Stola verde in poliestere con ricamo asimmetrico sulle bande raffigurante una croce dorata e rossa e due pesci dorati ed argentati.
Il pesce è uno dei primi simboli del cristianesimo. Le iniziali greche della parola pesce, se scritte in maiuscolo formano un acronimo che sta per "Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore". Per questo motivo, quando dichiararsi cristiano era pericoloso a causa delle persecuzioni, si usava contrassegnare i luoghi di ritrovo e le catacombe cristiane con il simbolo del pesce.
Secondo una storia antica, quando un cristiano incontrava uno sconosciuto, il Cristiano tracciava un arco per terra e se lo straniero completava il disegno con un arco opposto a formare un pesce stilizzato, si identificava anche lui come Cristiano.
Il pesce torna più volte anche nei Vangeli, dove Gesù chiama i suoi discepoli "pescatori di uomini". Senza dubbio, però, il riferimento più conosciuto è quello del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, l'unico miracolo, Resurrezione a parte, raccontato da tutti e quattro gli evangelisti, seppur con qualche differenza, fatto che ne denota l'importanza.
La croce cristiana è il simbolo cristiano più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo. È una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per l'esecuzione capitale tramite crocifissione, il supplizio che secondo i vangeli e la tradizione cristiana è stato inflitto a Gesù Cristo; è il simbolo di redenzione degli uomini. Per i cristiani la croce costituisce un ricordo della passione, morte e risurrezione di Gesù, fasi inseparabili di una sola vicenda. Perciò la croce: è principalmente un simbolo di speranza e di "negazione delle immagini sbagliate di Dio"; è un ricordo dell'invito evangelico ad imitare Gesù in tutto e per tutto, accettando pazientemente anche la sofferenza per amore.
Il fatto che stiamo all’altare, vestiti con i paramenti liturgici, deve rendere chiaramente visibile ai presenti e a noi stessi che stiamo lì "in persona di un Altro". (PAPA BENEDETTO XVI)
La stola è l'elemento distintivo proprio del ministro ordinato. Secondo la disciplina attuale il suo uso da parte dei presbiteri e dei vescovi è obbligatorio nella Messa, nei sacramenti e nei sacramentali e ogni volta che c'è un contatto con l'Eucarestia.
Essa va indossata sotto la casula, con cui deve concordare per colore, che varia in base al tempo liturgico, o sotto il piviale. Va infilata attorno al collo, e scende dritta dalle spalle sino alle gambe.
La stola è simbolo dell'autorità sacerdotale, della dignità dell'uomo prima del peccato originale, del giogo dolce di Nostro Signore (gli obblighi sacerdotali).
Ricorda il Buon Pastore, poiché si porta sulle spalle come la pecorella smarrita, e le corde di Cristo trascinato al Calvario. Fa inoltre riferimento all'abito della festa che il Padre ha riservato al figliol prodigo una volta tornato a casa pentito.
Dopo il bianco il colore più utilizzato è il VERDE, che simboleggia speranza, costanza nel cammino e ascolto perseverante. Viene usato nelle messe domenicali e feriali del tempo ordinario, al di fuori di festività particolari.
"La differenza dei colori nelle vesti liturgiche ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati, e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell'anno liturgico." (Messale Romano - Introduzione - n. 37)