Sant'Agostino nella tradizione cristiana occidentale e orientale
EAN 9788896579046
Atti del simposio organizzato dall’Istituto francescano di spiritualità della Pontificia università Antonianum e dal dipartimento di Teologia dell’Università Aristoteles di Tessalonica (Grecia) in collaborazione con l’Istituto patristico Augustinianum. Il dialogo testimonia un confronto, in gran parte ancora del tutto da esplorare, fra teologi di estrazione cattolica e di provenienza ortodossa. In un clima tutto teso all’ascolto, il simposio è un momento ricco di fecondi scambi, come riepiloga l’articolo di A. Filippi in Regno-att. 18,2011,590ss che ne ripercorre la storia sino al XII, svoltosi nel settembre scorso.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 22
(http://www.ilregno.it)
È opinione largamente condivisa che sant’Agostino, lungo tutto il corso della storia della teologia, ha sempre suscitato atteggiamenti e reazioni contrastanti: da un lato, infatti, non si può fare a meno di sottolineare l’influenza che egli ha avuto e, tutt’ora, ha non solo nella teologia, ma anche in molti altri ambiti del pensiero e della cultura occidentale; dall’altro lato, però, non si possono nemmeno nascondere o dimenticare gli aspri dibattiti che le sue dottrine hanno suscitato nel corso della storia della teologia.
Tutto questo, però, non esaurisce il campo di investigazione del suo pensiero. Infatti, se si volge l’attenzione all’Oriente, si può facilmente cogliere l’interesse che è stato riservato alla figura e all’opera di sant’Agostino e, parimenti, rilevare le polemiche e le incomprensioni che, a seguito di questo interesse, di fatto sono scaturite. È questo l’orizzonte ermeneutico nel quale si inserisce il volume che intendiamo qui presentare e che raccoglie gli Atti dell’XI Simposio Intercristiano organizzato dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum e dal Dipartimento di Teologia della Facoltà Teologica dell’Università Aristoteles di Tessalonica, in collaborazione con l’Istituto Patristico Augustinianum della Pontificia Università Lateranense, tenutosi a Roma nei giorni 3-5 settembre 2009.
Trattandosi della raccolta degli Atti del Simposio, bisogna subito precisare che il saggio in questione riunisce e organizza, secondo il criterio della successione cronologica, i testi degli interventi dei relatori al Simposio stesso. A tal riguardo, dopo i messaggi di saluto del Santo Padre Benedetto XVI, di Sua Beatitudine Ieronymos Arcivescovo di Atene, di alcuni Metropoliti greci e delle autorità accademiche presenti al Simposio, il volume si apre con il testo della prima relazione introduttiva del Simposio, dal titolo Sant’Agostino in Oriente e Occidente, tenuta da Mons. Ioannis Spiteris, Arcivescovo di Corfù e per molti anni docente di teologia in diversi Atenei romani.
L’autore, profondo conoscitore della teologia ortodossa greca, ha cercato di ripercorrere, da un lato, la storia di tutte le accuse sollevate dai teologi ortodossi nei confronti di sant’Agostino negli ultimi secoli; e, dall’altro lato, trattandosi della relazione di apertura del Simposio, di porre gli interrogativi a cui lo stesso convegno ha poi cercato di rispondere, attraverso gli interventi degli altri relatori. In particolare, da quest’ultimo punto di vista, significativo è, per lui, il fatto che Agostino sia considerato dall’attuale teologia ortodossa come l’origine delle differenze che separano la Chiesa occidentale da quella orientale.
Ed è proprio a partire da qui che si rende necessario lo studio comune, tra cattolici e ortodossi, del pensiero del Vescovo di Ippona, per verificare «se veramente egli è così tragicamente lontano dal Cristianesimo orientale» (11), tanto da dividere drasticamente le due tradizioni cristiane dell’Oriente e dell’Occidente. Dopo questo primo contributo, seguono quindi i due saggi relativi alla prima sessione dei lavori del Simposio: la relazione di G. Martzelos, Mente e volontà secondo sant’Agostino e la tradizione patristica greca; e quella di J. B. Freyer su L’agostinismo e i francescani. Per quanto riguarda il primo saggio, è da rilevare come esso intenda sottolineare che la cifra del pensiero occidentale, dal Medioevo in poi, sia quella della tensione dialettica tra mente e volontà, e che tale tensione non di rado è sfociata in una vera e propria scissione, con esiti drammatici per questo stesso pensiero.
Ulteriormente, Martzelos crede di poter individuare in sant’Agostino e nella sua riflessione trinitaria, soprattutto nella dottrina delle analogie psicologiche, l’origine di questo modo di procedere, in quanto è qui che egli vuole giustificare l’alterità reale tra il Figlio e lo Spirito ricollegandola all’alterità della mente rispetto alla volontà. In questo modo, però, il Vescovo di Ippona si pone in contrasto con la precedente patristica greca che, con grande enfasi, ha sempre sottolineato invece l’unità tra mente e volontà.
Senza dubbio, si tratta del contributo più critico nei confronti della dottrina dell’Ipponate inserito nell’intero saggio, a cui segue la relazione di J. B. Freyer che intende mettere a tema l’influenza di sant’Agostino nel mondo latino, con particolare riferimento alla scuola francescana e alle sue diverse espressioni, che vanno dall’“agostinismo francescano” della Scuola di Parigi, all’“agostinismo scientifico” prevalente nella scuola di Oxford. Proseguendo la lettura del saggio, si incontrano poi le quattro relazioni della seconda sessione del Simposio orientate ad illustrare i capisaldi del pensiero teologico dell’Ipponate, e la sua continuità con la riflessione patristica orientale.
In particolare, significativo è il contributo di N. Cipriani su La riflessione trinitaria di Agostino. In esso, infatti, l’autore fornisce alcuni criteri ermeneutici fondamentali per capire correttamente la riflessione trinitaria dell’Ipponate: la progressività come criterio per leggere tutti gli scritti sul mistero trinitario del Vescovo di Ippona; il riferimento alla Scrittura e alla sua testimonianza quale luogo decisivo dove fondare l’interpretazione di questo mistero, soprattutto per ciò che concerne la dottrina dello Spirito Santo, mentre le analogie psicologiche rimangono solamente un tentativo di spiegazione razionale del mistero per coloro che non credono; e, infine, la consapevolezza della distanza abissale tra ciò che la mente umana può concepire di Dio e la sua stessa realtà.
A questo seguono, poi, i due saggi di P. Yfantis, La dolcezza di Dio in Agostino di Ippona e Simeone il Nuovo Teologo: Letture parallele, e di P. Skaltsis, Gli uffici liturgici in onore di sant’Agostino. In essi, pur se da angolature diverse, i due autori intendono soprattutto mettere in evidenza l’attenzione e la rivalutazione che sant’Agostino ha avuto nel campo della spiritualità e nella liturgia orientale dopo un lungo periodo di oblio, a seguito della rivalutazione, da un lato, del pensiero di San Simeone il Nuovo Teologo e della sua teologia della “santa dolcezza di Dio”; e, dall’altro lato, alla fine del XIX secolo, a seguito dell’introduzione della memoria di sant’Agostino insieme a quella di san Girolamo nel Sinassario della Chiesa ortodossa orientale. Infine, particolare significato rivestono anche i contributi di V.
Grossi su L’antropologia di s. Agostino in dialogo con i teologi orientali oggi, e di F. Ioannidis su La grazia divina in sant’Agostino e nella tradizione patristica orientale. Tali contributi, infatti, orientati entrambi a sviluppare alcuni nodi decisivi e, per molti versi, critici del pensiero dell’Ipponate nella sua recezione tanto in Oriente quanto in Occidente, hanno il merito chiarire quale debba essere il criterio con il quale andare agli scritti dell’Ipponate che trattano il rapporto tra la grazia e la libertà nell’uomo. Seguendo, infatti, tutto lo sviluppo del suo pensiero si può correttamente percepire che il santo Vescovo di Ippona non ha mai inteso contrapporre grazia e libertà, come molti lo hanno accusato di fare, quanto piuttosto il suo intento è sempre stato quello di armonizzare tra loro le due realtà. In questo modo, perciò, «l’antropologia agostiniana non è mai autonoma, ma sempre radicalmente teologica, inserendosi così nella più sana tradizione comune tra Oriente e Occidente» (16).
Il volume procede, poi, nel riportare i saggi relativi alla terza sessione del Simposio che, in certo qual modo, continuano la riflessione della sessione precedente dedicata agli aspetti centrali della dottrina agostiniana e alle sue “criticità” per il pensiero orientale. In questo senso, interessante è il contributo di P. Vassiliadis - M. Konstantinou, Agostino - Paolo - La Legge. Il problema della sessualità umana. In esso, i due autori, dopo aver registrato l’accusa mossa all’Ipponate dalla teologia orientale circa la sua pessimistica posizione nei riguardi dell’uomo e in particolare della dinamica della sua sessualità, cercano di comprende questa posizione nel contesto in cui essa è nata, vale a dire la polemica nei confronti di Giuliano d’Eclano. A ciò segue, poi, l’illustrazione della proposta della riflessione patristica greca che, facendo leva sul concetto della “divinizzazione”, certamente afferma la dimensione post-lapsaria dell’uomo, ma tiene anche in giusto conto la sua condizione post-redentiva. In questa stessa linea di riflessione sul mistero dell’uomo e sulla sua perfezione spirituale, si colloca anche il contributo di R. Dodaro, Agostino d’Ippona sulla questione della perfezione spirituale dell’uomo. Dodaro, in particolare, mette in evidenza come, per l’Ipponate, solo Cristo è il perfetto mentre tra lui e gli stessi santi vi sia una radicale discontinuità. Di conseguenza, la perfezione dell’uomo, la sua possibile eroicità e le conseguenti virtù eroiche, sono realtà sempre in via di conseguimento durante la vita terrena.
In questo modo i santi, per il Vescovo di Ippona, possono essere sì presi a modello per le loro buone opere, ma devono essere considerati anche per la loro capacità di riconoscere i propri peccati, imparando da essi a vincere il male e perfezionare la virtù in uno sforzo che mai deve dirsi concluso nel presente. La quarta e ultima sessione del Simposio ha, infine, cercato di collocare il pensiero e l’opera di sant’Agostino all’interno del mondo dell’Ortodossia greca bizantina e post-bizantina. Per questo motivo il volume raccoglie, in primo luogo, il saggio di M. G. Mara dal titolo Agostino e alcuni padri greci: Origene e Giovanni Crisostomo. In esso, dopo una veloce rassegna bibliografica, l’autrice si sofferma sul commento che i due Padri e lo Scrittore ecclesiastico hanno dato ai versetti di Gal 2,11-14 (il cosiddetto “incidente di Antiochia”).
Questo le consente, così, di poter notare non solo il modo specifico di ciascuno di rapportarsi al testo biblico; ma anche di segnalare lo sforzo da essi fatto per superare tradizioni esegetiche già consolidate, e fornire delle nuove interpretazioni di questi passi difficili che, a loro volta, sono all’origine di nuove tradizioni di lettura della Scrittura tanto nella teologia orientale quanto in quella occidentale. Seguono, poi, i due saggi di A. Koltsiou-Nikita, Traduzione di opere di s. Agostino in greco. Motivi e finalità e di C. Arampatzis, L’onore e l’autorità di s. Agostino nella letteratura teologica tardo bizantina, volti soprattutto ad evidenziare il ritardo ma anche lo sforzo compiuto nel mondo Orientale per la traduzione e la conoscenza delle opere e del pensiero di sant’Agostino. A tal riguardo, significativo rimane il fatto che all’Ipponate, durante l’epoca della tradizione ortodossa post-bizantina, è sempre stato riconosciuto quel prestigio e quell’autorità che erano riservati ai padri e scrittori ecclesiastici della patristica orientale.
Chiude, infine, questa sessione di lavoro lo studio di B. Petrà, La menzogna nel pensiero di sant’Agostino alla luce della riflessione etica ortodossa contemporanea. Esso, certamente, riguarda un aspetto particolare della dottrina del Dottore della carità. Tuttavia, consente al lettore di rendersi conto delle difficoltà che possono sorgere qualora ci si confronti con esso a partire dal punto di vista della teologia orientale, con particolare riferimento, in questo caso, all’etica e alla bioetica ortodossa. Al di là delle contrapposizioni, però, rimane il fatto che le distanze, spesso, sono meno marcate di quanto sembra e che il dialogo è sempre fecondo di ulteriori risultati. Completano il volume, oltre ai già citati saluti iniziali, anche le introduzioni delle Autorità accademiche che hanno promosso il Simposio e i testi della celebrazione ecumenica del Vespro solenne in onore di sant’Agostino, posto a conclusione dello stesso convegno. Giunti a conclusione di questa recensione, è necessario ribadire il plauso che questa pubblicazione merita, per il contributo che essa fornisce alla comprensione del pensiero di sant’Agostino.
Certamente, la scelta, necessaria, del criterio cronologico nell’organizzazione dei testi, talora non rende sempre ragione del legame che tiene uniti tra loro i singoli contributi. Tuttavia, le introduzioni e l’attenta Prefazione del curatore sopperiscono egregiamente a questo limite. Al di là di ciò, però, rimane evidente il valore di questo lavoro. Esso, infatti, consente agli studiosi di sant’Agostino e, più in generale, ai cultori della teologia, di approfondire i motivi di molte delle polemiche e contrapposizioni sorte tra Oriente e Occidente a seguito delle dottrine dell’Ipponate. Inoltre, permette di comprendere come la figura del Vescovo di Ippona sia sempre stata onorata dagli Ortodossi per la sua santità personale, e questo a prescindere tanto dalla conoscenza diretta delle sue opere e del suo pensiero per la mancanza di adeguate traduzioni, quanto dalle stesse polemiche che di volta in volta la storia della teologia ha dovuto rilevare. Infine, un ultimo, ma non secondario, guadagno di questo volume riguarda anche lo stile e l’atteggiamento di fondo di ciascuno dei singoli contributi: pur senza nascondere le critiche o le contrapposizioni, essi lasciano trasparire quel desiderio di dialogo e di confronto sincero che è stato la cifra stessa di tutto il Simposio.
Pertanto, si può decisamente concordare con quanto scrive p. Paolo Martinelli, preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, quando afferma che «si tratta di un volume prezioso ed unico nel suo genere in quanto riporta l’interessante, e per molti aspetti inedito, confronto tra teologi cattolici e ortodossi sulla figura del grande Padre della Chiesa [sant’Agostino] appartenente alla tradizione latina, il quale spesso, anche in tempi recenti, è stato motivo di polemiche e di incomprensioni» (5).
Tratto dalla rivista Lateranum n. 3/2012
(http://www.pul.it)
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15,00 €→ 14,25 € -
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