Scapolare con cordoncino bianco e medagliette rettangolari in tessuto combinato di 4x5 cm ciascuna rappresentanti la Madonna del Carmine e sant'Antonio di Padova.
Lo Scapolare, o "Abitino", è composto da due pezzi di stoffa legati da cordicelle o nastri, che poggiano sulle spalle (scapole, da cui il nome).
Lo Scapolare è un "sacramentale", cioè un segno che ricorda e attua una realtà spirituale secondo la misura di fede di chi lo indossa, indica l’appartenenza alla grande famiglia Carmelitana e la condivisione della sua spiritualità. È segno di consacrazione a Maria ed esprime la volontà di camminare con lei, accompagnati e sorretti dalla sua mano materna, verso la pienezza di comunione, verso la "vetta del monte, che è il Signore Gesù". Ma è anche il segno della protezione e della difesa che Maria opera nella vita del cristiano. Indossare lo scapolare è un segno di convinzione, gioia di vivere gli impegni battesimali, amore verso Maria, madre di Gesù e madre nostra.
Quella della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo costituisce una delle devozioni mariane più antiche e più amate dalla cristianità, risalente addirittura ai tempi dei profeti. Nella tradizione cattolica la Vergine santa, sotto il titolo di Signora del Monte Carmelo, è la patrona dei Carmelitani e di coloro che si impegnano a vivere la spiritualità del Carmelo; è la protettrice e la potente interceditrice di coloro che si lasciano avvolgere dal suo santo scapolare, strumento di conversione personale e di salvezza eterna; è lo speciale sostegno delle anime del Purgatorio, le sorregge e le conforta nell'espiazione delle loro colpe e le trae dalle fiamme quando sono purificate.
"Beata Vergine Maria del Monte Carmelo" - o "del Carmine" - è l'appellativo con cui si fa riferimento a Maria in seguito all'apparizione del 1251 al presbitero Simone Stock.
Sant'Antonio indossa il canonico saio francescano con cappuccio, cinto in vita da un cordiglio che presenta tre nodi e che ha appesa la corona dei sette gaudi sul fianco sinistro. Il giglio rappresenta la purezza del santo e la lotta contro il male, mentre la presenza di Gesù Bambino ricorda la visione che Antonio ebbe a Camposampiero, oltre al suo attaccamento all'umanità del Cristo e all'intimità con Dio.
Il libro simboleggia la sua scienza, la sua dottrina, la sua predicazione e il suo insegnamento sempre ispirato al Libro per eccellenza, la Bibbia.
Fernando di Buglione nasce a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant'Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d'Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell'eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell'Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell'Italia settentrionale proseguendo nell'opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell'Arcella.
Il suo culto è tra i più diffusi nella fede cattolica e la sua festività cade il 13 giugno.