo studio della teologia trinitaria da parte degli studenti del primo ciclo teologico e, probabilmente ancor piú, degli Istituti superiori di scienze religiose.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" n. 3/2012
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
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