Mihi vivere Christus est. Storia della spiritualità cristiana orientale e occidentale in età moderna e contemporanea
(Fuori collana)EAN 9788821307775
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Si tratta di un testo «divulgativo e sintetico della spiritualità cristiana» che mira a «offrire a principianti in un unico testo la visione di un cammino spirituale che abbracci alcuni aspetti della Storia moderna e contemporanea dell’Occidente e dell’Oriente cristiani» (dalla prefazione di G. Zevini, 5). Il testo si presenta nella forma tipica del manuale utile per coloro che intendano avere una prima informazione della periodizzazione della storia della spiritualità. Convince la scelta di un approccio dinamico alla storia della spiritualità e l’attenzione data ai “due polmoni” della Chiesa.
La sensibilità alla diversità dei modi di vivere la stessa sequela di Cristo è il tono di tutto il volume, al quale si dedica il primo capitolo: Introduzione alla storia della spiritualità cristiana. I diversi modi di vivere il mihi vivere Christus est (cap. 1). Gli altri 35 capitoli sono suddivisi in dodici grandi parti che ricoprono di fatto tutta la storia della Chiesa, dal momento che i primi tre capitoli sono dedicati – sebbene brevemente tuttavia non senza profondità – al primo millennio per mostrare quale sia il Patrimonio spirituale dell’oriente cristiano tramesso all’epoca moderna (I parte). Questa prima parte include una breve sintesi su L’esperienza ascetico-mistica dell’esicasmo (cap. 2) e una buona introduzione a La preghiera di Gesù (cap. 3) Colpisce nella seconda parte (Il patrimonio spirituale dell’occidente cristiano trasmesso all’epoca moderna) trovare un capitolo dedicato espressamente alle donne (cap. 4: Il contributo delle donne).
Il rilievo dato all’esperienza di donne del calibro di Gertrude, Metilde o Brigida di Svezia, che potrebbe sembrare lusinghiero, rischia allo stesso tempo di risultare una strana ghettizzazione e di dare la falsa idea di ritrovare lì tutte le donne che hanno fatto la storia della spiritualità. Questa si srotola al maschile quanto al femminile in tutti i tempi della Chiesa e infatti ritroveremo donne nel resto del volume (due esempi lampanti: troviamo Giuliana di Norwich al cap. 7 e a Caterina da Siena è dedicato tutto il 9). D’altra parte sembra sia impossibile sfuggire a tale ambiguità (rilievo e ghettizzazione) quando si cerca di affrontare la questione femminile. In questa stessa seconda parte troviamo brevi schede su autori ripartiti per aree geografiche (cap. 5: La riscoperta del fondo dell’anima. Gli autori della Renania; cap. 6: “Beati gli occhi che vedono”.
I mistici della scuola fiamminga; cap. 7: “Il tempo è fatto per l’uomo”. I mistici inglesi; cap. 8: Il movimento della devotio moderna; cap. 9: La spiritualità di Caterina da Siena. Ascetica e mistica: fine di un’epoca. Dionigi il Certosino). La terza parte contiene dieci capitoli e si occupa del XV secolo: L’ora della riforma. Tratta della spiritualità eucaristica e dei vari ordini e movimenti di riforma legati a tale spiritualità (cap. 10); della spiritualità post-tridentina (cap. 11) ripartita in filoni tra i quali campeggia la spiritualità di Carlo Borromeo, e dove non si dimentica l’azione di riforma dei papi. Segue la presentazione della spiritualità spagnola della riforma cattolica con Ignazio di Loyola (cap. 12); Teresa d’Avila e Giovanni della Croce (cap. 13) ed altri “minori” della spiritualità spagnola (cap. 14). Si passa poi alla riforma francese con Francesco di Sales (cap. 15) e ad altre forme della spiritualità francese cattolica del XVI secolo (cap. 16) per arrivare infine ad alcuni capitoli dedicati alla spiritualità italiana (capp. 17-19).
Le ripartizioni delle correnti spirituali sono state fatte dando maggiore rilievo alle spiritualità della gioia e della fiducia, insomma ad una spiritualità positiva. La parte quarta si occupa del Contributo dell’oriente nella ricerca dell’assoluto di Dio e riguarda i secoli XVI e XVII dell’esicasmo legato al nome come Nil Sorskij e alla spiritualità russa (cap. 20). La parte quinta passa al sec. XVII con Le nuove correnti in occidente, tra le quali troviamo l’apporto dei liturgisti, dei predicatori del culto al Sacro Cuore e una mappa delle spiritualità delle nuove famiglie religiose (cap. 21). La parte sesta dedica due capitoli al giansenismo (cap. 22) e al quietismo nella vita della chiesa (cap. 23).
La settima parte, di due capitoli, si occupa del Secolo dei lumi in occidente (cap. 24) e della Filocalia greca in Oriente (cap. 25). La parte ottava tratta degli Startsi russi del sec XVIII-XIX da Paisij a Serafino di Sarov fino alle figure del Monte Athos (cap. 26). Con la parte nona viene dato uno sguardo sul Rinnovamento ecclesiale in occidente del XIX secolo. Va cercata qui Teresa di Gesù Bambino (nel cap. 27). Rileviamo un capitolo dedicato a I messaggi della Madre della Chiesa e alla spiritualità mariana (cap. 28). Questa parte offre un minuzioso elenco delle nuove famiglie religiose e dei movimenti cattolici europei (capp. 29-32).
La decima parte si occupa della spiritualità della gioia rilevabile nel XIX-XX secolo e contiene di fatto un solo capitolo dedicato al tema Preti che cantano Maria (cap. 33). Vi si trovano alcuni testi di canti mariani e perfino uno in arabo (cf. 556). La parte undecima contiene due capitoli: non poteva mancare il Vaticano II al quale si dedica un intero capitolo (cap. 34), preceduto dal ricordo dei grandi autori che lo hanno preparato nello spirito, uno tra tutti Antonio Rosmini. Particolare spazio viene dato alla LG e al tema dell’universale chiamata alla santità, tema che costituisce anche un po’ il punto di vista privilegiato di tutto il volume. Non a caso si ricorda l’attenzione prestata al ruolo della donna che «da visione ancillare passerà a quella di co-protagonista delle vicende delle Chiese locali» (574) e alla santità coniugale.
Un altro capitolo (cap. 35) è dedicato a brevi schede sulle diverse espressioni ecclesiali presenti in epoca conciliare. Chiude il volume la parte dodicesima, comprendente un solo capitolo su Aspetti e figure emergenti della sequela Christi ove troviamo i più recenti ispiratori della spiritualità del nostro tempo, come Madre Teresa, l’abbé Pierre, Chiara Lubich e – con stupore – perfino il nome di un testimone ancora in vita: Enzo Bianchi (nato nel 1943). Ciascun capitolo termina con alcune indicazioni bibliografiche, in cui forse potevano essere segnalate le edizioni critiche delle fonti. Il volume è un valido strumento di orientamento, ma rimanda necessariamente all’approfondimento. Non ci si aspettino sfumature di valutazioni o riflessioni teologiche particolarmente incisive, per cui diventa difficile anche una recensione che non si limiti ad una mera presentazione.
Si tratta di un pozzo di “schede” su numerosi testimoni della spiritualità: questo costituisce al tempo stesso l’utilità e la debolezza del testo. Certamente da consigliare a quegli studenti che chiedono una mappa orientativa per inquadrare un autore, ma anche a quelle comunità religiose che mantengono l’uso della lettura a refettorio. Spiace finire con una nota un po’ dolente ma doverosa: si lamenta la presenza ricorrente di brani di seconda mano a spiegazione di un concetto chiave, laddove si sarebbe preferito il rimando alla fonte diretta.
Tratto dalla rivista Lateranum n.1/2012
(http://www.pul.it)
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