Sicilia bedda. Cultura sapienziale: proverbi, leggende, religiosità
EAN 9788886212434
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DETTAGLI DI «Sicilia bedda. Cultura sapienziale: proverbi, leggende, religiosità»
Tipo
Libro
Titolo
Sicilia bedda. Cultura sapienziale: proverbi, leggende, religiosità
Autore
Frattallone Raimondo
Editore
Istituto Teologico San Tommaso di Messina
EAN
9788886212434
Pagine
244
Data
2005
COMMENTI DEI LETTORI A «Sicilia bedda. Cultura sapienziale: proverbi, leggende, religiosità»
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Recensioni di riviste specialistiche su «Sicilia bedda. Cultura sapienziale: proverbi, leggende, religiosità»
Recensione di Giuseppe Trentin della rivista Studia Patavina
Raimondo Frattallone, professore ordinario di teologia morale all’Istituto teologico S. Tommaso di Messina svolge regolare attività scientifica nel campo teologia morale, ma si dedica da anni con competenza e passione anche a studi di antropologia culturale. La nostra rivista ha già avuto modo di recensire una sua pubblicazione sui proverbi siciliani: Proverbi siciliani. Una visione sapienziale della vita in Studia Patavina 39 (1992) 1, 223. Il volume che segnaliamo, oltre che una conferma della passione e della competenza dell’autore, può essere considerato una continuazione ed un’integrazione di quella prima pubblicazione almeno per quanto riguarda la raccolta dei proverbi e la loro interpretazione in chiave sapienziale.
Nel primo capitolo di questo secondo volume l’autore espone anzitutto le sue riflessioni e considerazioni su alcune questioni teoriche rilevanti: il rapporto tra natura e cultura, il ruolo della parola, l’importanza dei segni, l’identità culturale della singola persona e della etnia. Passa quindi a identificare i dinamismi reconditi della cultura, in particolare il suo ruolo vitale e dialettico sempre oscillante tra accoglienza fedele della tradizione e attenzione alle ricchezze della sua innovazione. Si sofferma infine sul significato intraculturale e transculturale dell’esperienza religiosa con annotazioni originali e stimolanti. I capitoli successivi costituiscono un’antologia di proverbi, preghiere in dialetto antico (ovviamente con traduzione in lingua italiana), leggende, descrizioni di feste patronali celebrate nei vari capoluoghi, segnalazioni di tradizioni folcloristico-religiose.
Consapevole dei limiti di questa sua ricerca l’autore ne indica anche i motivi. Anzitutto il fatto che egli assume come chiave ermeneutica della sicilianità la sapienza: altre chiavi ermeneutiche connesse e interdipendenti avrebbero potuto aprire nuovi orizzonti e perfezionare la penetrazione e l’interpretazione di contenuti e modalità espressive che non si lasciano certo ridurre a modalità sapienziali. Altro limite della ricerca: in riferimento alla seconda parte, quella più antologica, l’autore osserva che la raccolta di proverbi e di altre espressioni della sicilianità non può certo dirsi conclusa e tanto meno esaustiva. Questo però più che un limite è un pregio che segnala la serietà e la rigorosità dell’autore. Il volume, in ogni caso, si raccomanda all’attenzione dei lettori non solo per ricchezza dei contenuti e stile accurato, ma anche perché si presenta in modo elegante, tipograficamente molto ben curato, ricco di splendide immagini e fotografie, e dotato di due preziosi indici che riportano la numerazione progressiva dei proverbi di una Sicilia veramente misteriosa e «bedda» (bella).
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
Nel primo capitolo di questo secondo volume l’autore espone anzitutto le sue riflessioni e considerazioni su alcune questioni teoriche rilevanti: il rapporto tra natura e cultura, il ruolo della parola, l’importanza dei segni, l’identità culturale della singola persona e della etnia. Passa quindi a identificare i dinamismi reconditi della cultura, in particolare il suo ruolo vitale e dialettico sempre oscillante tra accoglienza fedele della tradizione e attenzione alle ricchezze della sua innovazione. Si sofferma infine sul significato intraculturale e transculturale dell’esperienza religiosa con annotazioni originali e stimolanti. I capitoli successivi costituiscono un’antologia di proverbi, preghiere in dialetto antico (ovviamente con traduzione in lingua italiana), leggende, descrizioni di feste patronali celebrate nei vari capoluoghi, segnalazioni di tradizioni folcloristico-religiose.
Consapevole dei limiti di questa sua ricerca l’autore ne indica anche i motivi. Anzitutto il fatto che egli assume come chiave ermeneutica della sicilianità la sapienza: altre chiavi ermeneutiche connesse e interdipendenti avrebbero potuto aprire nuovi orizzonti e perfezionare la penetrazione e l’interpretazione di contenuti e modalità espressive che non si lasciano certo ridurre a modalità sapienziali. Altro limite della ricerca: in riferimento alla seconda parte, quella più antologica, l’autore osserva che la raccolta di proverbi e di altre espressioni della sicilianità non può certo dirsi conclusa e tanto meno esaustiva. Questo però più che un limite è un pregio che segnala la serietà e la rigorosità dell’autore. Il volume, in ogni caso, si raccomanda all’attenzione dei lettori non solo per ricchezza dei contenuti e stile accurato, ma anche perché si presenta in modo elegante, tipograficamente molto ben curato, ricco di splendide immagini e fotografie, e dotato di due preziosi indici che riportano la numerazione progressiva dei proverbi di una Sicilia veramente misteriosa e «bedda» (bella).
Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 1
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)
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