Comunione e solitudine
(Spiritualità orientale) [Libro con legatura cucita]EAN 9788882273408
Cosa può avere di liturgico un «Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa»? E con un titolo che nella prima parte evoca la liturgia e nella seconda coniuga qualcosa che appare ossimorica alla prima (comunione vs solitudine). Proporre queste relazioni potrebbe indurre il sospetto di far intendere che una delle forme oggi ritenuta può affascinante del vivere liturgico o dell’essere cristiano è quella dell’esperienza monastica.
O che la vita monastica sia il modo «migliore» di vivere Cristo e che «il monachesimo rappresenti il terzo ceto tra i laici e i presbiteri»? O anche suscitare la curiosità: ma qual è la liturgia dell’eremita e dell’esicasta? E come conciliano comunione e solitudine nella loro vita spirituale e nella pratica liturgica? La loro liturgia è nella specificità vocazionale vissuta, nella ricerca dell’ascesi? Domande alle quali le relazioni di questo convegno non intendono certo rispondere direttamente. Anche se forse si poteva ipotizzare una relazione sulla dimensione liturgica del vivere in comunione e solitudine dell’esperienza monastica o sulla vita e prassi liturgica del monaco. Eppure hanno «qualcosa, tanto» di liturgico le esperienze del vivere in comunione e del vivere in solitudine secondo Basilio di Cesarea o di Isacco di Ninive o le altre tante esperienze monastiche anche quelle contemporanee come quella di Porfirio Kafsokalyvita (1906-1991), un esicasta del monte Athos al cuore della città (pp. 231-254) e del «vivere in comunione, vivere in solitudine l’esperienza monastica oggi (tavola rotonda)» (pp. 321-342).
Il liturgico di queste esperienze monastiche è nella vita spirituale dei suoi testimoni, in quello Spirito che vivono in solitudine comune e in comunione di solitudine, che è lo stesso Spirito che anima la liturgia e la rende «spirituale » e ci permette di parlare dello spirito della liturgia. Anche perché il monaco è in comunione con la Chiesa nella sua solitudine. La liturgia della Chiesa è la sua liturgia, adeguata, intessuta della sua vita di cercatore della comunione nella solitudine. E non solo la comunione con Dio, ma pratica anche quella che è la comunione dei santi di cui si professa credente. Anche perché come confessa A.M. Canopi, facendo eco agli altri convegnisti, «la liturgia è il nostro impegno centrale», o come ricordano altri che «noi monaci abbiamo sempre tutti gli uffici liturgici in comune» (p. 330) o quando si leggono insegnamenti come quelli di padre Cleopa di Siha? stria (1912-1998), «uno dei più grandi spirituali rumeni del XX secolo» (pp. 213ss): «l’obbedienza senza preghiera è propria del mercenario, ma colui che obbedisce e prega nello stesso tempo compie un atto liturgico» (p. 229).
O insegnamenti di altri: «È nella comunità che i monaci, come tutti i cristiani, si radunano intorno al calice dell’Eucaristia», «nella sinassi del sabato». Queste sono soltanto alcune tracce di liturgia vissuta e insegnata in queste pagine. Perché c’è più esperienza di vita liturgica negli insegnamenti di questi maestri della comunione e della solitudine che non in tanti contemporanei manuali di liturgia.
Tratto da "Rivista Liturgica" n. 4/2012
(http://www.rivistaliturgica.it)
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