«Da quanti studenti è seguito il vostro corso introduttivo di economia? Vi sono corsi che contano 20 partecipanti o poco più, altri mediamente 100 o 300. In alcune facoltà è possibile trovare corsi frequentati da 2000 persone. Qual è dunque il numero ideale di posti da prevedere per ogni singolo corso? Se i costi non avessero peso, la dimensione ottimale per un corso di livello introduttivo di economia (odi qualsiasi altra disciplina) potrebbe essere un unico studente. Provate a pensarci: per l'intera durata del corso solo voi e il professore. Il lavoro potrebbe venire adattato alla vostra preparazione di partenza e alle vostre capacità, in modo che siate in grado di affrontare i vari argomenti procedendo con il ritmo a voi più congeniale. Le lezioni e le esercitazioni individuali favorirebbero anche un contatto più stretto e un rapporto di fiducia reciproca fra voi e il docente. Inoltre, sul voto finale avrebbe peso più l'effettiva preparazione conseguita durante il corso che la fortuna nelle prove con esercizi a scelta multipla. Potremmo persino supporre, ai fini di questa discussione, che la validità dell'insegnamento individuale quale formula che garantisce agli studenti i migliori risultati in termini di apprendimento, e cioè i maggiori benefici, sia misurata oggettivamente e dimostrata in maniera definitiva da studi di psicologia dell'educazione. Perché dunque tante università continuano a pianificare corsi introduttivi con centinaia di studenti? Perché i costi hanno importanza. E non solo per gli amministratori che devono procurare le aule e versare gli stipendi del personale docente, ma anche per voi. In Italia, i costi diretti da sostenere per offrirvi un corso personale di economia a livello introduttivo (in parti colare lo stipendio del professore, le spese necessarie per mettervi a disposizione un'aula per le lezioni, la corrente elettrica ecc.) potrebbero con buona probabilità raggiungere i 13 000 o 20 000 euro a semestre. Chi sosterrà tali costi? Nelle università private dell'America settentrionale, queste uscite verrebbero recuperate in gran parte direttamente applicando tasse universitarie più elevate; nelle università statali o in quelle che ricevono notevoli finanziamenti pubblici, come accade più di frequente in Europa, i costi sarebbero ripartiti fra un aumento delle tasse universitarie e un aumento dell'imposizione fiscale. Sia in un caso sia nell'altro, tuttavia, il corso risulterà economicamente inaccessibile per molti, se non per la maggioranza degli studenti. Oppure, qualora non fossero previste tasse universitarie, manderà in rovina i contribuenti. Aumentando il numero di posti disponibili, i costi individuali scendono. In un corso introduttivo di economia seguito da 300 persone, per esempio, il costo per ogni singolo studente in Italia potrebbe ridursi a 100 euro. Di certo, il maggiore affollamento comprometterà la qualità degli studi. Tuttavia, rispetto all'insegnamento individuale, questo tipo di soluzione risulterà economicamente molto più accessibile. Nella scelta delle dimensioni di un corso introduttivo di economia, in termini di studenti frequentanti, gli amministratori delle università si trovano dunque di fronte a un classico trade-o : alzando il numero di posti disponibili, abbassano la qualità dell'insegnamento e, quindi, i benefici per gli studenti (elemento negativo), ma al tempo stesso riescono a ridurre i costi e, di conseguenza, le tasse universitarie (elemento positivo)...» (Dall'Introduzione)