L' uomo immagine di Dio in salita e notte di San Giovanni della Croce
(Pneuma)EAN 9788889840573
L’uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce è un estratto della tesi dottorale di don Saverio Finotti, condotta sotto la mia direzione nel 2008 presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna.
L’oggetto dello studio di don Saverio è chiaramente l’antropologia mistica sanjuanista che parte da un interrogativo: chi è l’uomo? Chi è questo essere che soffre l’inquietudine agostiniana, che è al tempo stesso signore e schiavo, dominatore del cosmo e vittima delle sue stesse vittorie? Qual è il tragitto che egli deve percorrere per recuperare l’immagine di Dio che porta impressa dentro di sé?
Giovanni della Croce, maestro di vita mistica, risponde a queste domande perché egli stesso, nelle vicende gioiose e tristi della sua vita, sperimentò che la vocazione dell’uomo è conoscere Dio. La fatica che l’uomo deve sostenere lungo la ripida Salita del Monte Carmelo, attraverso la Notte oscura delle difficoltà spirituali, Giovanni la conosceva, dunque, per esperienza personale. Ora, da essa arricchito e maturato, don Finotti la ripropone a tutti noi.
Per il Dottore mistico, l’uomo è essenzialmente un essere in perenne ricerca del Dio di Gesù Cristo. Essendo stato creato a sua immagine e somiglianza, a Dio ritorna, concludendo nella comunione d’amore con lui il suo cammino spirituale. Il mistico spagnolo immagina questo ritorno dell’uomo a Dio come la salita di una montagna, il monte Carmelo, che rappresenta simbolicamente la vetta mistica, cioè Dio stesso nel suo amore e nella sua gloria. Per arrivare alla meta, che è l’unione d’amore trasformante con Dio, l’uomo deve affrontare con coraggio e solerzia due fasi o tappe della vita spirituale: la notte dei sensi, più esterna, e la notte dello spirito, più profonda.
Queste due notti misteriose e dolorose conducono l’uomo allo spogliamento interiore. Attraverso un duro ed esigente impegno ascetico, ossia la notte dei sensi, l’uomo viene liberato dall’attaccamento disordinato alle cose sensibili, mentre nella notte dello spirito vengono purificate le facoltà o potenze dell’anima (intelletto, memoria e volontà), attraverso l’esercizio delle virtù teologali, quali la fede e la speranza in Cristo, e la carità verso Dio e verso il prossimo. Si tratta del passaggio, doloroso e lungo, dall’uomo “vecchio” all’uomo “nuovo”, da quello “terreno” a quello “spirituale”, da quello mosso dall’egoismo a quello agito dallo Spirito.
Giovanni della Croce, certo, parla di rinunce, di lasciare tutto, di nulla, di salita, di notte oscura. È tutta una terminologia che caratterizza un’ascesi costosa, graduale e continua, perché se l’uomo vuole possedere il Tutto, deve impegnarsi a lasciare tutto: «Per giungere dove sei, devi passare per dove non sei. Per giungere a possedere tutto, non voler possedere niente. Per giungere ad essere tutto, non volere essere niente».
La parola più importante in questo itinerario spirituale non è, però, rinuncia ma amore. Il Dottore mistico non insiste tanto sulla rinuncia quanto sull’amore verso Dio, distaccandosi da amori piccoli per l’Amore, fino a essere trasformato in Dio Trinità d’Amore (unione sponsale o mistica), che è la sorgività fontale dell’intero creato.
«Nel grembo della Trinità beata, l’uomo si realizza pienamente come uomo, divenendo Dio per partecipazione. Questo è il destino di ogni essere umano chiamato per nome a convivere con Dio nella patria dei Tre. Ma questa è altresì la consegna affidata a ogni uomo di buona volontà, perché s’affretti a compierla nel tempo e nella storia di ogni giorno con tutta la forza del suo essere» (Luigi Borriello e Giovanna della Croce, Conoscere Dio è la vocazione dell’uomo, 181).
Don Finotti in questo libro dimostra che Giovanni della Croce è un autore attuale e autorevole. Attraverso queste pagine avvincenti, scritte con i tratti della perizia e del rigore scientifico, egli ha saputo accompagnare gli eventuali lettori nella comprensione dell’antropologia mistica in due opere del mistico spagnolo, facendo pregustare la meravigliosa avventura cui è chiamato l’uomo di tutte le stagioni.
Tratto dalla Rivista di Vita Spirituale n. 4-5/2010
(http://www.vitaspirituale.it/)
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