Le statistiche su separazioni e divorzi evidenziano la fragilità della famiglia e dei suoi componenti. Tuttavia, anche se vivere insieme è difficile, ci si continua a sposare, affrontando delusioni e superando problemi complicati. La vita domestica può trasformarsi in conflitto, il dialogo tradursi in incomprensione, i contrasti emotivi sfociare in litigi e, nei casi più eclatanti, in drammi umani dagli esiti tragici, come purtroppo la cronaca segnala di continuo. Appartenere a un gruppo, una confessione religiosa o a una scuola psicoterapeutica non mette per forza al riparo. Il libro si rivolge a tutte le persone che si domandano perché le relazioni possono diventare difficili, che si chiedono come è possibile migliorare la vita di coppia e della famiglia, che non si arrendono di fronte alla conflittualità e intendono trasformare i dissapori in opportunità di cambiamento.
La prima parte illustra tre approcci teorici che inquadrano le relazioni interpersonali, la seconda analizza le più comuni difficoltà della vita familiare e la terza si propone di offrire indicazioni pratiche per considerare la propria famiglia non un romantico castello o una prigione soffocante, ma un luogo in cui poter maturare e crescere.
INTRODUZIONE
Non si può non comunicare; tutto è comunicazione; anche il silenzio è comunicazione. Sono alcuni degli «assiomi» della Scuola di Palo Alto mai abbastanza citati, mai abbastanza meditati, mai abbastanza analizzati per la precisione con cui esprimono aspetti decisivi nella comunicazione interpersonale. Il presupposto di partenza degli assiomi è che il mondo delle relazioni costituisce la realtà individuale e sociale. Relazioni interpersonali piene, significative, ricche di scambi, costituiscono la chiave della soddisfazione nella vita. Oppure, al contrario, la povertà di relazioni porta a trascorrere periodi, a volte una vita intera, segnata dalla depressione, dalla scontentezza, attraversata da un acuto senso di fallimento.
Carl Whitaker, uno dei più importanti terapeuti familiari, acuto e finemente umorista nelle sue analisi, capace di introspezione geniale e soluzioni innovative, ha scritto (ne parleremo in seguito) che la vita in famiglia sarebbe la migliore psicoterapia, soprattutto gratuita, solo se ne fossimo veramente consapevoli. Infatti nel rapporto con il partner e con i figli vengono continuamente alla luce — dialogano e si incontrano e si scontrano — le caratteristiche di entrambi i coniugi e dei figli, le rispettive mancanze, i limiti, le diverse visioni nel mondo, sia le nevrosi e le paure sia gli aspetti sani e vitali. Proprio nella capacità di instaurare un confronto, un dialogo, uno scambio sia emotivo sia intellettuale, senza avvelenarsi di pregiudizi e difese, si riesce a maturare come singoli, come coppia, come famiglia. Oppure si peggiora quando le posizioni si radicalizzano per paura e non si riesce a chiedere aiuto per uscire dallo stallo emotivo ed esistenziale. Quando si dialoga sul serio si ha la possibilità di vedere come gli altri ci vedono e ci percepiscono. La famiglia e la vita di relazione, insiste Whitaker, insegna a vivere, relazionarci, imparare moltissimo su noi stessi e sugli altri.
Invece spesso, spessissimo, la vita familiare e relazionale in genere diventa la casa delle relazioni conflittuali, fino alla violenza; il regno del dialogo si trasforma nell'impero delle relazioni segnate da incomprensioni, ritorsioni e distorsioni, recriminazioni. E nessuno può chiamarsi fuori dalle problematiche perché pensa di avere appiccicata addosso un'etichetta: l'appartenenza a una confessione, a un gruppo, anche a una scuola psicoterapeutica, non mette al riparo dalla presenza o dal dover affrontare dei problemi. Come chiariva già negli anni Cinquanta la Scuola di Palo Alto, la comunicazione è «l'ambiente» nel quale ci troviamo immersi. Imparare a comunicare nei rapporti interpersonali non è una scelta e neppure un dovere e neanche una necessità: semplicemente non si prescinde dalla comunicazione e, anzi, sarebbe importante perfezionarsi continuamente.
Le conseguenze negative, in famiglia, della mancanza di una comunicazione adeguata e soddisfacente vengono dai dati disponibili sui fallimenti della vita in comune. Le cifre indicano vita e «stato di salute» problematici per le famiglie. A fronte di oltre 207.000 matrimoni celebrati nel 2013 sono oltre 88.000 le sentenze di separazione pronunciate. Quasi 110.000 i minori coinvolti nella crisi dei genitori e nella disgregazione della famiglia. L'89% delle sentenze di separazione stabilisce, sulla carta l'accettazione dell'affido condiviso da parte dei genitori Ma. solo nel 5% dei casi si realizza davvero. Dalle cifre viene a galla, se ce ne fosse bisogno, il conflitto collegato alla fine di un matrimonio e che segue la difficile fase di certificazione della dissoluzione familiare. Il conflitto emotivo non affrontato e non risolto, nel migliore dei casi sfocia in rancori, litigi, dissapori, rotture. Nei casi più eclatanti il conflitto che esplode porta a veri drammi umani e non di rado a esiti tragici e delittuosi come la cronaca purtroppo segnala di continuo.
Questo libro vuole essere un primo passo verso la strada della consapevolezza e delle complesse problematiche sottese al rapporto tra un uomo e una donna che decidono di sposarsi e far crescere una famiglia.
Nella prima parte vengono presentati tre approcci teorici utili a inquadrare le relazioni interpersonali su uno sfondo significativo. Viene presentata la teoria dell'attaccamento, capace di indicare le modalità di base e l'origine del tipo di legame che ogni individuo può stabilire con le figure significative. Segue la teoria comunicativa secondo l'impostazione della Scuola di Palo Alto e le successive diramazioni, applicate alle dinamiche familiari. In questo modo si passa dalla prospettiva dell'attaccamento, dunque dal singolo individuo, alla sua collocazione in un «sistema» di relazioni. Il terzo passaggio ritorna all'individuo cercando di mostrare il valore, in psicologia, di un'impostazione umanistica-esistenziale che si interroghi sul senso della vita e aiuti le persone a intraprendere in maniera piena e soddisfacente tale complessa strada. Una ricerca di senso che può essere soltanto individuale e feconda se l'individuo è capace di riconoscersi come persona (teoria dell'attaccamento), in una rete di rapporti (dimensione comunicativa e sistemica) familiari e non.
Nella seconda parte vengono presentate e analizzate le più comuni difficoltà nella vita familiare, indicandone gli snodi problematici. Il ricorso a storia di vita ed esempi tratti dalle psicoterapie o semplicemente dalle storie individuali, ha l'obiettivo di mostrare in azione le dinamiche descritte in precedenza in teoria.
La terza parte intende tirare le fila del lavoro per fornire delle indicazioni operative.
Il libro si rivolge a tutte le persone che si domandano perché i rapporti interpersonali possono diventare difficili e conflittuali. Il filosofo francese Sartre scriveva che «l'inferno sono gli altri» perché effettivamente i rapporti interpersonali possono diventare il luogo dell'esasperazione fino a scatenare la violenza più cieca e profonda. Tuttavia la visione negativa e pessimista di Sartre può venire smentita se accettiamo di vedere il conflitto come un'espressione delle difficoltà insite in ogni rapporto interpersonale. In questo senso il libro si rivolge a chi non si arrende di fronte alla conflittualità e intende contrastarla per trasformare i dissapori in altrettante opportunità di crescita e maturazione. E un'impostazione contro la tendenza a spostare i problemi; non si troveranno indicazioni spirituali o spiritualiste bensì un costante ricorso alle scienze umane e all'interazione tra approcci differenti.
Il libro dunque potrà venire utilizzato nei corsi prematrimoniali e forse servire a impostare delle attività di riflessione, dopo il matrimonio, per aiutare le coppie e le famiglie a guardarsi in faccia e rinnovare le scelte compiute proprio nella fatica di comporre le personalità diverse di ognuno.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
Le teorie - Sguardo d'insieme
Tre sono i punti di riferimento di questo lavoro sulla psicologia relazionale, applicata in modo particolare alla realtà della famiglia. Da un lato la Scuola di Palo Alto, nella West Coast statunitense, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, caratterizzata dall'insistenza sull'aspetto sistemico delle modalità di relazione. In questo senso la famiglia non è la semplice somma delle caratteristiche degli individui che la compongono bensì qualcosa di più e di nuovo, un «sistema» appunto. In questo approccio vengono poste in secondo piano le caratteristiche individuali. Dall'altro lato abbiamo i contributi di alcuni psicoterapeuti operanti nella East Coast, di impostazione psicanalitica, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, che hanno integrato l'approccio sistemico con l'analisi dei vissuti e degli aspetti emotivi delle persone che si trovano concretamente a vivere nel conflitto familiare.
La suddivisione tra scuole si è riprodotta in Italia, dove ancora sono in vigore approcci differenti: sistemico-relazionali, di impostazione psicanalitica, cognitivo-comportamentali. Oggi a distanza oramai di qualche decennio sappiamo (è il terzo punto di riferimento) che non è produttivo lavorare per compartimenti stagni e l'approccio migliore è sempre di tipo interdisciplinare e poliedrico, soprattutto quando si ha a che fare con una realtà complessa come la famiglia.
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Roberto Simonelli il 28 ottobre 2014 alle 13:24 ha scritto:
Bello ed interessante!
giusy campobasso il 30 gennaio 2016 alle 22:09 ha scritto:
Ho letto volentieri questo libro. Adatto alle famiglie ma anche ai giovani fidanzati. Ho riflettuto molto sulla fortuna e la bellezza di vivere in una famiglia e sull'importanza di curarla ogni giorno. La comunicazione in famiglia è la cura a molti mali. Da consigliare ai giovani sposi.