Una riflessione intorno a natura, compiti e prospettive della teologia biblica, disciplina capace di offrire una visione unitaria e dinamica del ricco messaggio teologico custodito nelle Scritture.
INTRODUZIONE
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. (Lc 24,13-14)
Nell’esortazione apostolica Verbum Domini Benedetto XVI rileva la necessità di saper coniugare la ricerca esegetica con la «dimensione teologica» dei testi biblici. Egli scrive:
I Padri sinodali hanno affermato giustamente che il frutto positivo apportato dall’uso della ricerca storico-critica moderna è innegabile. Tuttavia, mentre l’attuale esegesi accademica, anche cattolica, lavora ad alto livello per quanto riguarda la metodologia storico-critica, anche con le sue più recenti integrazioni, è doveroso esigere un analogo studio della dimensione teologica dei testi biblici, affinché progredisca l’approfondimento secondo i tre elementi indicati dalla Costituzione dogmatica Dei Verbum.
L’esigenza di elaborare una «teologia biblica» è costante nello sviluppo della riflessione magisteriale e teologica, soprattutto partendo dalle istanze del concilio Vaticano II. Anche se l’espressione tecnica «teologia biblica» non appare nei documenti conciliari, tuttavia non mancano riferimenti che corrispondono a ciò che s’intende come «teologia biblica». La relazione tra teologia e Bibbia è focalizzata maggiormente nella costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei verbum, che afferma:
La sacra teologia si basa come su un fondamento perenne sulla parola di Dio scritta, inseparabile dalla sacra Tradizione; in essa vigorosamente si consolida e si ringiovanisce sempre, scrutando alla luce della fede ogni verità racchiusa nel mistero di Cristo. Le sacre Scritture contengono la parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente parola di Dio, sia dunque lo studio delle sacre pagine come l’anima della sacra teologia.
Trattando della formazione sacerdotale, nel decreto Optatam totius si dichiara:
Con particolare diligenza si curi la formazione degli alunni con lo studio della Sacra Scrittura, che deve essere come l’anima di tutta la teologia. Premessa una appropriata introduzione, essi vengano iniziati accuratamente al metodo dell’esegesi, apprendano i massimi temi della divina Rivelazione e ricevano incitamento e nutrimento dalla quotidiana lettura e meditazione dei libri santi.
Si tratta di due importanti asserti conciliari che pongono le fondamenta per elaborare la giusta relazione tra Bibbia e teologia. L’indissolubile relazione tra le due realtà rende possibile la costruzione di una teologia biblica intesa come un sistema scientifico autonomo, in grado di offrire la necessaria mediazione sia nell’ambito della ricerca biblica caratterizzata dalle sue complesse articolazioni, sia nel più vasto panorama teologico e interdisciplinare della ricerca. Il volume si propone di presentare la natura della teologia biblica, intesa come una disciplina in grado di offrire una «visione unitaria e dinamica» del messaggio teologico contenuto negli scritti della Bibbia. L’esigenza di conoscere tale disciplina nasce dall’urgente bisogno di unire allo studio esegetico dei testi un’adeguata rielaborazione teologica, che costituisce la mediazione necessaria per cogliere il messaggio biblico nella sua integralità. Annota Benedetto XVI:
Il Sinodo ha sentito, inoltre, il bisogno di interrogarsi sullo stato degli attuali studi biblici e sul loro rilievo nell’ambito teologico. Infatti, dal fecondo rapporto tra esegesi e teologia dipende gran parte dell’efficacia pastorale dell’azione della Chiesa e della vita spirituale dei fedeli. Per questo ritengo importante riprendere talune riflessioni emerse nel confronto avuto su questo tema nei lavori del Sinodo.
L’itinerario che guida la presente proposta si articola in due parti. Nella prima parte: gli itinerari; nella seconda parte: le traiettorie. Partendo dalla «natura e il metodo della teologia biblica» (capitolo I), si ripercorre in modo essenziale «la storia della disciplina» (capitolo II), per rielaborare alcune traiettorie contenute nella Bibbia e rilette in chiave unitaria. Mentre la Prima parte è consacrata all’approfondimento del livello teoretico e storico della materia, la Seconda parte rilegge le prospettive teologiche della Bibbia secondo una triplice traiettoria, assunta come chiave ermeneutica e teologica di tutta la Scrittura: la traiettoria vocazionale; la traiettoria antropologica; la traiettoria escatologica.
Si rende necessaria una raccomandazione di metodo: la lettura del presente volume richiede la conoscenza dei testi della Bibbia, unica e principale fonte per poter cogliere lo sviluppo della teologia biblica. A tale proposito s’invita il lettore a un’attenzione particolare nel saper «partire e ritornare» costantemente alla fonte stessa dei testi scritturistici, per ritenere con frutto lo sviluppo del pensiero teologico proposto.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
ITINERARIO TEORETICO
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
(Lc 24,15-18)
In un interessante contributo del 1998 il compianto teologo biblista P. Beauchamp si domanda se sia possibile «una teologia non-biblica», riflettendo sull’identità stessa e sulla natura del fare teologia. Egli annota:
Una teologia biblica è finalmente chiamata a onorare il diritto di questa istanza superiore che chiamiamo «la Bibbia», la quale riunisce in un solo libro due Testamenti la cui unità è stata tanto radicalmente affermata dai cristiani, quanto contestata dagli Ebrei. Per tagliar corto, mi domando se sia possibile una teologia che attraversa i due testamenti. Questa è la vera domanda.
Sviluppando il suo pensiero Beauchamp risponde affermativamente: non solo la teologia biblica è possibile, ma è necessaria per rispondere all’urgenza delle sfide e alla complessa riflessione che investe l’uomo contemporaneo e la sua ricerca di verità.