Il libro dell'Apocalisse, o Rivelazione, chiamato così dalla parola con cui comincia, è l'unico libro profetico del
Nuovo Testamento. E' innanzitutto un libro di consolazione, destinato ai credenti nella morsa della persecuzione. Attinge metodo espositivo e immagini da un genere letterario chiamato appunto "apocalittico", che troviamo già utilizzato nell'
Antico Testamento (vedi la teofania narrata in
Ezechiele e il
libro di Daniele), in qualche parte del Nuovo, e assai sviluppato nella
letteratura apocrifa giudaica. Tale genere letterario è assai vicino a quello profetico. Normalmente le visioni non sono chiare di per sé, ma piene di immagini, figure, numeri: il tutto con valore simbolico, che ne rende particolarmente difficile l'interpretazione.
L'autore di questo libro misterioso è senza dubbio l'Apostolo Giovanni. Il libro fu scritto mentre egli si trovava in esilio nell'isola di Patmos, nel 95, durante la persecuzione di Domiziano. In quel tempo la Chiesa stava passando un periodo cruciale di
persecuzione violenta, per cui molti cristiani si trovavano disorientati. Per aiutarli a restare saldi nella testimonianza della
fede, San Giovanni si richiama alle parole di
Gesù, che promette la vittoria dopo la tempesta, riprendendo i grandi temi biblici della
speranza e del giorno del Giudizio, in cui Dio stesso si farà giudice e premio dei suoi fedeli.
Il libro si può agevolmente dividere come segue: dopo un prologo di presentazione e di saluto, esso si articola in tre parti.
Prima parte: Giovanni riceve l'incarico di scrivere il messaggio di Cristo, e lo comunica mediante sette Lettere a sette chiese dell'Asia minore.
Seconda parte: preparazione per il gran giorno del Giudizio; contiene quattro serie di visioni.
Terza parte: il giorno del Giudizio. Si sviluppa in tre sezioni: giudizio contro Babilonia, ultimo combattimento, la
Gerusalemme celeste.
Chiude il libro un epilogo, che esprime il desiderio ardente della venuta di Cristo nella gloria.