Teologia della famiglia
-Fondamenti e prospettive
(Nuovi saggi teologici) [Con sovraccoperta stampata]EAN 9788810408261
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L’attenzione della teologia è più focalizzata sul matrimonio inteso come sacramento celebrato che non sulla famiglia e sul matrimonio come stato sacramentale di vita. Se la comunione di coppia è fondata sulla scelta reciproca e sul mutuo consenso, la relazione tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra parenti richiede un orizzonte di riflessione più ampio e complesso. Il vol. offre una visione d’insieme sulla teologia della famiglia, che aiuti a passare dalla considerazione del matrimonio come atto alla visione del matrimonio come stato di vita sacramentale, fino a delineare le linee-guida di una fondazione teologica della pastorale familiare.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 8
(http://www.ilregno.it)
“Nessuno può negare che siamo di fronte a una crisi della famiglia”. Questa asserzione dice tutte le motivazioni e gli obiettivi dell’autore, per il quale ogni sfida alla famiglia si traduce in una sfida alla chiesa, la quale pare ultimamente anch’essa più attenta e preoccupata circa le sorti della famiglia, istituzione che sta vivendo processi di cambiamento molto rapidi: nel giro di un cinquantennio si è passati dalla famiglia patriarcale alla famiglia nucleare, dalla famiglia differenziata funzionalmente alla famiglia differenziata relazionalmente. Nella prima i legami erano più solidi, c’era senso di appartenenza, di responsabilità, definizione dei ruoli e delle figure, condivisione dei momenti della vita più importanti: nella seconda, invece, i rapporti e i ruoli sono più liquidi; ma ciò che è più solido e sincero è l’amore.
Carlo Rocchetta, che da alcuni decenni, attraverso il Centro Familiare Casa della tenerezza di Perugia, opera a favore delle coppie, e in specie quelle in difficoltà, le quali registrano un trend in continuo aumento, ha messo mano a questa Teologia della famiglia con l’intento, che non è frutto di semplice curiosità accademica ma un vero atto d’amore, di indicare ai coniugi l’identità, i valori e i compiti della famiglia attuale. E lo fa precisando le seguenti priorità: è urgente che la famiglia difenda quell’esclusiva che a lei sola compete: quella di essere la “culla degli affetti”, lo spazio vitale del neonato che viene al mondo; è urgente che la persona, uomo o donna, guardi alla sua vera natura, che non è quella di un individuo, solipsisticamente concepito, bensì quella di un “io” che è aperto a un “tu”, a un “altro”, con cui dialogare e formare un “noi”; è urgente vedere nel vissuto della famiglia, pur con le sue fragilità e difficoltà, un “luogo teologico”, un luogo dove Dio chiama i coniugi a fare spazio allo Spirito, al fine di realizzare il compito che le è proprio: rendere santi i componenti della famiglia.
L’autore tenta di fornire delle risposte a queste urgenze nelle sei parti, ciascuna di tre capitoli, di cui si compone il volume. Le prime due parti (La famiglia mistero nuziale di Dio nella storia e La famiglia icona del mistero di Dio- Trinità) sono squisitamente fondative: partendo dalla coppia-archetipo di Genesi, creata secondo l’immagine di Dio-Trinità, attraverso la coppia-tipo degli innamorati del Cantico dei Cantici, e infine attraverso l’alleanza nuziale tra Dio e Israele, la Sacra Scrittura opera lo svelamento di un mystêrion méga di Dio (cf. Ef 5,25-27): lo sposalizio di un uomo e di una donna è segno dell’unione in Cristo della natura divina con la natura umana, sacramento delle nozze pasquali tra Cristo e la chiesa. È, quindi, la famiglia stessa il grande mistero di Dio. Precisamente la famiglia, quale comunità d’amore che tende e aspira a divenire comunione di persone, riverbera nel mondo l’immagine della pericoresi del Dio-Unitrino, del Dio-Amore che, come communio personarum, è un circolo d’amore continuo.
L’uomo e la donna della famiglia umana si relazionano, si donano, si accolgono e condividono perché il Padre, il Figlio e lo Spirito santo vivono continuamente tra di loro una relazione di dono, di accoglienza e di condivisione. Se nella Famiglia Trinitaria le persone divine sono uno con l’altra, uno per l’altra e uno nell’altra, nella famiglia umana l’uomo è ontologicamente chiamato a essere aperto verso la donna e, viceversa, al fine di diventare un unum, che a sua volta si apre ancora a un terzo, il figlio. Perché l’amore è effusione, è comunicazione. Nella terza e quarta parte (La famiglia di Nazaret prototipo della famiglia e La famiglia comunità di salvezza) vengono offerte due espressioni concrete di famiglia. La prima è la famiglia di Nazaret. Scegliendo la via dell’incarnazione Dio mostra di voler realizzare il piano di redenzione in e attraverso una famiglia, il cui valore viene riconosciuto da Gesù stesso attraverso la sua trentennale permanenza in essa.
Nel suo annuncio il Cristo conferma di credere nell’istituzione familiare quando, interrogato circa il divorzio (cf. Mt 19,6), ribadisce l’integrità e la bontà originaria del matrimonio unico, monogamico e indissolubile, come uscì dalle mani del Creatore. Inoltre, non è certo casuale che Gesù abbia dato inizio ai suoi segni durante un matrimonio: Cana è proclamazione dell’oggi messianico in Gesù ed è prefigurazione delle nozze nuove, escatologiche tra il Risorto e la chiesa. La seconda espressione di famiglia redenta viene individuata in ogni famiglia. L’Antico Testamento lo testimonia con chiarezza: Dio salva in una comunità e per mezzo di una comunità: Israele. Il Nuovo Testamento conferma e completa: in primo luogo con la famiglia di Nazaret, poi con la chiesa, nuovo Israele, Israele escatologico, sacramento di Cristo redentore.
Ogni famiglia, in quanto inserita nella storia della salvezza, è redenta ed è chiamata a redimere (FC 49). Le vie ordinarie della missione della famiglia sono l’accoglienza e la cordialità, le quali la rendono una “casa”, dove si spezza la Parola, dove si celebra la festa, dove si prolunga la festa eucaristica, vera sorgente di vita per l’intera famiglia. È nella quinta parte (La famiglia chiesa domestica) che viene esplicitato il fondamento della comunità familiare quale chiesa domestica e viene chiarito il forte legame tra chiesa e famiglia. Il pilastro è neotestamentario: nella chiesa delle origini lo spezzare il pane, il condividere l’eucaristia, le catechesi, il pregare avveniva presso le case, presso le famiglie, le domus ecclesiae. Oggi, la riduzione della vita umana alla tecnica e alla burocrazia, ha prodotto una “mentalità senza casa” (Peter Berger).
Luogo di santificazione per i coniugi e i figli, la famiglia dal volto eucaristico si pone verso il mondo come sacramento del regno di Dio. Ed è da questa sacramentalità, la quale si traduce in diaconia e koinonia, che si diramano le direttrici del ruolo missionario e profetico della chiesa domestica, linee che come cerchi concentrici, si allargano prima nella parrocchia e poi nella società. Nella sesta e ultima sezione (La famiglia comunità della tenerezza di Dio) l’autore tira le fila del discorso: ha sì palesato le coordinate teologiche su cui fondare la comunità familiare, ma per rispondere alle sfide attuali c’è bisogno di un surplus di tenerezza. I volumi Teologia della tenerezza, edito nel 2005, e Viaggio nella tenerezza nuziale. Per riinnamorarsi ogni giorno, testimoniano che Carlo Rocchetta ha scommesso tanto su questo tema. Tenerezza non è tenerume, né sdolcinatezza; non è buonismo. Tenerezza teologica è quel cuore di Dio che, se incarnata dai coniugi, diviene quella “forza dell’umile amore” che trasforma le umane e coniugali fragilità, le miserie e i limiti personali in simpatia ed empatia. Strumenti, questi ultimi, necessari per accostarsi agli altri come viandanti, a somiglianza del Viandante che si accostò empaticamente ai discepoli sulla via di Emmaus, per fare sua la loro angoscia e trasfigurarla in gioia. Una famiglia tenera è una comunità in cammino, è una casa-grembo, dove si fa esperienza concreta di perdono e di felicità.
Una famiglia tenera è la salvezza della società e dell’umanità; è una via validissima per rispondere a quella “emergenza educativa”, figlia ed effetto di una crisi valoriale, umana e sociale crescente. Il libro in esame si è di sicuro posto un obiettivo arduo: richiamare l’attenzione della chiesa, sulla falsariga dell’alto magistero di Giovanni Paolo II, sul ruolo centrale della famiglia nell’azione pastorale della chiesa universale e delle chiese particolari. La famiglia non come terminale dell’azione della chiesa, bensì quale protagonista della pastorale, in nome di una pari dignità tra sacramento dell’ordine e del matrimonio. Ambedue sono sacramenti ordinati alla salvezza altrui, per cui Rocchetta auspica cooperazione, visione d’insieme tra sacerdoti e sposi. La comunione tra questi due attori ecclesiali significa attivare le migliori energie per dare delle valide risposte all’emergenza educativa.
La famiglia è il luogo privilegiato dell’esperienza dell’amore, per cui predicare, da parte della chiesa, amore, senza far leva sulla comunità familiare è parlare al vento, così come per la famiglia, tentare di dare segnali sul versante del bisogno di affettività, senza riscoprire le proprie origini trinitarie, è come cercare l’acqua nel deserto. Il richiamo forte dell’autore consiste in questo: far presente agli sposi che essi sono chiamati a essere nella chiesa le “agenzie periferiche della Trinità”, secondo una nota espressione di don Tonino Bello.
Tratto dalla rivista "Asprenas" n. 1-4/2012
(http://www.pftim.it)
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Don Antonio Marotta il 20 settembre 2018 alle 13:42 ha scritto:
Questo testo è uno dei pochi testi di teologia sistematica sulla famiglia. L'autore è un esperto di teologia sacramentale e in particolare del matrimonio. Ora con questo testo allarga la riflessione sulle relazioni che il matrimonio cristiano istituisce. Rilegge perciò la vita familiare nel suo mistero divino e antropologico, alla luce del mistero cristologico-trinitario ed ecclesiale-pastorale.