Questo volume offre una serie di riflessioni sulla legislazione concepita da Benedetto XVI. La sua opera come legislatore, ispirata al principio della riforma nella continuità, mette in luce l'essenzialità del diritto nella vita della Chiesa. I temi giuridici qui affrontati sono tra i più importanti e dibattuti: la liturgia, il matrimonio, il diritto penale canonico, la riammissione di comunità anglicane, la prevenzione dei reati finanziari, il lavoro umano, la cittadinanza vaticana. Dalle riforme legislative del Pontefice emerge, in maniera limpida, la duplice funzione del diritto nella dimensione ecclesiale: da un lato, la giusta regolazione dei rapporti tra le persone e le istituzioni e, dall'altro, il suo orientamento al principio del perseguimento della salvezza delle anime.
INTRODUZIONE
di Cesare Edoardo Varalda
Questo libro trae spunto dal convegno “Benedetto XVI Legislatore Canonico”, tenutosi il 21 maggio 2011 nella storica Aula Volta dell’Università degli Studi di Pavia, e organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici di Pavia.
Il volume, che ora diamo alle stampe, è innanzitutto il frutto di questa intensa giornata di studi, considerata, da più parti, come la prima nel suo genere.
Il convegno, presieduto dal prof. Giorgio Feliciani, ha preso avvio con una riflessione di don Giovanni Angelo Lodigiani sulla dimensione istituzionale della Chiesa negli scritti di Joseph Ratzinger teologo; il prof. Musselli, poi, ha tenuto una relazione sulla Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus; il prof. Andrea Perrone ha illustrato il Motu proprio per la prevenzione dei reati finanziari, ed infine S.E. mons. Francesco Coccopalmerio ha introdotto l’uditorio ad una più approfondita comprensione delle nuove norme “de gravioribus delictis”.
Ultima relazione del convegno è stata quella del giornalista vaticanista Sandro Magister sull’ermeneutica della “riforma nella continuità” caratterizzante gli interventi legislativi di Benedetto XVI.
Nella redazione di questo agile testo, però, non ci si è limitati alle significative relazioni tenute nell’ambito del convegno. Pur senza alcuna pretesa di esaustività, si sono voluti inserire alcuni contributi significativi per l’approfondimento della attività legislativa dell’attuale Pontefice.
Si offrono, pertanto, al lettore i saggi di don Andrea Migliavacca sulla ricerca della verità nell’ambito del processo matrimoniale canonico, a partire dalle Allocuzioni alla Rota romana dell’attuale Pontefice, di Carlo Montalenti sul Motu proprio Omnium in mentem, e uno studio del curatore sulle nuove forme di esercizio del ministero ordinato, in un confronto tra le Costituzioni apostoliche Anglicanorum coetibus e Spirituali militum curae.
Infine sono stati inclusi due saggi di natura ecclesiasticistica: il primo di Vincenzo Ferrante sulla riforma del diritto del lavoro nello Stato della Città del Vaticano, il secondo di Alessio Sarais sulla nuova legge in materia di cittadinanza vaticana.
Due riflessioni emergono chiaramente leggendo i saggi raccolti nel presente volume: innanzitutto si riscontra una profonda continuità del magistero in campo giuridico di Benedetto XVI con quello del suo predecessore, il Beato Giovanni Paolo II.
In secondo luogo si può osservare che la mirabile opera di valorizzazione del ruolo del diritto canonico nella vita della Chiesa da parte dell’attuale Pontefice sia avvenuta non soltanto mediante il magistero orale e scritto, che pur c’è stato, ma grazie ad un saggio utilizzo della lex canonica a servizio della Communio Ecclesiae.
Il filo rosso che sembra percorrere tutta la produzione giuridica del Legislatore canonico Benedetto XVI è senza dubbio, nella fedeltà alla tradizione ecclesiale, l’attenzione alla salus aeterna animarum dei singoli fedeli, criterio ultimo di ogni norma canonica e ragione propulsiva di ogni riforma ecclesiale.
PREFAZIONE
di Marco Ferraresi
“Benedetto XVI Legislatore” è il tema del presente volume.
Nell’approfondire le riforme ecclesiali promosse dal regnante Pontefice, siamo stati mossi anzitutto, come fedeli, da un sentimento di affetto filiale nei confronti del Santo Padre, Vicario di Cristo, Successore di Pietro e Capo della Chiesa universale.
Come giuristi, e giuristi cattolici, siamo però stati spinti pure da un moto di gratitudine verso un Magistero che, in modo speciale, tocca la nostra identità anche storica.
Quando nel 1948 nacque l’Unione Giuristi Cattolici Italiani – i grandi Maestri fondatori ce lo testimoniano – il suo scopo principale fu ridestare la domanda sulla giustizia autentica, soffocata o mistificata dalle dittature precedenti o coeve, sulla giustizia come logos del diritto.
Questa missione, lungi dall’essere conclusa, si è per certi versi fatta ancora più impegnativa. La dittatura che oggi soffoca la giustizia e la legittima aspirazione ad essa, come è ben manifesto nel tempo presente e specialmente in Occidente, è infatti piuttosto quella «dittatura del relativismo, che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie» (Omelia del card. J. Ratzinger, Missa Pro Eligendo Romano Pontifice, 18.4.2005). Contro questa oppressione culturale, che ha anche - lo sappiamo bene - drammatiche conseguenze giuridiche, Benedetto XVI sta spendendo le sue migliori energie spirituali ed intellettuali, mentre ci invita a fare altrettanto.
Ecco perché Francesco D’Agostino, con una felice intuizione, ha definito quello di Benedetto XVI “un Magistero per i giuristi”, come recita il titolo di un agile volumetto appena edito per i tipi della San Paolo (Collana “Le ragioni del diritto”, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2011). Si domanda D’Agostino: «Come possono i giuristi, che non abbiano mai coltivato, se non eventualmente da dilettanti, la teologia, e che vogliano restare radicati nell’orizzonte del loro sapere, cioè della scienza giuridica, rapportarsi ad un Papa come Benedetto XVI, un Papa teologo?». Egli suggerisce questa risposta: «Grazie agli insegnamenti di Joseph Ratzinger, i giuristi sono in grado di capire che il fondamento del diritto è molto più profondo di quanto non possano capire coloro che si fermano a coglierne il carattere funzionale; esso giunge fino alle radici dell’humanum o, più semplicemente, a quella dimensione di verità, il cui smarrimento pone in pericolo la dignità stessa della persona».
Tuttavia, con questo volume la nostra attenzione di giuristi desidera meglio soffermarsi su di una funzione particolare del Pontefice, mediamente meno considerata nel dibattito pubblico (ma non ovviamente dai canonisti), ovvero quella del Legislatore, del produttore di norme giuridiche.
I contributi che seguono mostrano come, a sei anni dall’inizio di questo Pontificato, il materiale legislativo su cui riflettere sia abbondante e significativo.
Certo non ci troviamo a trattare, come poté essere per il Beato Giovanni Paolo II, di un argomento macroscopico come la promulgazione di un nuovo codice di diritto canonico. Le riforme di Benedetto XVI ad un primo sguardo appaiono come di dettaglio, su questo o quell’aspetto specifico delle istituzioni ecclesiali. Ma nessuno o quasi dei suoi interventi è passato inosservato. Al contrario, essi hanno suscitato vivaci ostilità o apprezzamenti, dentro la Chiesa e fuori della Chiesa. È il segno che queste riforme hanno toccato problemi e punti nodali della vita della Chiesa: la sacralità della liturgia, il ristabilimento della visibile unità dei cristiani, l’evangelizzazione in un mondo secolarizzato, le esigenze della repressione penale, ed altro ancora.
In vero, dietro ciascuno degli atti legislativi commentati, possiamo intravedere non soltanto la robusta teologia del diritto che li sorregge, ma più in generale un Magistero che è, nel contempo, alto, per elevare i nostri cuori, e concreto, per tradursi in norme, ed essere così in grado di dirigere i nostri passi.