Mariano D'Alatri. Il percorso di uno storico
(Varia)EAN 9788888001630
Il libro su p. Mariano D’Alatri studioso, ricercatore e medievista è frutto del Convegno svoltosi l’11 ottobre 2008 a Monte San Giovanni Campano in onore del frate cappuccino. Il curatore, F. Accrocca, ha raccolto e redatto i testi delle conferenze offerte in questa giornata di memoria, arricchendo il volume con altri due contributi: un’intervista e un testo della storia locale, tutti e due di A. Cinelli. L’intervista apre la pubblicazione ed è un testo di automemoria di rara semplicità nell’esporre i 43 anni di ricerche, lavori, studi, sofferenze e vita nell’Istituto Storico dei Cappuccini.
Crediamo significativo citare una domanda e la risposta di p. Mariano: «Dalla sua competenza e dalla lunga frequentazione di fonti e documenti, come definirebbe il “fare storia”? Fare storia significa far parlare le fonti. È quello che ho fatto costantemente. Spesso noi storici, con le nostre interpretazioni non sempre aderenti alla realtà dei fatti, finiamo per ingarbugliare anziché illuminare avvenimenti e personaggi» (p. 17). Va notato che opportunamente il volume è concluso con un’altra memoria serena e radiosa, nonché intima, di p. S. Gieben, che arrivò insieme con il protagonista all’Istituto e ha condiviso con lui tanti anni da confratello e da amico.
Questi due testi tipicamente biografi ci e di “anamnesi” fungono da cornice per le altre relazioni che presentano l’eredità scientifica e i campi di ricerca di p. Mariano. La conferenza di G. G. Merlo sulla questione di inquisizione ed eretici medievali, nella quale lo studioso presenta l’attività e la produzione del frate cappuccino sulla tematica, esprime un augurio e un desiderio, quando scrive: «Il ricordo delle opere di Mariano D’Alatri ci sia di stimolo e di esempio e conduca qualcuno a “scrivere un volume divulgativo sull’Inquisizione medievale in Italia”, portando a realizzazione ciò che Mariano D’Alatri, ormai anziano, rimpiangeva di non essere riuscito a fare» (p. 33). Segue la relazione di P. Vian dedicata agli studi di Mariano D’Alatri sul Salimbene e sulla sua Cronica.
L’Autore rivisita gli scritti salimbeniani e focalizza la percezione del medievista cappuccino esprimendosi così: «Ai suoi occhi la Cronica non è né uno Speculum perfectionis di carattere agiografico, né uno Speculum imperfectionis di polemica spirituale. Per lui la Cronica è, semplicemente, uno Speculum mundi, uno specchio della realtà, e in quanto tale è importante e preziosa per lo storico» (p. 51). Tale opinione denota il metodo del lavoro e il modo di affrontare le fonti storiche che qualificavano p. Mariano tra gli altri medievisti e storici. Un altro settore dello studio viene presentato da G. Casagrande nella conferenza dedicata al tema dell’ordine della Penitenza – Terz’Ordine. Secondo l’autrice p. Mariano coglie nei suoi scritti gli aspetti fondanti e fondamentali dei Penitenti, e ciò particolarmente noto nel libro Aetas poenitentialis. L’antico Ordine francescano della penitenza (BSC 42) del 1993.
La studiosa osserva che la ricerca futura «[…] non potrà certo ignorare la sterminata bibliografi a esistente (specie dagli ultimi decenni del secolo scorso), nell’ambito della quale il D’Alatri occupa un posto d’onore» (p. 61). L’ambito specificamente cappuccino del lavoro di p. Mariano è illustrato da C. Cargnoni, che offre un contributo sulla storia della santità cappuccina studiata e descritta dal protagonista. «Il tema cappuccino, quindi, è forse l’argomento nel quale ha spaziato di più, avendo lavorato nell’Istituto Storico dell’Ordine dal 1953 al 1996, per oltre quarant’anni, accollandosi tutti i servizi del programma dell’Istituto, dalla Bibliographia Franciscana alla sezione Monumenta Historica Ordinis, della quale assunse la direzione nel 1964, alla collana Bibliotheca seraphicocapuccina, che promosse con particolare impegno, oltre la continua collaborazione (articoli e recensioni) alla rivista Collectanea Franciscana, ad altre riviste e a diversi dizionari e convegni» (p. 64). La lunga citazione abbraccia pienamente la sua attività storiografi ca cappuccina, che si è sviluppata in tre direzioni: santi e santità, biografi a e vita quotidiana dei frati, insediamenti e conventi cappuccini (cf. p. 82). Un saggio delizioso e anche intimo è offerto da F. Accrocca, studioso dell’Istituto nei tempi di p. Mariano, che presenta la sua modalità ed estrema capacità di scrivere da pubblicista. L’Autore esalta lo stile semplice, immediato e molto comunicativo degli scritti del frate cappuccino, per niente ampolloso e troppo tecnico, così diverso dagli altri storici della sua epoca; lo stile che permette a tutti e non solo agli addetti ai lavori di conoscere i protagonisti, di cogliere e di capire la storia e le sue conseguenze nel tempo, in una parola uno stile chiaro e parlante.
Accrocca conclude la sua relazione dando questa testimonianza: «Io ero e resto attratto dalla straordinaria efficacia della prosa di Mariano D’Alatri, che aveva stoffa innata di giornalista e vero pubblicista, capace di suscitare nel lettore autentiche emozioni. […] I suoi scritti erano limpidi, essenziali, efficacissimi; lo stile era sempre straordinariamente moderno e, in tantissime occasioni, il risultato fu straordinariamente felice. Ed è proprio con i suoi scritti che egli continuerà a parlare, per lungo tempo ancora, anche alle generazioni che verranno» (p. 100). L’ultimo contributo di A. Cinelli su Mariano D’Alatri e i suoi studi locali focalizza l’importanza, la dedizione e i testi dello storico in relazione alle vicende del Lazio francescano.
Va sottolineata la rilevanza di questi studi locali, che spesso restano all’ombra rispetto alle opere grandi e monumentali, ma possiedono una loro ricchezza per chi vuole esplorare la storia del territorio, della sua terra natale. La pubblicazione nel suo insieme offre la possibilità di conoscere un grande studioso e un semplice frate nel quale è unito un binomio apparentemente contraddittorio, ma che è complementare per un religioso cappuccino. Il libro presenta l’eredità scientifica e storica insieme del padre cappuccini e ne mette in rilievo la profonda umanità e la bontà, valori fondamentali che costituiscono una personalità che rimane nella memoria di tutti.
Tratto dalla rivista "Miscellanea Francescana" n.I-II/2010
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