EAN 9788825037098
Con questo volume il professore Vincenzo Scippa, ordinario di Sacra Scrittura presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, completa un lungo lavoro di introduzione e commento ai salmi canonici, che conta già quattro volumi pubblicati dalle Edizioni Messaggero nella collana DabarLogos-Parola. Lectio divina popolare: il primo presenta una selezione dei salmi più letti e spesso utilizzati nella liturgia (Salmi, vol. 1, 2002); il secondo e il terzo sono dedicati ai Salmi messianici (voll. 2/1 e 2/2, 2003), il quarto volume è dedicato ai Canti delle ascensioni (2004).
Questo quinto volume, di ben 388 pagine, esce rispettando sostanzialmente la struttura dei precedenti commenti in funzione della lectio divina popolare. Un elemento di novità, o piuttosto un’esplicitazione rispetto alle precedenti pubblicazioni, è indicato nel sottotitolo Lectio divina con Israele e con la chiesa, segno dell’attenzione dell’autore non solo alle relazioni con altri testi dell’Antico Testamento, ma anche alla lunga tradizione interpretativa ebraica. Scippa accoglie le esortazioni del magistero e della Pontificia Commissione Biblica sul contributo dell’interpretazione giudaica della Bibbia anche per l’esegeta e il lettore cristiano; così si esprimeva la Commissione nel documento L’interpretazione della Bibbia nella chiesa del 1993 (illustrando l’aiuto che l’esegeta cristiano ne può trarre: cf. I.C.2), come verrà poi ripetuto nel successivo documento, frutto di un lavoro della stessa commissione durato ben cinque anni (1996-2000), Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana, che al n. 22 recita: «Sul piano concreto dell’esegesi, i cristiani possono, nondimeno, apprendere molto dall’esegesi ebraica praticata da più di duemila anni, e in effetti hanno appreso molto nel corso della storia». Ciò vale in particolare per i salmi che già al loro interno presentano segni di contestualizzazione a partire specialmente dalle vicende del re Davide, o anche in riletture della stessa preghiera come nel caso del Sal 14, il primo affrontato nel commento, riportato con poche differenze anche nel Sal 53.
Di quel patrimonio furono eredi Gesù, Maria, gli apostoli che recitavano i salmi da ebrei e, in particolare gli autori del Nuovo Testamento che intravidero in molte espressioni l’allusione o anche la prefigurazione di Cristo e della chiesa.
Nella parte introduttiva al volume l’autore presenta qualche informazione essenziale insieme alla suddivisione classica dei salmi per genere letterario, distinguendo in otto diversi generi (inni, salmi di ringraziamento, salmi regali, suppliche individuali, suppliche collettive, salmi di fiducia, salmi liturgici e salmi sapienziali) con ulteriori distinzioni all’interno dello stesso genere. Lo schema dei generi letterari, come precisa Scippa in nota, è riportato anche nelle sue precedenti pubblicazioni dedicate ai Salmi e riprende sostanzialmente la proposta di Hermann Gunkel che, tuttavia, non è priva di osservazioni critiche in più recenti studi. L’autore manifesta la sua preferenza per l’attenzione ai salmi come a testi singoli, per i quali rimane valida la riconduzione di ciascuno di essi a un genere specifico che ne chiarisce anche il possibile contesto di origine, senza nulla togliere al senso complessivo che si è inteso dare al libro dei Salmi all’interno del corpo delle Scritture.
La presentazione di ogni salmo avviene attraverso una scansione in paragrafi che si ripete per ciascuno di essi, tranne qualche eccezione dovuta alla suddivisione di alcuni salmi in parti analizzate in capitoli distinti (così per i Sal 78 e 119). Per ogni salmo si succedono tre momenti (Lettura Interpretazione Attualizzazione) come già dei volumi usciti nella collana DabarLogos-Parola; lo scopo evidente è di proporre il singolo testo distinguendo ciò che deriva dalla lettura del testo considerato in se stesso e quanto deriva dalle successive letture e interpretazioni, che rappresentano un vasto patrimonio di cultura e spiritualità. Quest’approfondimento progressivo è pensato in ordine alla finalità pastorale dell’opera senza, tuttavia, confondere gli ambiti. Proprio in relazione alla destinazione pastorale della sua opera – «Questo volume è pensato per essere sostegno alla fede…» (p. 7) –, l’autore dedica il volume a due credenti particolari del nostro tempo legati dalla testimonianza semplice e perciò rivoluzionaria offerta nello svolgimento del ministero petrino a cui sono stati chiamati: Benedetto XVI e Francesco. Per non appesantire la lettura del testo Scippa indica in parentesi il nome degli esegeti a cui fa riferimento, le cui opere vengono poi citate per esteso nella bibliografia selezionata in lingua italiana (pp. 378-380).
All’inizio di ogni capitolo il singolo salmo viene riportato nel testo della traduzione ufficiale CEI 2008, come viene chiarito nell’introduzione e nella pagina delle sigle e abbreviazioni. Degli undici salmi liturgici e dodici salmi sapienziali, in questo volume ne vengono presentati sedici, avendo già affrontato gli altri nei precedenti quattro volumi sui Salmi.
Il paragrafo Lettura che introduce la presentazione di ogni salmo è dedicato a uno sguardo complessivo sul testo precisandone il genere letterario, le parti di cui è composto e gli elementi utili per individuare la struttura del testo letterario. Si accenna brevemente alla simbologia che ricorre nel testo con particolare attenzione ai termini ebraici (traslitterati) che danno conto delle osservazioni proposte dall’autore. Emerge qui l’attenzione filologica di Scippa ravvisabile nei diversi rimandi a possibili significati dei termini nella lingua ebraica, come pure l’attenzione alla struttura letteraria del testo, necessaria per porre dei paletti alle possibili interpretazioni del testo. La condivisibile scelta di analizzare i Salmi a partire dall’ebraico, in particolare dal Testo Masoretico, presenta lo svantaggio di non offrire altrettanti chiarimenti sui termini utilizzati nella traduzione greca dei LXX che costituì il riferimento principale, in molti casi esclusivo, per gli autori del Nuovo Testamento e soprattutto per la gran maggioranza dei padri e degli scrittori ecclesiastici.
Nella parte dedicata all’Interpretazione vengono elencati richiami al testo riscontrabili in libri dell’Antico Testamento (Lettura con Israele), talvolta anche con il ricorso a tradizioni interpretative ebraiche, nel Nuovo Testamento (Lettura con Gesù e con gli autori del NT) e nei padri della chiesa e scrittori ecclesiastici (Lettura con la chiesa). A proposito dell’interpretazione con la chiesa, l’autore fa propri i chiarimenti offerti dall’istruzione Principi e norme per la liturgia delle ore (1970) relativi all’interpretazione cristologica, dominante nella lettura patristica, che va oltre i salmi considerati “messianici” estendendosi a molti altri per i quali si tratta di adattamenti convalidati dalla tradizione. La prospettiva interpretativa è dunque eminentemente ecclesiale; resta al lettore individuare laddove l’interpretazione allegorica, soprattutto nel prevalente significato cristologico, valica i confini di quanto il testo in se stesso propone.
La trattazione di ogni salmo si conclude con un paragrafo dedicato all’Attualizzazione. Qui l’autore offre una sintetica presentazione degli elementi utili per una lectio divina, linee per attualizzare le parole e il contenuto delle antiche preghiere alla vita di ogni credente in prospettiva cristiana. Le brevi considerazioni personali vengono arricchite da citazioni di autorevoli interpreti, dai più antichi (naturalmente ricorre spesso l’interpretazione di sant’Agostino la cui opera, tuttavia, non è citata nella Bibliografia finale), ai più recenti tra i quali spiccano per frequenza i richiami ai commenti poetici di Turoldo, poesia che si fa preghiera, con cui viene conclusa spesso la trattazione di ogni salmo. La parte dell’attualizzazione rappresenta una vera e propria piccola antologia di interpretazioni e preghiere per ogni salmo.
A conclusione del volume l’autore presenta un utile Piccolo lessico (pp. 355-377) e, dopo la bibliografia generale, uno schema sull’uso dei salmi commentati nel Lezionario (pp. 381-383).
Per l’esperienza maturata dallo studioso in questi anni di lavoro sarebbe stato auspicabile fruire della sua personale traduzione del testo, anche se è facile intuire che, data la destinazione pastorale dell’opera, motivi editoriali abbiano fatto optare per la traduzione ufficiale in lingua italiana. Comunque, nel corso del commento vengono segnalate possibili diverse traduzioni rispetto al testo Cei.
In un’opera così recente e documentata avrebbe giovato, ma anche in questo caso pesano ragioni di contenimento, un confronto con le traduzioni ecumeniche, in particolare con la nota Traduction Oecuménique de la Bible (TOB). Si osserva ancora che il continuo ricorso a citazioni all’interno del testo (bibliche, patristiche, di autori contemporanei), mentre offre una vasta panoramica di quanto è stato detto e scritto, rende in qualche punto faticosa la lettura, non consentendo di seguire con agevolezza la proposta interpretativa dell’autore.
Il lavoro di Scippa alimenta quel settore della pubblicistica, in particolare cattolica, che conta diversi esempi di presentazione dei Salmi per il grande pubblico permettendo di accostarsi a essi quale sostanzioso alimento spirituale. Diverse opere del recente passato presentano caratteristiche analoghe e rappresentano ormai veri e propri classici come Il Salterio della Tradizione, a cura di Jean-Claude Nesmy (Torino 1983) e il lavoro di Spirito Rinaudo, I Salmi. Preghiera di Cristo e della chiesa (Leumann 1973), opere che l’autore cita e nella cui scia si colloca a buon diritto questa nuova pubblicazione. In essa Scippa coniuga acquisizioni di tipo scientifico tipiche dello studio biblico moderno (filologia, studio letterario e storico critico) con la grande e ininterrotta tradizione interpretativa, un contributo senza dubbio significativo nel panorama delle recenti pubblicazioni sui Salmi.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 1-2/2015
(http://www.pftim.it)
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