Il Vangelo di Giovanni
(Sacra Pagina) [Libro in brossura]EAN 9788801020618
Qui mi permetto di fare qualche osservazione critica all’edizione italiana, peraltro ben curata e stampata.
La traduzione del Vangelo riportata è quella della CEI purtroppo nella vecchia edizione (p. XI) con le imprecisioni, corrette nella nuova. La traduzione viene cambiata fra parentesi quando l’esegesi lo esige. Andava forse riportata quella nuova che avrebbe creato meno problemi. Inoltre, la traduzione è stampata in caratteri molto piccoli quasi non avesse grande importanza. A mio parere la prima cosa da curare in un commento è la traduzione che è già una prima interpretazione, e inoltre andrebbe messa in evidenza anche graficamente (si veda ad esempio il recente commento al quarto vangelo di J. Zumstein, Labor et Fides, Ginevra 2007).
La bibliografia molto ampia che elogiavo perché includeva anche opere in lingua spagnola e italiana, dieci anni dopo poteva essere un po’ aggiornata.
Il commento delle vari pericopi in cui è diviso il testo è articolato in due parti, precedute da una breve discussione della struttura del brano. La prima parte è un commento corsivo, utilizzando il metodo della logica narrativa (identificando praticante autore implicito o narratore con quello reale o comunque non problematizzando la distinzione) in funzione del lettore implicito di allora e di quello di ogni tempo, anche e soprattutto di quello di oggi. Difatti, sia nella breve introduzione sia nel commento spesso l’a. cerca di mettere in luce l’attualità sempre nuova del quarto vangelo.
Dato che usa il metodo narratologico, questo funziona bene nella prima parte del vangelo (Gv 1-12), un po’ meno nel seguito. La seconda parte del commento, stampata più in piccolo è costituita da lunghe o brevi note ai vari versetti, che riguardano osservazioni di carattere filologico oppure testi di confronto o anche altre interpretazioni diverse da quella offerta nel commento.
La trattazione è sempre molto personale, ma a mio avviso talora troppo veloce e perciò poco argomentata (si veda ad esempio l’interpretazione mariana di Gv 19,25-27). L’a. si giustifica in questi casi rimandando il lettore ad altre opere o articoli. Anche nella introduzione è piuttosto veloce ancorché chiaro. Ad esempio la trattazione sull’autore del Vangelo dà una buona informazione sulle principali soluzioni , ma non le argomenta in maniera da dare un’idea del problema.
Nell’insieme è un buon commento che ben figura vicino ad altri che seguono lo stesso metodo, sincronico, come quelli del Léon-Dufour e di H. Thyen. La novità in questo commento è semmai il tener presente sempre il lettore, anche attuale, del libro e la sua esigenza di scoprire la logica narrativa e teologica che dà unità al racconto della storia di Gesú.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2008, nr. 2
(http://www.fttr.it/web/studiapatavina)
Il Quarto Vangelo ha stimolato la mente, il cuore e la fantasia dei cristiani per venti secoli. Ha svolto un ruolo fondamentale nell’elaborazione delle teologie, tanto di quelle ortodosse quanto delle eterodosse, in particolar modo per quanto riguarda le antiche controversie cristologiche e trinitarie.
Interpretato già fin dal principio dalle stesse comunità per le quali era stato scritto, il Vangelo ha ispirato tutta una serie di commentari da allora fino al giorno d’oggi.
La presente opera di Francis J. Moloney si concentra sul progetto narrativo del Quarto Vangelo e analizza l’influenza che la storia narrata in questo Vangelo ha avuto sui suoi lettori. Descrive il modo in cui l’autore ha narrato la storia di Gesù per indurre i suoi lettori a prendere una decisione. L’autore del Vangelo ha un preciso punto di vista personale che conferisce a questo Vangelo una sua unità letteraria e teologica. Concepito per un pubblico che va ben oltre la cerchia di lettori del primo secolo, il Quarto Vangelo parla ai cristiani di tutti i tempi e li chiama ad operare, una volta per sempre, la più importante scelta della vita.
Francis J. Moloney, salesiano, è nato a Melbourne, in Australia. Ha conseguito la laurea in teologia sacra, la licenza in Sacra Scrittura, il dottorato di ricerca presso la University of Oxford e il dottorato in filosofia con il suo studio sull’uso del termine «Figlio dell’Uomo» nel Quarto Vangelo. È stato poi docente in moltissimi istituti e università. Giovanni Paolo II lo ha nominato membro della Commissione teologica internazionale e dal 2002 è titolare nella Catholic University of America della Katherine Drexel Chair od Religious Studies.
Tratto dalla Rivista di Vita Spirituale n. 1/2010
(http://www.vitaspirituale.it)
Prendiamo prospettiva ed obiettivo di questo commentario dalle parole, presumibilmente dello stesso A., nella quarta di copertina: «La presente opera si concentra sul progetto narrativo del Quarto Vangelo e analizza l’influenza che la storia narrata in questo Vangelo ha avuto sui suoi lettori. Descrive il modo in cui l’autore ha narrato la storia di Gesù per indurre i suoi lettori a prendere una decisione». Dalla prospettiva intenzionale passiamo all’apprestamento del lavoro. L’A., un salesiano australiano, docente di NT in prestigiose cattedre teologiche negli Stati Uniti, come pure consultore della Commissione Teologica Internazionale, è considerato uno dei maggiori specialisti nell’opus giovanneo.
Egli infatti mostra di conoscerne a fondo la problematica esegetica e teologica che è immensa, ma, secondo la natura della collana, opera una concentrazione essenziale del commento con una sintesi equilibrata tra solida esegesi e chiara espressione. Proprio per l’intento pedagogico che caratterizza l’esegesi anglosassone, il Moloney in una succosa Introduzione si premura di dare le coordinate di comprensione del Quarto Vangelo: la letteratura giovannea nel suo insieme, rivelativa del contesto storico di origine del Vangelo; l’autore, vexata quaestio che l’A. ha il dono di non irrigidire perché non ne faccia la spesa il senso del testo, che ha valore in sé a prescindere da chi sia il vero o i veri autori; una rubrica è dedicata alla figura dei giudei; ma soprattutto la parte più ampia dedicata ai vari “approcci al Quarto Vangelo”, tra cui con notevole enfasi ben ragionata l’A. espone e propone i canoni della narratologia, ossia la centralità della intenzionalità narrativa del racconto evangelico, come abbiamo posto in apertura; segue una densa sintesi sul «contributo teologico ed importanza contemporanea del Quarto Vangelo »; alla fine viene proposta la struttura basata sull’asse classico, bene articolato, di «libro dei segni(1-12) e libro della gloria (13-17)». Conclude una assortita bibliografia. La struttura del commento è lineare ed uniforme: seguendo passo passo le suddivisioni della struttura, di ciascuna viene prima proposta la traduzione, poi l’interpretazione che è il cuore del commento e infine le note che entrano nel dettaglio di punti importanti, un cenno bibliografico finale. Ne è sortito un lavoro eccellente per solidità di contenuto ed esemplarità di espressione.
Certamente il libro domanda al lettore la pazienza di sostare su ogni singola parola ed affermazione, di osservare le indicazioni di pareri diversi che onestamente sono proposti, di inoltrarsi in ulteriori letture di altri commentari, ma di restare sempre nell’ottica che questo Vangelo è una grande pedagogia narrativa, valida in ogni tempo, per indicare i rapporti tra Gesù e il discepolo. Le differenti interpretazioni dei commentari costituiscono in fondo una sinfonia armonica, propria di chi vede la medesima stella da punti di vista diversi. Notevole è lo sforzo dialogico del Moloney.
Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 4, 793-794
(http://las.unisal.it)
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18,00 €→ 17,10 € -
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