In questa nuova edizione corretta ed ampliata del nostro libro forse più famoso, abbiamo operato in modo non marginale. Infatti, oltre che rivedere graficamente le immagini arricchite con dettagli eloquenti ed aggiungere fotografie didascaliche, si è provveduto ad aggiornare le indicazioni fitoterapiche secondo gli ultimissimi ritrovati contro i parassiti infestanti. Vengono –di fatto– indicate le strategie ed i preparati (facilmente reperibili ed assolutamente sicuri sia per chi li usa, sia per chi consuma le produzioni agricole con essi trattate) anche da parte di chi non è in possesso del cosiddetto “patentino”. Si tratta di una guida concepita per essere semplice ed agevole nella consultazione ed ora restituita all’attualità dei nostri giorni per una moderna coltivazione soprattutto di orti familiari.
PREFAZIONE
di P. Ennio Tiacci
È per me un piacere — oltre che un onore — accogliere i Lettori della rinnovata edizione de "L'Orticello di Casa". Sono tanti gli anni passati dalla prima stampa, ma come per un buon vino, il tempo non è trascorso invano, anzi ha esaltato le peculiarità preziose di questo volume che mantiene integro con il lettore un rapporto tanto diretto quanto coinvolgente.
Se il regista di tutto ciò è l'autore originario del libro (il Rev.do Padre Mariangelo - fondatore dell'Opera "Frate Indovino"), i veri protagonisti sono gli ortaggi, le erbe aromatiche e gli alberi da frutto presentati con spontaneità quasi magnetica, tale da catturare l'attenzione del lettore, portandola su quel palcoscenico di tutto rispetto che è un tipico orto di casa!! Quest'opera non è destinata solo a chi abita in campagna o ha un appezzamento da coltivare.
Tutti possono leggerla, traendone indicazioni e suggerimenti preziosi. Sì, perché le cognizioni trasmesse, non prive di rigore scientifico, scivolano facili e gustose, con ricordi spontanei e personali, con battute, aforismi, proverbi che ricreano e sollevano l'animo, sempre nello sfondo di un discreto ma universale richiamo agli ideali supremi di "Frate Indovino", tra i quali: la vita dello spirito, la sanità del corpo (fin quando è possibile) e la conoscenza ed il rispetto per il Creato.
In questa nuova edizione abbiamo operato in modo non marginale. Infatti, oltre che rinnovare tutte le immagini, si è provveduto ad aggiornare le indicazioni fitoterapiche secondo gli ultimissimi ritrovati contro i parassiti infestanti. Vengono — di fatto — indicate le strategie ed i preparati
(facilmente reperibili ed assolutamente sicuri sia per chi li usa, sia per chi consuma le produzioni agricole con essi trattate) anche da parte di chi non è in possesso del cosiddetto "patentino". Resta volutamente immutata la struttura del libro, la quale conserva lo spirito originario che lo ha reso famoso. Si tratta di una guida restituita all'attualità dei nostri giorni per una moderna coltivazione soprattutto di orti familiari.
Al fine di renderla tale, ci siamo avvalsi della fattiva collaborazione dei Signori Dino Alberati ed Alberto Bencivelli, che preferiamo indicare come nostri amici piuttosto che con i loro titoli. Inoltre un ringraziamento particolare va al Dott. Aldo Pollini di Imola, alla Bayer CropScience e alla Du Pont de Nemours Italiana - Crop Protection per le immagini — relative alle varie patologie — da loro gentilmente concesse. I disegni degli ortaggi, dal bel tratto naturalistico, sono di Katia Ippoliti.
Ultimo (ma non per ultimo) è il pensiero che va a chi, acquistando questa nostra pubblicazione, sostiene fattivamente le Opere Sociali e Religiose di "Frate Indovino".
INTRODUZIONE
Vi parlo di questo libro
Sono nato povero, ma in una campagna ricca di vegetazione naturale e di rigogliose colture agricole. Il mio piccolo paese è posato come un nido di uccelli sopra una delle tante verdi colline umbre, che fece di Francesco oltre che un poeta anche un santo.
Da bambino mi sembrava che quella campagna, sfoggio di verde, di fiori, di frutti, fosse tutta mia, mi appartenesse di diritto. Per questo scorrazzavo a piacere dappertutto, fermandomi a colloquiare con i fiori, con le farfalle, con le lucertole e con le piante, come se fossero miei vecchi amici.
A quel tempo quasi ogni casa benché carica di anni, aveva il suo orticello. Oggi le case si sono rinnovate, moltiplicate, fatte belle, anche circondate di magnifici giardini; ma i piccoli orticelli dalle tenere insalatine, dalle verdure aromatiche, impiantati tra quattro muriccioli messi su a secco, non ci sono più.
O almeno scompaiono quasi vergognosi, dietro villette lussuose o al riparo di belle piante ornamentali. Sulle finestre o sui pianerottoli esterni delle scale non si vedono più i cocci, le pignatte rattoppate, i barattoli arrugginiti dai quali pendeva il cespo di Salvia, la Maggiorana, il Prezzemolo, il Dittamo. Erano le case dei più poveri che non possedevano l'orticello. Oggi ci sono bei vasi di Ortensia, di Geranio, di Begonia.
È tutt'altra cosa. Di Maggio intorno al paese crescevano come funghi le "barcarozze" di fieno, che inondavano di profumo i vicoli, le piazzette e persino la chiesa. Uomini e donne uscivano alla buonora a rubacchiare sui greppi o sulle sponde dei prati mannelli di avena, di trifoglio, di lupinella e tornavano carichi del "fastello d'erba", che, sciorinata al sole sul selciato intorno alle case a guisa di variopinti tappeti, attendeva il suo turno di essere fieno, per poi passare alla "barcarozza" e da questa sui carri del compratore.
Questi veniva da lontano e con pochi centesimi si portava via tutta la fatica di quella povera gente.
Con quel poco, che raggranellava dal fieno, con la "spiga" raccolta dalla spigolatura e con qualcos'altro che dava l'orticello, quella povera gente sbarcava il lunario, svernava e si digeriva la fame cantando.
Allora c'era "pane e cipolla", ma lavoro per tutti. C'era fame, ma più gioia; c'era più fatica, ma più vita sana. Se lo potessi, tornerei volentieri indietro, se non altro per il solo gusto di rivivere la natura nella sua pura e genuina bellezza. Ecco uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere "L'Orticello di Casa": per rivivere e far rivivere la bellezza della natura, la gioia di coltiva re. Fantasia? Anche questa serve a sostenere la vita.
Quando entrai in convento anche lì trovai la gioia di chi con amore e passione coltivava fiori, ortaggi e frutti nei grandi orti conventuali. C'era frate ortolano, come il frate cercatore: il primo coltivava verdure e frutti per i frati, per i poveri "della porta" e per i benefattori; il secondo questua, presso i contadini grossi prodotti della campagna (grano, mosto, olio) per i frati e per i poveri, ricambiando quella grazia di Dio con la preghiera sua quella dei frati, con ortaggi e sementi fornitigli dal frate ortolano. Un geli,
roso e meraviglioso scambio di doni naturali e soprannaturali, frutto , bontà e di fede, come vuole la Regola Francescana.
Poi è venuta la grande ultima guerra e con la guerra la carestia dei frati, specialmente di frati ortolani e questuanti. Per questo anche i begli orti dei conventi hanno iniziato l'agonia. Così anche tra i frati tutto è cambiato, proprio come al mio paese dove Ia gente non va più nell'orto o nei campi.
Passa il fruttivendolo e tutti corrono a comperare frutta e verdure che noi si sa da dove provengano, non si sa come vengano coltivate, perché noi, hanno più il sapore di quelle della terra nostrana.
È l'ineluttabile - si dice: i tempi cambiano e indietro non si ritorna! Ma io non credo troppo a questa gratuita asserzione dogmatico-progressista, continuo a coltivare i Pomodori in un fazzoletto di terra, il Basilico in una vecchia testaccia. Per questo mi è venuta la voglia di scrivere questo libro. Ma la necessità di ritornare all'orticello oggi è risentita da moltissimi.
Non è esagerato parlare d'inquinamento anche di ortaggi e della frutta.
Non si sa più cosa si mangia: i pomodori (specialmente le primizie) al gusto sembrano zucche, le patate gomma, le melanzane cartapesta. Ma insomma, vogliamo dire "basta all'inquinamento"? Se non chiediamo la sua pelle sarà lui ad avere la nostra.
Per inquinamento intendo quei concimi che, benché costosissimi, vengono qualche volta utilizzati a sperpero per ottenere ortaggi e frutta di forma più pomposa; vogliamo appagare la vista più che il palato. Entrano nell'inquinamento tutti quegli insetticidi e anticrittogamici che si vendono nei negozi, anch'essi profusi da qualche sprovveduto senza misura sulle colture contro gli afidi, i bruchi, i maggiolini, la dorifora, la peronospora e tutte le malattie crittogamiche.
È vero, queste sono le piaghe d'Egitto delle nostre colture e il coltivatore è costretto ad usare quei veleni (come io stesso li indico qualche volta in quella parte del libro che tratta il modo di combattere i nemici degli ortaggi, li indico però come cauto consiglio ai coltivatori industriali più che al semplice coltivatore dell'orticello), ma il grave pericolo dell'inquinamento è questo: oltrepassare la misura e ricorrere ad essi quando non c'è necessità. Osservate una massaia: se per caso ha in casa una zanzara, si precipita subito con la bombola insetticida; poi magari si lamenta che il bambino ha preso un eczema, il marito l'asma e lei stessa accusa qualche allergia. È come sganciare una bomba atomica per schiacciare una mosca.
Poi c'è l'acqua anche potabile, spesso trattata con cloro, e non parliamo poi dell'acqua dei fossi o delle rogge, proveniente dagli scarichi cittadini, nella quale muoiono gli stessi pesci; per di più c'è l'aria satura di gas tossici delle automobili e delle fabbriche e delle centrali per il riscaldamento.
Tutto concorre all'inquinamento, dal quale dobbiamo saperci difendere ad ogni costo, difendendo i nostri ortaggi e i nostri alberi da frutto.
Ecco dunque un altro motivo per ricorrere a coltivare da noi stessi verdure e frutta. Ci vuole un po' di coraggio, un po' di umiltà, un po' di buona volontà e anche un buon libro, che vorrei fosse questo che vi ho preparato io con tanta passione e con tanto cuore.
Mi sono giunte moltissime richieste a seguito della mia rubrica mensile "Consigli per l'orto" pubblicata nel mio calendario. Richieste di un libro che introducesse l'inesperto alla coltura degli ortaggi in un qualsiasi lembo di terra, fosse anche il terrazzo o il balcone di casa. Molti sono spinti dalla necessità, altri dall'hobby, altri, e non pochi, dal desiderio per il ritorno alla conoscenza della natura, altri infine dalla convinzione della supremazia dell'alimentazione vegetariana.
A proposito di alimentazione vegetariana non si può misconoscere che, mentre è giustamente .in ribasso la teoria della prevalenza del regime carneo, vanno dividendosi il campo dell'alimentazione il puro regime vegetariano a base di verdura e frutta e il regime misto.
Si aggiunge a tali regimi quello del crudismo: ossia la provenienza dei cibi - ortaggi e frutta - consumati senza alcuna cottura, che li priva abbondati temente di sali e di vitamine.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
MADRE TERRA
Vorrei elevare come Francesco un canto di lode a Dio per "sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa e dire di tutti gli elogi di questo elemento essenziale per la vita vegetale, animale e umana.
Sarei però troppo lungo se volessi elencarvi scientificamente le sostanze minerali che compongono la terra e che costituiscono le varie qualità più o meno congeniali ad ogni singola pianta. È un compito arduo e, per il caso che ci riguarda, troppo estraneo.
Mi limiterò, nel corso della descrizione di alcune piante, ad indicare le eventuali qualità di terra speciale che esigono.
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Studente Valerio Pero, gigga@hotmail.it il 29 luglio 2010 alle 00:47 ha scritto:
Bellissimo!! da leggere..
giorgio scarpanti il 27 dicembre 2010 alle 17:36 ha scritto:
Ho appena iniziato la lettura ma credo sia stata gia compensata la lunga attesa .
grazie e auguri
Claudia Rossi il 23 febbraio 2020 alle 13:54 ha scritto:
Molto utile, grazie. Visti i tempi difficili che ci aspettano, ho pensato che fosse giunto il momento di imparare qualcosa dell'antica arte della coltura che purtroppo mai mi è stata insegnata. Grazie
ROMOLO FRANCESCHINO TILOCCA il 30 dicembre 2020 alle 12:18 ha scritto:
Sono sicuramente adatti al periodo di pandemia con risvolti economici gravi e dolorosi. Occorre tornare alla campagna, a coltivare la vigna e produrre vino genuino e tornare a mangiare cibi genuini cucinati in casa con ingredienti sani. Questi libri ci saranno di valido aiuto.