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Descrizione
Come in Italia, anche in Germania la Grande guerra alimentò forti tensioni, frantumò gli schemi politici del passato, produsse nuove contrapposizioni. Si è ormai stratificata nella storiografia l'idea che Hitler e il nazionalsocialismo siano stati il risultato di particolari circostanze: la Prima guerra mondiale, le ritorsioni di Versailles, la gracile democrazia nata dalle ceneri dell'Impero guglielmino. In realtà nella Germania del primo dopoguerra si agitarono forze culturali e politiche contrapposte alla repubblica di Weimar e alternative a Hitler, come la Rivoluzione conservatrice, il nazionalbolscevismo, il prussianesimo. Furono correnti di pensiero che tutte, in qualche modo, trassero linfa dalla grande tradizione del socialismo tedesco, nazionale e antimarxista. Cadute le barriere di destra e di sinistra, la linea di confine corse fra la multiforme sinistra nazionale e il nazionalsocialismo. Hitlerfu l'esito finale di una storia che avrebbe potuto seguire anche altre direttrici; un dramma nel dramma della Germania nel Novecento. Questo libro disegna una mappa che guida lungo le vie seguite da uomini d'azione e uomini d'arme, filosofi e cattedratici, la cui avventura, talvolta velleitaria, risultò perdente nel confronto con il realismo politico del machiavellico Hitler.
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Interessante ricostruzione sugli ambienti politici della sinistra nazionale in Germania dopo la I guerra mondiale, e sulle dinamiche, le scelte e gli errori che la portarono a liberare il campo per l’ascesa inarrestabile del nazionalsocialismo di Hitler. «Per ottenere un forte sostegno di massa era necessario che la sinistra nazionalsocialista, il raggruppamento nazionalbolscevico, i socialdemocratici e i comunisti si unissero in un ampio raggruppamento alternativo; ma il conflitto interno di queste forze ne impedì l’unione. La possibilità di percorrere una via “terza” rispetto a Weimar e a Hitler fallì».
Tratto dalla Rivista Il Regno 2012 n. 6
(http://www.ilregno.it)
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