I cancelli d'Europa. Quando l'unità non è stata una parola
(Protagonisti della storia) [Libro in brossura]EAN 9788881555130
L’Unione Europea, come purtroppo sappiamo, è quell’istituzione che misura la lunghezza delle carote, la curvatura delle banane e la circonferenza dei piselli per stabilire se esse possano essere immesse in un ideale mercato che vada dalla Carelia alla Sicilia senza che il consumatore scandinavo o quello mediterraneo si trovino di fronte all’altissimo rischio di acquistare una merce che nel loro Paese viene denominata in maniera diversa. Questo – almeno a giudicare gli sforzi in tal senso dell’Unione Europea – è quello che le menti di Bruxelles e Strasburgo ritengono costituire il massimo pericolo per il nostro continente. Ma c’è stato un tempo in cui il vero pericolo era un altro: quando alle porte dell’Europa premevano, con l’intenzione di conquistarla, assoggettarla e cancellarne lo spirito, orde di stranieri che l’assalivano, ma che furono sempre vittoriosamente respinte. Giorgio Zauli ripercorre in quindici sintetici capitoli la storia di queste guerre, che hanno i nomi di battaglie famose, come le Termopili, Poitiers, Lepanto, Vienna, oppure i nomi di intere campagne, come la Seconda Guerra Punica o la Reconquista spagnola.
A fianco di queste epopee guerresche l’autore pone alcuni momenti non di guerra esteriore, ma che comunque rappresentarono una resistenza culturale, come il monachesimo benedettino, cemento fondamentale della cultura europea, e la crociata contro gli Albigesi, finalizzata a distruggere una pericolosissima eresia che avrebbe minato come un cancro l’intera società.
Per ogni episodio dello scontro di civiltà tra cultura europea – di matrice greca e quindi razionale – e cultura asiatica – caratterizzati da un pensiero sostanzialmente irrazionale – Zauli immagina quali sarebbero potute essere le conseguenze di una mancata vittoria: fin dal primo assalto dell’impero persiano contro le città stato greche, con il possibile annientamento della filosofia che sarebbe stato il fulcro del pensiero occidentale; per passare attraverso le guerre puniche e il pericolo cartaginese (di origini semitiche) di una religione che ignorava non solo la pietas, ma anche la cultura (a Cartagine non esistevano teatri); per rendersi conto di ciò che avrebbe significato il diffondersi dell’eresia catara o la vittoria delle armate musulmane nei loro continui attacchi all’Europa; per giungere infine al mostruoso crimine delle dittature nazista e comunista.
La “fortezza Europa” ha, finora, resistito. I suoi cancelli (un’invenzione, pare, babilonese) permettevano a un tempo di ammirare la bellezza del giardino e invitare coloro che volessero accedervi senza rovinarlo, senza snaturare la cultura che lo animava, ma anche di tenere fuori coloro che non erano in grado di comprenderlo e desideravano solo distruggerlo. Ma, se ha resistito per due millenni e mezzo, ora rischia di cedere e non sotto i colpi di chi preme per entrare, bensì per l’incuria di chi, europeo, rinnega la propria cultura, le proprie radici religiose, vuole relegare il Credo cristiano a una espressione interiore, quasi ce ne si debba vergognare…
Il volume, arricchito dagli eleganti disegni di Elena Gualadris e dalla prefazione dello storico Alberto Barzanò, è particolarmente consigliabile come testo di lettura per le superiori, perché permette di approfondire e di dare la giusta valutazione a tanti episodi poco frequentati (e poco compresi) nelle aule scolastiche.
Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 62 - Febbraio/Marzo 2011
(http://www.radicicristiane.it)