Deum et animam scire cupio. Agostino alla ricerca del vero su Dio e l'uomo
(Biblioteca teologica napoletana)EAN 9788895159188
Nella collana «Biblioteca teologica napoletana», pubblicata dalla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale (sezione San Tommaso), il vol. raccoglie gli atti di due appuntamenti della Lectio Augustini neapolitana. La prima (gennaio 2008) ha trattato i riflessi sull’attualità del De vera religione, col complesso nodo fra religione vera e scelta libera. La seconda (gennaio 2009) ha sviluppato le due opere De immortalitate animae e il De quantitate animae in cui Agostino, contro lo Stoicismo, rivaluta la tradizione biblica ancorandola ai bisogni umani e alla responsabilità morale.
Tratto dalla rivista Il Regno 2010 n. 10
(http://www.ilregno.it)
Il volume, curato e presentato da G. Di Palma, contiene gli Atti della XIII e XIV edizione della Lectio Augustini Neapolitana che raccoglie i contributi e gli approfondimenti di diversi studiosi e cultori di S. Agostino dell’Italia meridionale su temi di natura storica, biblica, teologica, filosofica e giuridica. La Lectio è ospitata dalla sezione S. Tommaso della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale con il coinvolgimento di altre prestigiose istituzioni accademiche, quali il Pontificio Istituto «Augustinianum» di Roma e la Facoltà di Lettere e Fi-losofia dell’Università degli Studi di Napoli «Federico II».
I contributi della XIII edizione della Lectio, svoltasi il 15 gennaio 2008 e ri-guardante un tema di grande attualità: Il De vera religione nel dibattito tra le re-ligioni, si trovano nella prima parte del volume. V. Grossi offre il primo contributo (Due nuovi eventi nella religione cristiana dei secoli IV e V nel rapporto istituzionale con le altre religioni, pp. 11-19) attinente al quadro generale dei rapporti tra il Cristianesimo e le altre religioni tra il IV e il V secolo. Si concentra sulla riflessione agostiniana sul Cristianesimo come vera religione il contributo di A. Pieretti (La vera filosofia come vera religione, pp. 21-42), delineando il percorso compiuto da Agostino che era giunto ad identificare la vera sapienza con la vita beata, ossia con la vita vissuta nell’amore di Dio e nel godere della sua visione beatifica, per cui il Cristianesimo veniva ad essere, di fatto, non solo l’unica vera religione, ma anche la vera filosofia. Successivamente l’attenzione si sposta sulla legislazione in materia religiosa nel IV secolo e viene presentato il Codex Theodosianus, emanato nell’anno 380 nei contributi di G. Lopresti (La tutela della chiesa cattolica e l’unità dell’impero romano nel XVI libro del Co-dex Theodosianus, pp. 43-57) e di E. Dovere (Legislazione «religiosa» del IV secolo: la prospettiva di Codex Theodosianus 16,1 e 2, pp. 59-71). Mentre A. V. Nazzaro presenta un esempio storico di cambiamento di relazioni tra pagani e cristiani dopo l’anno 580, quando si verificò la celebre controversia sull’ara della Vittoria tra Simmaco e Ambrogio (La controversia de ara Victoriae tra Simmaco e Ambrogio, pp. 73-93). Chiude questa prima parte lo studio di D. Marafioti (Agostino e Varrone: la teologia tripartita e la critica al paganesimo nel De civitate Dei, pp. 95-138), che affronta la questione della vera religione nel De civitate Dei nei cui primi dieci libri Agostino confuta la religione pagana, sia nella sua forma popolare che in quella dotta, mentre nei libri successivi presenta i contenuti della vera religione, ossia del Cristianesimo. Secondo Marafioti, la critica alla religione pagana contenuta dell’opera agostiniana offre un modello ancora utile nel dibattito attuale con le altre religioni.
Nella seconda parte del volume sono confluiti gli Atti della XIV edizione della Lectio, svoltasi il 14 gennaio 2009 e riguardante La questione dell’anima in S. Agostino. Il primo contributo di A. G. Balido è dedicato all’opera De immortalitate animae (Sul De immortalitate animae di Agostino, pp. 141-162), mentre quello successivo di P. Pascucci riguarda il De quantitate animae (pp. 163-181). G. Di Palma offre uno studio su L’origine dell’anima nel De Genesi ad litteram X (pp. 183-225), diviso nelle seguenti quattro parti: 1. Le culture antiche e l’Antico Testamento; 2. L’anima all’epoca del Nuovo Testamento; 3. Dal Nuovo Testamento ad Agostino; 4. L’origine dell’anima secondo Agostino. Di Palma nota soprattutto il metodo esegetico ed argomentativo di Agostino, che si rivela un intellettuale in grado di dialogare con tutti. Anche questa seconda parte si chiude con un contributo di D. Marafioti che ritorna sul De civitate Dei concentrandosi sull’antropologia tripartita agostiniana (Agostino e l’antropologia tri-partita nel De civitate Dei, pp. 227-266).
Le raccolte di Atti e Convegni sono per loro natura variegate in quanto contengono contributi di ampiezza e valore diversi; in particolare questo volume si rivela vario per l’aver raccolto due Lectiones Augustini che trattavano di temi molto distanti fra loro. Nonostante ciò, il volume è utile a non disperdere il lavoro di ricerca compiuto dagli studiosi in occasione degli incontri napoletani e a tenere alta l’attenzione su un maestro come Agostino, che moltissimi non esitano a definire un nostro «contemporaneo» per il suo pensiero e le vicende della sua vita.
Tratto dalla Rivista di Scienze Religiose n. 1/2010
(http://www.facoltateologica.it/rivistadiscienzereligiose.html)
Il volume, curato e presentato da G. Di Palma, contiene gli Atti della XIII e XIV edizione della Lectio Augustini Neapolitana che raccoglie i contributi e gli approfondimenti di diversi studiosi e cultori di S. Agostino dell’Italia meridionale su temi di natura storica, biblica, teologica, filosofica e giuridica. La Lectio è ospitata dalla sezione S. Tommaso della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale con il coinvolgimento di altre prestigiose istituzioni accademiche, quali il Pontificio Istituto « Augustinianum» di Roma e la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli « Federico II». I contributi della XIII edizione della Lectio, svoltasi il 15 gennaio 2008 e riguardante un tema di grande attualità: Il De vera religione nel dibattito tra le religioni, si trovano nella prima parte del volume. V. Grossi offre il primo contributo (Due nuovi eventi nella religione cristiana dei secoli IV e V nel rapporto istituzionale con le altre religioni, pp. 11-19) attinente al quadro generale dei rapporti tra il Cristianesimo e le altre religioni tra il IV e il V secolo. Si concentra sulla riflessione agostiniana sul Cristianesimo come vera religione il contributo di A. Pieretti (La vera filosofia come vera religione, pp. 21-42), delineando il percorso compiuto da Agostino che era giunto ad identificare la vera sapienza con la vita beata, ossia con la vita vissuta nell’amore di Dio e nel godere della sua visione beatifica, per cui il Cristianesimo veniva ad essere, di fatto, non solo l’unica vera religione, ma anche la vera filosofia. Successivamente l’attenzione si sposta sulla legislazione in materia religiosa nel IV secolo e viene presentato il Codex Theodosianus, emanato nell’anno 380 nei contributi di G. Lopresti (La tutela della chiesa cattolica e l’unità dell’impero romano nel XVI libro del Codex Theodosianus, pp. 43-57) e di E. Dovere (Legislazione «religiosa» del IV secolo: la prospettiva di Codex Theodosianus 16,1 e 2, pp. 59-71). Mentre A. V. Nazzaro presenta un esempio storico di cambiamento di relazioni tra pagani e cristiani dopo l’anno 580, quando si verificò la celebre controversia sull’ara della Vittoria tra Simmaco e Ambrogio (La controversia de ara Victoriae tra Simmaco e Ambrogio, pp. 73-93). Chiude questa prima parte lo studio di D. Marafioti (Agostino e Varrone: la teologia tripartita e la critica al paganesimo nel De civitate Dei, pp. 95-138), che affronta la questione della vera religione nel De civitate Dei nei cui primi dieci libri Agostino confuta la religione pagana, sia nella sua forma popolare che in quella dotta, mentre nei libri successivi presenta i contenuti della vera religione, ossia del Cristianesimo. Secondo Marafioti, la critica alla religione pagana contenuta dell’opera agostiniana offre un modello ancora utile nel dibattito attuale con le altre religioni. Nella seconda parte del volume sono confluiti gli Atti della XIV edizione della Lectio, svoltasi il 14 gennaio 2009 e riguardante La questione dell’anima in S. Agostino. Il primo contributo di A. G. Balido è dedicato all’opera De immortalitate animae (Sul De immortalitate animae di Agostino, pp. 141-162), mentre quello successivo di P. Pascucci riguarda il De quantitate animae (pp. 163-181). G. Di Palma offre uno studio su L’origine dell’anima nel De Genesi ad litteram X (pp. 183-225), diviso nelle seguenti quattro parti: 1. Le culture antiche e l’Antico Testamento; 2. L’anima all’epoca del Nuovo Testamento; 3. Dal Nuovo Testamento ad Agostino; 4. L’origine dell’anima secondo Agostino. Di Palma nota soprattutto il metodo esegetico ed argomentativo di Agostino, che si rivela un intellettuale in grado di dialogare con tutti. Anche questa seconda parte si chiude con un contributo di D. Marafioti che ritorna sul De civitate Dei concentrandosi sull’antropologia tripartita agostiniana (Agostino e l’antropologia tripartita nel De civitate Dei, pp. 227-266). Le raccolte di Atti e Convegni sono per loro natura variegate in quanto contengono contributi di ampiezza e valore diversi; in particolare questo volume si rivela vario per l’aver raccolto due Lectiones Augustini che trattavano di temi molto distanti fra loro. Nonostante ciò, il volume è utile a non disperdere il lavoro di ricerca compiuto dagli studiosi in occasione degli incontri napoletani e a tenere alta l’attenzione su un maestro come Agostino, che moltissimi non esitano a definire un nostro « contemporaneo» per il suo pensiero e le vicende della sua vita.
Tratto dalla Rivista di Scienze Religiose di Brindisi "Parola e Storia" n.1-2010