Vedi anche
Libri /
AUTORI E PERSONAGGI /
Scritti di Santi e Beati
Membri di tutte le famiglie religiose che lungo i secoli hanno preso a fondamento di vita la Regola di san Benedetto (480-547 circa), fondatore del monachesimo in Occidente. Non si può parlare, per i benedettini, di un « Ordine » vero e proprio, come se si trattasse di una corporazione centralizzata, con un'unita di governo e di gerarchia, ma di un insieme di monasteri confederati, che hanno come comune rappresentante in Roma un abate col titolo di primate. Dopo la fondazione dei monasteri di Subiaco e Montecassino, a opera di san Benedetto, fu papa Gregorio Magno (604) a diffondere la Regola benedettina: fondò monasteri sul Celio e in Sicilia e inviò il monaco Agostino con quaranta compagni a evangelizzare l'Inghilterra. In Italia il monachesimo rifiorì in seguito alla conversione dei Longobardi; a quest'epoca risalgono abbazie famose come Farfa, san Vincenzo al Volturno, Nonantola ecc. Un forte impulso di rinnovamento del monachesimo venne dal monastero di Cluny (Borgogna), fondato nel 910, che diede vita a un'importante congregazione di monasteri sotto l'autorità di un unico capo, l'abate cluniacense, sottomesso solo al papa, indipendente da laici e vescovi. Intanto, specialmente in Italia, altri gruppi benedettini recuperavano l'esperienza della vita eremitica (camaldolesi, vallombrosani), mirando a un'osservanza più rigorosa della regola. In opposizione a Cluny, nel frattempo trasformatasi in una potenza territoriale e politica, Bernardo di Chiaravalle riformò il monastero di Citeaux secondo lo spirito di una rigida ascesi (cistercensi). Pur adottando proprie consuetudini, si rifecero alla regola benedettina (ma anche alle tradizioni dell'eremitismo orientale) i certosini (1084), i silvestrini (1231), i celestini (1264), gli olivetani (1313). Il concilio di Trento, dopo i gravi colpi subiti dai benedettini nel Nord Europa a causa della Riforma, rese obbligatorio per tutti i monasteri il sistema di riunirsi in «congregazioni » senza che ciò significasse perdere l'autonomia. In tempi più recenti (1893) Leone XIII riunì tutte le congregazioni nella Confederazione benedettina sotto l'abate primate di sant'Anselmo (Roma), che però non detiene i poteri di superiore generale sopra i monasteri e le congregazioni. Pio XII nel 1952 approvò una lex propria per questa Confederazione, che oggi comprende 21 congregazioni, con più di 30.000 membri distribuiti in 237 monasteri maschili e 845 femminili. Gli abati benedettini si riuniscono ogni quattro anni a Roma per il congresso degli abati, cui compete anche l'elezione del primate. Fedeli al loro motto 'ora et labora', i benedettini si sono sempre distinti per la loro spiritualità e per l'intensa attività in campo sociale (il lavoro nei campi e nell'edilizia), per la conservazione della cultura antica (trascrizione dei manoscritti e formazione di biblioteche) e per l'anelito missionario. Le benedettine (dal VII secolo) seguono la regola benedettina elaborata per le donne. Le suore fanno i voti semplici perpetui. I monasteri benedettini femminili sono coordinati nella Confederazione, senza che ciò comporti però un'effettiva dipendenza. Gli ultimi due decenni del XX secolo hanno fatto registrare un aumento degli Oblati laici benedettini che vogliono vivere nel mondo la spiritualità di san Benedetto, nelle rispettive famiglie e nel mondo del lavoro, valorizzando la Regola di san Benedetto, basata sull'amore per la liturgia, sulla preghiera delle ore, sulla lectio divina. Nel processo della evangelizzazione sono testimoni di vita cristiana. Gli Oblati laici benedettini hanno celebrato nel 2005 il loro primo congresso mondiale.