36 domande su Dio con i Padri della Chiesa
(Il pozzo. Seconda serie) [Con sovraccoperta]EAN 9788821571688
L’autrice, docente di linguistica presso l’Université de Provence e redattrice del sito francese peresdeleglise, dedicato alla conoscenza dei padri della chiesa, propone una lettura che vuole avvicinare un pubblico che per la prima volta si accosti alla conoscenza dei padri. Il volume si apre con una breve cronistoria dei padri della chiesa e si articola in quattro temi: Dio; la solitudine dell’uomo; l’incontro; la chiesa. In ogni capitolo sono riferiti antologicamente brani di uno o più padri o di alcuni scrittori cristiani, che hanno permesso di plasmare e indagare meglio i contenuti della fede in Cristo. Anche di questi ultimi è sempre delineato un breve profilo e il loro pensiero è espresso attraverso un brano della loro opera, attorno al quale viene ordinato il capitolo, a cui segue il commento dell’autrice.
La scelta antologica serve a scoprire un percorso che induca alla riflessione e introduca alla vita cristiana con gli occhi e nei termini dei padri. Al lettore è lasciata l’opzione del tema da cui si sente più attratto, giustificando in questo modo anche la flessibilità della struttura stessa del testo, composta da brani che non hanno un ordine cronologico. La volontà, infatti, non è quella di presentare un panorama storico e geografico in cui nasce un testo della letteratura cristiana antica, quanto di portare alla conoscenza o riscoprire certi testi, a volte anche poco noti, che sono ritenuti ancora in grado di condurre alla fede. Il percorso proposto si pone, infatti, come domanda principale: chi è Dio e come conoscerlo, come amarlo? Da questa domanda è partita anche Hazaël-Massieux per elaborare un cammino non solo scientifico, ma personale, che l’ha avvicinata a una conoscenza più profonda di Cristo e che ha voluto mettere per iscritto perché «questa grazia non si fermi» (p. 9). Il primo capitolo si apre con la citazione di Agostino d’Ippona, di cui sono prese in considerazione Le Confessioni e il Commento al Vangelo e alla Prima Epistola di san Giovanni, in cui il grande dottore si pone la maggior parte delle domande che sono anche quelle dei cristiani d’oggi circa la conoscenza di Dio. Conoscere Dio non può esulare dal conoscere l’essere umano, poiché è nell’uomo che si può vedere Dio. Nella Prima Epistola di san Giovanni, l’Ipponense pone l’accento sull’unicità di Dio anche per ciò che attiene alla sua paternità e maternità, in quanto anche ogni appartenente alla specie umana è chiamato all’esistenza da un padre e una madre. Essere genitori significa godere non solo della gioia di avere figli, ma anche dover sopportare la sofferenza che, per Maria come per tante altre donne ancor oggi, potrebbe anche significare assistere alla morte del proprio figlio. Sulla scia degli antichi padri, anche san Giovanni della Croce, d’altra parte, ricorda che, per unirsi davvero a Dio, bisogna entrare nella via della sofferenza di Cristo, la croce. Ma se Dio è bontà e ci ama tanto da non risparmiare la croce al suo Figlio, come sono giustificabili la sofferenza e la morte? L’autrice risponde all’antica domanda di teodicea, ribadendo che non è la provenienza di qualcosa da Dio, bensì l’assenza di Dio a provocare dolore all’uomo. La presenza del male nel mondo è giustificata dalla volontà umana di affrancarsi da Dio, in quanto l’uomo cerca di allontanare da sé la croce senz’accorgersi che è lui stesso la causa della sua sofferenza allorquando si separa da Dio. Sulla medesima scia si pone, nella contemporaneità, Pierre Teilhard de Chardin, giustificando l’apparente contraddizione: difatti, la Croce è segno del nostro peccato e della nostra sofferenza e, allo stesso tempo, il punto in cui l’amore arriva al culmine. Appartiene a san Giovanni Crisostomo l’affermazione che la croce di Cristo è «la morte della morte» (Opere, Commento alla Lettera di san Paolo ai Romani, vol. III), infatti Paolo esclama: «Cristo, dopo la sua resurrezione da morte, non muore più, perché la morte non ha più dominio su di lui» (Rm 6,9). Il percorso del volume prosegue con l’incontro tra Dio e l’uomo in una conoscenza che coinvolge tutti i sensi: la vista, l’udito, l’odorato, il gusto e il tatto, così come sostiene Guerrico d’Igny, abate del monastero di Chiaravalle. Sulla medesima scia si muoveranno Elisabetta della Trinità, Colombano e altri che vedevano nei sensi una via per riconoscere Dio. È ancora san Giovanni Crisostomo a farci riflettere sulla fede, mostrando che se essa è un dono, la nostra volontà dev’essere attiva e il nostro cuore pronto ad accogliere chi si dona. La fede, così come la speranza, si fonde nella perfetta felicità, in questo senso è attesa fiduciosa e si trasformerà in certezza e amore solo quando ci sarà concesso di vedere Dio.
Tra i tanti temi trattati al fine d’intraprendere un percorso d’introduzione alla fede, non poteva mancare l’argomento preghiera e spetta ancora ad Agostino chiarirci le idee: «Il desiderio è preghiera, e la preghiera suscita il desiderio» (p. 142). La preghiera di richiesta, sostiene Agostino, non è inferiore a qualsivoglia ascetismo; è importante perché pregare prepara il nostro cuore a essere esaudito. La preghiera per eccellenza a immetterci nell’intima relazione con Dio è il Padre nostro ed è ancora Agostino che accompagna il lettore nella spiegazione dell’unica preghiera che ci ha lasciato Gesù. Interessante, nell’ultimo capitolo, il paragrafo sulla vita eterna, in cui l’autrice cita san Bernardo e la riflessione proposta nei Sermoni sul Cantico dei Cantici. È inutile illudersi circa la conoscenza dell’al di là, poiché nessuna delle immagini, seppur intense, di Bernardo, per esempio quella delle nozze della sposa (l’anima) con lo sposo (Dio), può aiutarci a immaginare l’inimmaginabile. La vita eterna è la vita in Dio per coloro che lo hanno desiderato, è essere amati interamente, ed ogni desiderio è esaudito dall’amore stesso. Guerrico d’Igny sostiene che l’eternità è quel tempo in cui «la fede stessa si tramuterà in conoscenza, la speranza in possesso, il desiderio in godimento» (p. 187).
Hazaël-Massieux offre, in conclusione, l’opportunità di riflettere, confrontandosi sugli interrogativi di ieri, ma che sono anche moderni, ai quali tutti vorrebbero dare ancor oggi una qualche risposta. Un testo sicuramente adatto a chi vuole addentrarsi nella vita cristiana e cercare Dio, attraverso le opere dei padri della chiesa, supportato da un linguaggio semplice e scorrevole.
Tratto dalla rivista "Aprenas" n. 3-4/2011
(http://www.pftim.it)
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Studente RAFFAELE REGA il 29 settembre 2014 alle 14:29 ha scritto:
Un testo completo, che invoglia alla conoscenza e alla lettura dei padri della Chiesa.