Dal greco, "la dottrina del comprendere", è la necessità, data dall'incontro delle civiltà e dalla metodica delle scienze dello spirito, di aprirsi, tramite la comprensione (capire), al diverso, soprattutto ai testi. L'interrogativo può essere diretto alla comprensione del senso o del significato, o anche alla verità della realtà non conosciuta. La filosofia dei tempi più recenti cerca di chiarire con la riflessione il fondamento della possibilità del capire. Nell’antichità anche nel giudaismo e nel
cristianesimo, per interpretare testi non più accessibili alla comprensione immediata, si tentò la via dell' allegoria; nell'
esegesi biblica si sviluppò la teoria dei sensi della Scrittura. Nuove epoche nella storia delle idee resero necessari metodi e teorie sempre nuovi dell'ermeneutica
M. Lutero (1546) si attenne alla possibilità che la
s. Scrittura dischiuda il senso e la verità anche nel dettaglio stesso, cosicché essa stessa si autointerpreterebbe, concezione, questa, alla quale si contrappose la pretesa sempre crescente del
magistero cattolico di una spiegazione vincolante della Scrittura. Con l'irruzione del pensiero storico nel XIX sec. (storicità), si fece strada anche nella teologia una maggiore scientificità dell'ermeneutica, che è indispensabile per la comprensione del senso, senza che la questione della verità e dell'esigenza normativa della Scrittura venga sottoposta unicamente al criterio della ragione. La discussione ermeneutica nella filosofia del XX sec. (M. Heidegger 1976; H.-G. Gadamer 2002) ha il grande merito di aver dimostrato che ogni comprensione è caratterizzata da una «precomprensione» (si tratti di contesti e tradizioni culturali, o si tratti di «pre giudizi») e dal carattere dialogico. Queste convinzioni furono e sono riferite anche a scienze non filosofiche. Nell'attuale sistematica teologica vengono tematizzati aspetti ermeneutici essenziali, ponendo l'attenzione all'analogia di ogni asserzione teologica, alla forza di convinzione di volta in volta individuale del senso di fede e alla storicità e contestualità di ogni conoscenza della verità (anche nella teologia femminista). La situazione policentrica del cristianesimo rende estremamente difficoltosi gli sforzi ermeneutici a causa del pluralismo delle culture e delle mentalità; il fondamentalismo si oppone per principio ad ogni ermeneutica, poiché assume i pregiudizi senza esaminarli e non è interessato a comprendere ciò che è estraneo.