Opere complete / La nozione metafisica di partecipazione
EAN 9788889231036
Esaurito
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DETTAGLI DI «Opere complete / La nozione metafisica di partecipazione»
Tipo
Libro
Titolo
Opere complete / La nozione metafisica di partecipazione
Autore
Fabro Cornelio
Editore
Editrice del Verbo Incarnato
EAN
9788889231036
Pagine
432
Data
2005
COMMENTI DEI LETTORI A «Opere complete / La nozione metafisica di partecipazione»
Recensioni di riviste specialistiche su «Opere complete / La nozione metafisica di partecipazione»
Recensione di Luigi Sartori della rivista Studia Patavina
Col presente volume inizia l’impresa di offrire alla cultura italiana l’opera omnia di un grande maestro di filosofia: lo stimmatino p. C. Fabro (1911-1995); edizione a cura dell’Istituto del Verbo Incarnato (= EDIVI). Sono previsti 54 volumi! Auguriamo di cuore un pieno successo a tale benemerita e utilissima impresa. Forse, si è voluto (ritengo giustamente!) cominciare con un testo tra i primissimi (1937, come tesi di laurea; ma edita nel 1939); opera che ha destato immediatamente l’ammirazione di tanti filosofi, scoprendo nel giovane studioso le doti di un grande geniale interprete della metafisica classica, in particolare di S. Tommaso. Da allora si è potuto parlare dell’apparizione di un tomismo che poteva gareggiare con i piú noti e validi pensatori moderni. Va aggiunto che tra i lavori inclusi nell’opera omnia potremo incontrare anche molte traduzioni, con commenti originali, di testi di filosofi cristiani moderni, in primis di Kierkegaard. Inoltre Fabro affronta numerosi e concreti problemi di reale attualità, e prende posizione piú spesso polemica nei confronti di tendenze e scelte politiche, culturali, teologiche e pastorali…, e con atteggiamento cosí dialettico che talora feriva. Era un vulcano; uno schietto combattente; non un dialogico nel senso ecumenico. Ma i cenni biografici che sono allegati al presente volume ci aiutano a comprendere un po’ la psicologia del genio di una persona che fin da bambino ha dovuto affrontare situazioni di comunicazione non facile e di salute non felice…, che non predisponevano certo a rapporti gioiosi (anche se poi a livello di pastorale vissuta sapeva giocare allegramente con i ragazzi dell’oratorio). Io stesso ne ho risentito, nel mio ruolo di presidente della Associazione Teologica Italiana; ma non ho dato corso all’affermarsi di sue aggressioni vivaci; la mia reazione sarebbe risultata onerosa e soprattutto controproducente, anche perché lo stimavo e amavo, molto. Appena nata la rivista Studia Patavina (anni 1950), l’ho invitato subito, in quanto segretario della medesima, a offrirci il dono di un suo contributo; egli ci inviò un lungo studio su M. Blondel (che pubblicammo in due tempi), ma che era totalmente polemico, nel segno di un tomismo intransigente; feriva proprio due blondeliani della nostra Redazione: il sottoscritto segretario, e il prof. Luigi Stefanini, membro il piú autorevole in assoluto della Redazione; ma non lo rifiutammo, proprio per valorizzare la piena libertà di pensiero (cf. il mio resoconto sugli inizi della nostra Rivista: n. 1/2005, pp.18-19). Diversità di stili e di concezioni circa la Verità, e quindi anche circa la forma piú adeguata per i moderni dibattiti filosofici e teologici.
Non mi fermo a recensire il contenuto dell’opera che qui abbiamo tra le mani. Non ha fatto il suo tempo; anzi è ancora valida; ma la supponiamo già ben nota. Mi limito a segnalare l’encomiabilissima acribia di chi ha curato gli aspetti editoriali del testo. Merita un plauso cordialissimo, anche a nome… dei futuri numerosissimi (lo immagino, anzi ne sono gioiosamente certo) lettori e fruitori dell’opera.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Non mi fermo a recensire il contenuto dell’opera che qui abbiamo tra le mani. Non ha fatto il suo tempo; anzi è ancora valida; ma la supponiamo già ben nota. Mi limito a segnalare l’encomiabilissima acribia di chi ha curato gli aspetti editoriali del testo. Merita un plauso cordialissimo, anche a nome… dei futuri numerosissimi (lo immagino, anzi ne sono gioiosamente certo) lettori e fruitori dell’opera.
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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mauro la spisa, granatina.g@gmail.com il 24 novembre 2008 alle 07:11 ha scritto:
la trattazione magistrale delle tematiche tomasiane del Fabro è ricca di implicazioni inesplorate per il pensiero contemporaneo,specie per i seguenti punti: relazionalità osservatore-osservato per codeterminazione noetica/sinergetica scalare tra forze palesi emergenti (entia) e forze latenti sottese (esse)/intensificazione personativa dell'esistenza (sviluppo dell' uomo come microcosmo; correlazione ecologia-antropologia transantropomorfa; emergenza eurasiatica (non eurocentrica) del paradigma tomasiano dell'analogia paradossa. Tutto ciò grazia alla originalissima sintesi mai più realizzata fra platonismo e aristotelismo, cui ancora non è pervenuta la teologia islamica per aver mantenuto il dualismo oppositivo natura-mente e che il pensiero moderno ha rimosso da Bruno ad Heidegger. Peccato che simili implicazioni restino patrimonio della sola area cattolico-confessionale mentre presentano notevoli spunti per le derive nichiliste e tecnocentriche.