Nacque a Verona, parrocchia dei Santi Apostoli, l8 ottobre 1873. Rimasto a dodici anni orfano di padre, visse linfanzia e ladolescenza in povertà estrema. Dovette interrompere per due volte la scuola elementare per guadagnare da vivere per sé e per la sua famiglia, con lavori precari. Le difficoltà e le umiliazioni di ogni genere contribuirono, con la grazia di Dio, a far maturare in lui uno spirito di fede e di abbandono nella divina Provvidenza.
Lamore, la fede e la laboriosità della mamma lo fecero crescere sereno ed altruista anche tra gli stenti. Don Pietro Scapini, rettore della chiesa di S. Lorenzo, lo aiutò a realizzare la sua vocazione al sacerdozio. In tre anni lo preparò egli stesso agli esami di ammissione al liceo presso il Seminario di Verona. Li superò e vi fu ammesso come alunno esterno. Il servizio militare, il periodo più bello della sua vita, come lui diceva, gli fece perdere altri due anni di studi.
Ebbe, però, il grande dono di incontrarsi con il padre Natale di Gesù, carmelitano, che egli scelse come suo confessore e direttore spirituale. Fu proprio questi che scopri nel giovane il prescelto dal Signore con speciale predilezione per fondare un istituto proprio per i tempi attuali: una congregazione di Sacerdoti e Fratelli, di spirito evangelico, con parità giuridica, con uguali diritti e obblighi.
Durante il servizio militare esercitò un intenso apostolato vocazionale e di carità, distinguendosi soprattutto nel curare i malati e nellatto eroico di offrirsi spontaneamente allassistenza dei soldati colpiti dal tifo, ammalandosi gravemente anche lui.
Ripresi gli studi, non aspettò lordinazione sacerdotale per santificarsi e fare opere a servizio dei poveri. Fondò, infatti, ancora chierico, la Pia Unione per lassistenza agli ammalati poveri. Avendo trovato uno zingarello, una sera dinverno, sulla soglia della sua casa, fuggito dai suoi padroni, lo accolse, condividendo con lui la mensa e dandogli il proprio letto.
Fu il seme della Casa Buoni Fanciulli che inizierà ufficialmente il 26 novembre 1907, in vicolo Case Rotte.
L11 agosto 1901 venne ordinato sacerdote e assegnato, come cooperatore, alla parrocchia di S. Stefano in Verona e nominato confessore del Seminario diocesano. Dopo sette anni fu trasferito, come vicario, a S. Benedetto al Monte, in centro città. Intanto andava aumentando il numero dei ragazzi abbandonati da lui raccolti.
Fu perciò necessario cercare un ambiente più ampio e la Provvidenza glielo procurò: fu in via San Zeno in Monte, 23, su un colle affacciato sulla città. Diventerà la Casa Madre dellOpera. I ragazzi vi entrarono ufficialmente il 6 novembre 1908.
Con i ragazzi accolti, vennero anche i collaboratori di unopera tanto lodevole: furono i Sacerdoti e Fratelli. Nel 1932 la Casa Buoni Fanciulli venne approvata come Congregazione Poveri Servi della Divina Provvidenza e si estese in varie parti dellItalia. Parallelamente nacque anche il ramo femminile, le Sorelle, erette poi a Congregazione col nome di Povere Serve della Divina Provvidenza.
Don Calabria volle i Fratelli e le Sorelle come due rami dello stesso albero, ununica famiglia, con lo stesso carisma, la stessa missione: vivere, per tutto landamento della Casa, lo spirito di fede e fiducia incondizionata in Dio Padre, col pieno abbandono pratico alla divina Provvidenza, senza chiedere nulla a nessuno, non cercando protezioni umane, ma confidando unicamente in Dio.
Voleva si praticasse linsegnamento di Gesù: Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (cfr. Mt 6,25-33).
Lo scopo vero dellOpera infatti era quello, egli diceva, di mostrare al mondo che la divina Provvidenza esiste, che Dio non è straniero, ma che è Padre e pensa a noi, a patto che noi pensiamo a Lui e facciamo la nostra parte.
Vastissimo fu il suo apostolato: ragazzi bisognosi, vecchi, ammalati; giovani poveri con un una idea vocazionale e che egli accoglieva: alle soglie della teologia, li lasciava liberi di scegliere, per la Diocesi, per altre Congregazioni od Ordini,o di formarsi una famiglia, a seconda di quello che sembrava loro la volontà di Dio. Il suo orizzonte non si limitava alla propria congregazione ma abbracciava lintera Chiesa. Aiutava e accoglieva sacerdoti in difficoltà, venne in contatto con i carcerati, con i fratelli separati e con una folla anonima innumerevole di anime in cerca di luce, di conforto e di consiglio che egli riceveva e con le quali tenne una vastissima corrispondenza epistolare, pur tra continue sofferenze e malattie.
Sentì che era maturato il tempo dei laici e si adoperò, con le parole e con gli scritti, per formare dei cristiani dalla vita evangelica. Fondò la Famiglia dei Fratelli Esterni, cioè di laici che, nelle loro famiglie e nellambito della loro professione, si studiano di vivere lo spirito di abbandono e di carità della Congregazione. Sentiva lurgenza di tornare al modello di vita delle prime comunità cristiane. Si adoperò moltissimo, a tutti i livelli nella Chiesa, per promuovere questo ritorno alle fonti del cristianesimo. Tra gli scritti molto diffusi, si può ricordare il libro Apostolica Vivendi Forma, che presenta il modello di vita degli apostoli, e che venne proposto agli stessi vescovi e a buona parte dei seminari dItalia.
Lanima di tutto, la sua vera grandezza fu il quotidiano impegno di conoscere sempre più la volontà di Dio, e cercare di viverla a qualsiasi costo. O santo o morto, era il suo motto, scritto in ogni pagina del suo Diario.
Chiuse i suoi giorni terreni a Verona il 4 dicembre 1954. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Verona il 7 aprile 1988 e canonizzato a Roma il 18 aprile 1999.
Le sue Congregazioni si estesero il tredici paesi del mondo, continuandone lo spirito.
Oggi lOpera è presente, oltre che in Italia, in Uruguay, Brasile, Argentina, Paraguay, Cile, Colombia, Angola, Kenya, Romania, Russia, India, Filippine.
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