INDICE
Editoriale: Denaro, dimensione spirituale e sostenibilità 3-7
ALESSANDRA SMERILLI
Di cosa vive la chiesa oggi: tra teologia, pastorale e sostenibilità 9-24
ENNIO APECITI
La storia del «sovvenire» letta in parallelo con la storia della chiesa
nel fondamento della parola di Dio 25-40
GIUSEPPE DE VIRGILIO
Paolo e la sostenibilità economica delle «sue» comunità 41-55
ITALO DE SANDRE
Chiesa, denaro, solidarietà: intenzioni e responsabilità 57-70
GIULIO CARPI
La raccolta di fondi come evangelizzazione: il fundraising 71-83
GIOVANNI DALPIAZ
Crescita e declino nella presenza sociale degli istituti di vita consacrata 84-96
MARTÍN CARBAJO NÚÑEZ
Sostenibilità economica della famiglia francescana 97-114
VANNA CERETTA - GABRIELE PIPINATO
La gestione economica, luogo di annuncio credibile 115-131
Documentazione: Bilancio: comunicazione e trasparenza
(Vanna Ceretta - Germano Scaglioni) 133-139
Invito alla lettura (Oreste Bazzichi) 141-150
EDITORIALE
Denaro,
dimensione spirituale e sostenibilità
Il mondo oggi non richiede alla comunità ecclesiale di non avere
beni, ma di gestirli nella trasparenza, nel rispetto delle leggi e a servizio
delle diverse forme di povertà. È anche quanto sostiene papa Francesco:
«La trasparente e professionale gestione delle risorse economiche è
immagine di una vera famiglia che cammina nella corresponsabilità
e solidarietà tra i suoi membri e con i poveri»1. Come dimostra la
cronaca, la gestione dei beni è un banco di prova per la chiesa, chiamata
a testimoniare il Vangelo anche nell’amministrazione economica,
consapevole che si tratta non di una questione marginale, ma di un
vero e proprio luogo di annuncio e di verifica della propria credibilità.
Nulla di nuovo. Il primo dissidio all’interno della comunità cristiana
negli Atti degli Apostoli non fu di ordine dottrinale, ma di
carattere economico, come ricorda la vicenda di Anania e Saffìra (At
5,1-11). La fede in Gesù Cristo e l’annuncio del Vangelo furono gli
elementi distintivi della comunità di Gerusalemme, ma ben presto i
primi cristiani impararono che non era possibile ignorare la dimensione
economica, in concreto l’attenzione alla comunione dei beni, senza che
ciò generasse disagi e tensioni (l’assistenza quotidiana alle vedove di
lingua greca: At 6,1-2).
Non basta dunque offrire “servizi spirituali”, operare in gratuità o
essere animati da nobili intenzioni: sono necessarie trasparenza e ragionevolezza
nel legare mezzi e fini, rendendo conto delle proprie scelte,
delle azioni concrete e dei risultati ottenuti. Solo così potrà nascere e
consolidarsi una cultura della corresponsabilità e della fiducia verso gli
organismi che agiscono nella chiesa o a suo nome, soprattutto quando
sono in gioco la solidarietà e la carità cristiana.
Talvolta in ambito ecclesiale (ma non solo), sul denaro e l’economia
prevalgono invece giudizi morali generici e superficiali che ignorano le
dinamiche etiche e comunicative dell’agire economico: nel modo in cui
si dispone concretamente dei beni si producono messaggi non verbali
che pesano, segnali forti rispetto ai quali le spiegazioni verbali possono
risultare superflue, e spesso non essere nemmeno credute (cf. Italo De
Sandre). Nella prassi ordinaria della chiesa questi aspetti rimangono
in gran parte non esplicitati, non chiariti, pensando che si tratti di
questioni di competenza delle autorità canoniche o dei soli addetti ai
lavori, tenuti peraltro al segreto d’ufficio.
La questione non riguarda solo i “vertici”. Tra i fedeli il senso di
appartenenza è spesso fragile e i rapporti con l’istituzione ecclesiastica,
ad esempio la parrocchia, sono spesso on demand, cioè limitati a una
prestazione da richiedere (la celebrazione di una messa, un battesimo,
un funerale, ecc.). Il riconoscimento di far parte di un “noi” concreto,
una comunità precisa, solo in rari casi si traduce in corresponsabilità
che preveda la partecipazione ai costi e ai benefici di ciò che la comunità
è o fa. Alcuni vescovi e parroci hanno avviato processi di condivisione
nel progettare, decidere, realizzare e valutare le azioni pastorali,
ma non si tratta ancora di una prassi diffusa: laddove, però, questo è
avvenuto, sembra che l’atteggiamento della comunità ecclesiale abbia
iniziato a mutare, prendendo coscienza di un nuovo modo di percepire
e vivere l’esperienza della fede in senso più comunitario.
La scarsa trasparenza delle organizzazioni ecclesiastiche, unita alla
prassi impersonale di sostegno delle confessioni religiose in Italia, ha
contribuito invece alla creazione di una distanza non facile da superare,
nonostante i progressi da parte degli organi competenti (ad esempio,
la comunicazione della Conferenza episcopale italiana in merito alla
gestione del gettito derivante dall’ottoxmille). La sfida consiste nel tener
insieme gli ideali, la gratuità e la sostenibilità. In altre parole, si
tratta di realizzare la propria missione, crescendo e sviluppandosi senza
soffocare le motivazioni ideali. Non è semplice, ma neppure impossibile:
armonizzare sostenibilità e fedeltà ai propri ideali richiede uno
sguardo ampio che abbia ben chiara la meta cui tendere, con un’idea
sullo sviluppo delle opere, senza snaturare elementi fondamentali come
la gratuità e l’attenzione ai più poveri.
La rivista dedica questo fascicolo monografico alla sostenibilità economica
della chiesa, nella convinzione che riflettere sul rapporto tra
denaro-economia e vita quotidiana della chiesa sia un impegno non
più dilazionabile, ma da affrontare con intelligenza evangelica, capacità
critica e professionalità. Ogni realtà ecclesiastica, quando valuta
e decide come disporre delle proprie risorse economiche, non può venir
meno alla fedeltà al messaggio evangelico: è in gioco la credibilità stessa
del ministero pastorale e della testimonianza di fede.
Il movente economico non è all’origine dell’agire ecclesiale e delle sue
diverse articolazioni organizzative, ma queste non possono durare nel
tempo senza una buona gestione delle risorse. In un mondo complesso
e in rapido mutamento, si tratta di cogliere ciò che tiene insieme gli
ideali e la sostenibilità, con scelte di governance coerenti con la propria
missione. È quanto sostiene Alessandra Smerilli, Di che cosa vive
la chiesa oggi: tra teologia, pastorale e sostenibilità. [...]