Liturgia della professione religiosa. Dal rituale tipico ai rituali particolari (La)
(Liturgia e vita) [Libro con legatura cucita]EAN 9788882273279
Libretto essenziale. E «professionale»: sia per l’autorevolezza del suo Autore che per il suo contenuto. Il libretto si apre con una panoramica dei «diversi modelli storici del rito della professione religiosa»: la professione monastica, quella degli ordini mendicanti, la professione nella Compagnia di Gesù con un cenno minimo al rito della professione dal XVI sec. ai nostri giorni.
Nel secondo capitolo è presentato l’Ordo professionis religiosae promulgato dalla Sacra Congregazione per il culto divino il 2 febbraio 1970, evidenziando le sue cinque parti e specificamente «la struttura del rito della professione, i formulari delle messe, i testi biblici del Lezionario e la stessa formula per la professione» (pp. 35-49). Successivamente l’Autore commenta brevemente e sapientemente la preghiera della «solenne benedizione o consacrazione dei neoprofessi e delle neoprofesse» e alcune «rielaborazioni» (quella della comunità monastica di Bose, delle famiglie francescane e dei missionari figli del Cuore Immacolato di Maria, clarettiani, come l’Autore).
Dopo che hai letto le preghiere di benedizione dei neoprofessi ne resti incantato, estasiato ed entusiasta. E ti chiedi se sono un orizzonte di ideali che comincia dal presente o che si fissano utopisticamente nel futuro non inteso come prossima fermata del presente. Oppure è la presa di coscienza della liturgia che si celebra quando si relaziona al presente e intende rivelarsi nella vita. L’adempimento di quanto viene promesso viene invocato «perché [= affinché] [i neoprofessi] possano adempiere con il tuo aiuto o Padre, ciò che per tuo dono hanno promesso con gioia». E perché il rito non resti ritualità canonica, l’Autore evidenzia «il contenuto teologico o dottrinale del rito della professione religiosa cercandolo innanzitutto nei testi biblici ed eucologici che arricchiscono il rito stesso […] valutando adeguatamente anche gli altri linguaggi rituali come, ad esempio, la consegna dei simboli (anello e altri) e alcuni gesti come la deposizione della formula di professione sull’altare […] con qualche riferimento alle elaborazioni compiute dai tre istituti di cui abbiamo offerto il testo della solenne benedizione dei neoprofessi» (pp. 79-80).
L’Introduzione evidenzia l’onestà scientifica dell’Autore: prima di parlare del rito della professione religiosa, dedica cinque pagine, poche ma essenziali e precise, al «percorso storico complesso e anche differenziato» che ha acquisito l’attuale concezione della professione religiosa. E parte dall’attuale diritto ecclesiastico secondo il quale con la professione i candidati alla vita religiosa «assumono con voto pubblico l’impegno di osservare i tre consigli evangelici [castità, povertà e obbedienza], secondo i criteri e le modalità stabilite dalle proprie Costituzioni (cf. Codice di diritto canonico, can 598, §1) si consacrano a Dio mediante il ministero della Chiesa e sono incorporati nell’istituto con i diritti e i doveri definiti dal diritto (CIC, can. 654)» (p. 7).
Una partenza giuridica per un atto pubblico come la professione religiosa, intesa in senso «pienamente tecnico e giuridico riferito alla vita religiosa che si acquisisce soltanto [o già] dai secoli VII-VIII in poi» (p. 7). Successivamente sono quanto mai opportune alcune precisazioni etimologiche e lessicali «per quanto concerne il sostantivo latino “professione” (professio) […] e del suo termine greco homologhía, inteso come manifestazione esterna di un accodo decisivo» (pp. 8.9). «Ben presto la Chiesa – l’elemento ecclesiologico è fondamentale per capire la vita cristiana – e i consacrati sentirono il bisogno di “sacramentalizzare” in un gesto simbolico e festoso, compiuto in seno alla comunità ecclesiale, questa scelta di vita cristiana. Nacque così il rito della professione monastica o religiosa» (p. 11). L’eleganza e la cura redazionale delle edizioni Qiqajon impreziosisce questa pubblicazione.
Tratto da "Rivista Liturgica" n. 4/2012
(http://www.rivistaliturgica.it)
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