Quindici esperti di storia di Sicilia e di storia compostellana indagano sui rapporti che, sin dal Medioevo, legano i Siciliani a Santiago di Compostella, la città della Galizia che custodisce le sacre spoglie di San Giacomo Apostolo Maggiore, patrono della Spagna e simbolo della grandezza ispanica nata dalla fede e dalla spada.
In Sicilia, il culto jacopeo, già diffuso in età normanna, ebbe un'ulteriore espansione dopo i Vespri siciliani del 1282 quando, cacciati gli Angioini, i Siciliani offrirono la corona del Regno a Pietro III d'Aragona.
Da quel momento l'isola entrò nell'orbita ispanica e vi rimase quasi ininterottamente per più di 500 anni, acquisendo, tra l'altro, le espressioni cultuali e culturali sviluppatesi attorno alla figura di San Giacomo, venerato come apostolo evangelizzatore delle genti, come pellegrino in cammino a fianco dei bisognosi, come condottiero matamoros in lotta contro i nemici della Cristianità, come psicopompo in soccorso delle anime dei propri devoti.
Pellegrini diretti a Compostella, cavalieri dell'Ordine di Santiago della Spada, confraternite jacopee, cortei processionali, tradizioni popolari, leggende, miracoli, sono alcuni aspetti del culto e della cultura di Santiago.
Letterati, architetti, decoratori, pittori, scultori, cesellatori sono gli artefici di un immenso patrimonio di letteratura e di arte che contribuisce a delineare la millenaria storia di San Giacomo in Sicilia. Tematiche ricche, articolate e piene di stimoli, affidate a medievisti, modernisti, storici dell'arte, antropologi e archivisti di chiara fama che, con questi Atti, consegnano alla comunità scientifica internazionale i risultati del loro impegno intenso e appassionato.