Icona greca in legno "Trinità di Rublev" - 14x13,5 cm

Litografia incollata su legno, rifinita con foglia d'oro. Le aureole, gli scritti e le bordure sono realizzati a mano.

L'immagine è la riproduzione dell'icona dipinta per mano dell'iconografa Lia Galdiolo da Padova. L'iconografa si è ispirata all'icona forse più famosa nella storia dell'iconografia russa, la celeberrima Trinità di Rublev, dipinta all'inizio del XV secolo per esprimere il carisma di santità di San Sergio di Radonez e la sua intuizione del mistero trinitario: "Contemplando la Santissima Trinità vinciamo l'odiosa divisione di questo mondo".
La rappresentazione della Trinità si richiama al racconto biblico dell'apparizione dei tre divini pellegrini ad Abramo e Sara. Le tre figure a mensa sono immerse in un muto, armonioso colloquio che si esprime nello sguardo e nei gesti, convergenti alla copia in cui è contenuto l'agnello immolato, simbolo dell'incarnazione dell'Eucarestia.
Pur simili nei sembianti, i tre personaggi sono caratterizzati in modo profondamente individuale dai gesti, dallo sguardo, a anche dai simboli che li accompagnano.
L'Angelo centrale è la Persona di Cristo, vestito in rosso ed in blu, il rosso intenso della divinità ed il blu altrettanto intenso dell'umanità. Egli è completamente rivolto verso l'Angelo alla sua destra (il Padre) perché "...In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio". Cristo ha dietro di sé l'albero (la quercia di Mamre), l'albero della vita di cui Egli è il vero frutto. Il nuovo albero della vita è la Croce che si innalza proprio dalla tomba di Adamo (Icona della crocifissione), attraverso la quale l'uomo, grazie al Sacrificio di Cristo, è diventato veramente figlio di Dio.
Alla sinistra dell'icona c'è l'Angelo che raffigura il Padre, avvolto nell'oro. L'oro è la luce senza tramonto, la fedeltà di Dio. Il Padre è il "Santo". Attraverso la santità di Dio traspare il colore blu, che Egli porta sul petto. È ciò che sta a cuore al padre: l'Umanità. Dietro al Padre s'intravede la casa, "la casa del Padre" dove Egli ci attende, dove il Figlio va a preparare un posto per noi (Gv 14, 2-3).
Alla destra dell'icona c'è l'Angelo più curvato verso la terra, è avvolto nel blu (umanità) e rivestito di un verde dorato (verde=il creato): è lo Spirito Santo che aleggia sopra le acque nell'ora della creazione e che muove dal di dentro tutto il creato verso il Creatore. La veste blu significa che lo Spirito Santo viene donato all'uomo e abita il suo cuore. Lo Spirito Santo rende l'uomo cristiforme cioè ad immagine del Figlio di Dio. Dietro all'Angelo dello Spirito Santo è raffigurata una roccia. La Montagna è il luogo della rivelazione di Dio. Allo stesso tempo è la roccia dell'Esodo, la pietra sulla quale scaturisce l'acqua, fonte di vita.
La mensa, intorno alla quale sono seduti i tre Angeli (è allo stesso tempo un trono) è la mensa Eucaristica, cioè l'altare del Sacrificio. Sulla mensa c'è il Calice che contiene la testa dell'agnello. Ricorda il calice della Pasqua ebraica, la festa della liberazione dalla schiavitù d'Egitto.
Sull'icona c'è un altro calice, disegnato dalle figure esterne (il Padre e lo Spirito Santo) in mezzo ai quali si trova il vero Agnello, il Figlio di Dio, Gesù Cristo che ha liberato l'umanità.